background preloader

Articoli

Facebook Twitter

La scuola senza voti, ecco i tool della nuova didattica. La valutazione degli apprendimenti nella didattica del XXI secolo si trova a fare i conti con un passato ingombrante e dalla forte connotazione storica e dall’altro con le nuove tendenze della scuola digitale, che puntano a valorizzare e potenziare le competenze, piuttosto che i contenuti.

La scuola senza voti, ecco i tool della nuova didattica

In questo breve contributo si vuole scoprire come i docenti possono modificare le prospettive della valutazione, dalla docimologia alle competenze, fino alla valutazione autentica e alle rubriche, anche grazie al supporto di software specifici. A livello normativo i documenti che governano la valutazione sono numerosi: vale la pena citare l’articolo 1, comma 2, del DPR 122/2009, dove si legge “La valutazione è espressione dell’autonomia professionale propria della funzione docente, nella sua dimensione sia individuale che collegiale, nonché dell’autonomia didattica delle istituzioni scolastiche”.

Scuola digitale, l’abbandono del voto. Progettare un laboratorio. La parola laboratorio deriva dal latino labor che letteralmente significa lavoro, fatica.

Progettare un laboratorio

Ci può quasi far sorridere pensare, nell'allestimento di un laboratorio, a dover progettare per i bambini un luogo dove spronarli a lavorare, a fare fatica! La fatica è intesa come lavoro manuale, come sforzo del fisico che si deve attivare per fare, creare, costruire qualcosa di particolare. Scuola digitale, perché è un connubio necessario e come esorcizzare la paura. La parola digitale collegata alla parola scuola provoca ancora reazioni difficili da comprendere ma che spesso non hanno logica.

Scuola digitale, perché è un connubio necessario e come esorcizzare la paura

L’errore più ricorrente è quello di considerare sullo stesso piano tecnologie, device, reti, modalità di interazione… Così il “problema digitale” è costituito dalla rete, dal web, dal coding, dagli smartphone, dai social, dai linguaggi digitali. Ma la Francia non ha bandito il cellulare dalle scuole (è anzi il futuro della didattica)

E i francesi che … proibiscono!

Ma la Francia non ha bandito il cellulare dalle scuole (è anzi il futuro della didattica)

Questo il ritornello, da cantare sulle note di una famosissima canzone di Paolo Conte, e che da ieri pervade i social network e rimbalza sui media nazionali: in Francia starebbe per diventare realtà una delle “promesse elettorali” del presidente Macron. L’uso dei telefoni cellulari sarà, come si dice, “tassativamente vietato”, in tutte le scuole di ogni ordine e grado. Abolire le tecnologie a Scuola, perché sbagliano i nuovi conservatori. A leggere i giornali anche quelli “scolastici” sembra che l’utilizzo delle tecnologie a scuola rappresenti un vero e proprio “nemico” da combattere.

Abolire le tecnologie a Scuola, perché sbagliano i nuovi conservatori

Ogni giorno appaiono proclami, manifesti, articoli sul giornale contro l’uso delle ICT a scuola. Ultimo ma solo in ordine di tempo il contro-decalogo di Antonio Calvani al quale Tuttoscuola ha dato risalto. Se non fosse che si tratta di Calvani, il padre dell’utilizzo degli ipertesti che all’epoca rappresentavano il prodotto delle “nuove tecnologie” dedicate alla didattica. La robotica per una Scuola "indisciplinata", quindi migliore. Se provate a cercare online la parola “antidisciplinarità”, molto probabilmente il motore di ricerca, come al solito un po’ invadente, cercherà di forzarvi la mano suggerendovi in alternativa la parola “interdisciplinarità”.

La robotica per una Scuola "indisciplinata", quindi migliore

Ma non avete sbagliato a digitare, non sono termini sinonimi. Se insistete trovate qualcosa di interessante, qualcosa che è già stato detto molti anni fa, ma a cui non abbiamo mai prestato davvero attenzione, forse perché allora non ci era possibile fare una esperienza diretta. Ad esempio, oltre 50 anni fa in “Congetture e confutazioni”, Karl Popper affermava che non siamo studiosi di certe materie, ma di certi problemi. Digitale a scuola, perché? – Nuovi Media NuovaMente. Il precedente post ha avuto un certo successo, su Facebook.

Digitale a scuola, perché? – Nuovi Media NuovaMente

Sostanzialmente, me ne hanno dette di tutti i colori: gli aggettivi usati sono andati da “cialtronesco” a “intimidatorio”, passando per “ideologico”. Digitale a scuola, perché? – Nuovi Media NuovaMente. I 5 grandi errori sulla tecnologia didattica – Il digitale a scuola. Tutto su Scuola digitale. Tecnologie in classe, uno schema per capire l'impatto sulla didattica. Sarebbe interessante uno studio dei titoli e dei contenuti di molti articoli di riviste e giornali online e in edicola per tracciare in modo oggettivo le tendenze.

Tecnologie in classe, uno schema per capire l'impatto sulla didattica

La lezione di storia. Perché il digitale a scuola non è un’opzione. Non voglio girarci attorno perché questo post sarà di per sé piuttosto lungo.

La lezione di storia. Perché il digitale a scuola non è un’opzione

Il mio obiettivo polemico è un documento che circola in rete come “Appello per la Scuola Pubblica” (qui trovate il documento intero) e in particolare una sezione di tale documento — la sezione 2 intitolata “Innovazione didattica e tecnologie digitali” — che si scaglia contro il proliferare di iniziative a favore di sperimentazioni con tecnologie digitali a scuola che costituirebbero “un insieme di ‘riforme striscianti’ che demoliscono pezzo a pezzo l’edificio della Scuola Pubblica dal suo interno” (ibid.). “Introdurre tecnologie a scuola non ha alcun senso in sé”. Educazione Civica Digitale. Gli studenti attualmente a scuola sono indubbiamente la generazione più immersa nelle tecnologie digitali sino ad oggi e non possono essere lasciati soli nella gestione dei profondi cambiamenti offerti dalle tecnologie di informazione e comunicazione.

Educazione Civica Digitale

Questo è a maggior ragione valido se consideriamo che le stesse tecnologie, di cui gli studenti sono intensi fruitori, sono state prodotte e promosse da sistemi creati, finanziati e gestiti da adulti. Le tecnologie hanno ramificazioni profonde per istituzioni, organizzazioni, norme sociali e persino valori fino a poco tempo fa considerati immutabili: siamo di fronte quindi a un cambiamento estremamente pervasivo, per definizione ricco di implicazioni a causa della crescita esponenziale di connessioni e interazioni, che non può essere ignorato.

Per educazione civica digitale non si intende quindi una riconversione dell’educazione civica ai tempi della rivoluzione digitale. Il digitale a ostacoli – davidetonioli. DIECI ROTTURE CON IL PASSATO CHE RIVOLUZIONERANNO L’EDUCAZIONE – ADi. Il digitale è ormai diventato una competenza di base, come la scrittura. Il digitale ci riguarda tutti. Le competenze digitali sono oggi un alfabeto senza il quale diventa sempre più difficile trovare o mantenere un lavoro. Ciò non significa che dobbiamo trasformarci tutti in valenti sviluppatori informatici, né analisti capaci di gestire dati e strategie di comunicazione online. Vuol dire che ciascuno di noi dovrebbe muoversi con disinvoltura tra le competenze digitali di base. Facciamo un passo indietro.

Per una scuola autonoma, equa, di qualità, locale e globale – ADi. Il Congresso è chiamato a delineare la politica scolastica e culturale dell’associazione per i prossimi tre anni, questo impone di analizzare lo scenario politico, sociale, economico e culturale nel quale la scuola si trova ad agire oggi nel contesto internazionale e nazionale, e immaginare quello in cui si troverà domani. Le nostre finalità? “Una scuola autonoma, equa, di qualità, locale e globale”

DigComp 2.1: osservare e valutare la competenza digitale dei cittadini - cittadinanza digitale. Come individuare il livello di competenza digitale dei cittadini? Per facilitare l’autovalutazione e la valutazione del livello di competenza digitale oggi possiamo adoperare l’aggiornamento 2.1 del framework europeo DigComp che il Centro di Ricerca europeo[1] ha recentemente pubblicato[2] e che si integra con il processo di revisione realizzato con DigComp 2.0[3]. Non resta che tuffarsi nell’oceano digitale ed imparare a nuotare Senza dubbio ad invogliare alla consultazione di questo nuovo strumento contribuisce la veste grafica aggiornata e l’impostazione data alla presentazione dei contenuti. Metodologie Attive vs Lezione Frontale: di Cosa ha Bisogno la Scuola? L’attuale situazione della scuola italiana sta vivendo un interessante momento di transizione. Da un lato il ricambio generazionale dei docenti sta portando in cattedra insegnanti sempre più giovani, sebbene l’età media dei docenti italiani resti una delle più alte in Europa, dall’altro il Miur col Piano Nazionale Scuola Digitale sta dando un notevole e meritorio impulso alla formazione in servizio.

Valutare gli apprendimenti su qualsiasi dispositivo mobile. Il digital education day e le dieci tesi di Rivoltella su scuola e tecnologie — Il digitale a scuola. Coding ed educazione digitale: intervista a Federica Scarrione - BBN BlogBBN Blog. Di #EduCare4.0 Da tempo ormai sentiamo parlare di coding, ossia la possibilità di realizzare dei programmi in modo semplice e creativo utilizzando la “logica ad oggetti”: il coding è entrato a far parte di progetti rivolti ai bambini e ai ragazzi della scuola primaria e secondaria di primo grado perché si pone l’obiettivo di formare lo studente al “pensiero computazionale” estremamente utile per lo sviluppo di capacità di problem solving.

Ispirate le loro menti e cambieranno il mondo. Il Miur punta sulle scienze per le ragazze - ilSole24ORE. Un mese non è gran cosa. Animatori Digitali: primi 5 passi da fare. Di seguito una breve indicazione su quello che potrebbero essere le prime cinque azioni di un neo animatore digitale. PUBBLICAZIONE. Occorre rendere pubblico nel proprio istituto il PIANO NAZIONALE SCUOLA DIGITALE, il che significa non solo e non tanto caricarne una versione pdf nel sito della scuola, quanto avviare una seria riflessione sul merito. I ragazzi hanno bisogno di insegnanti coraggiosi - Lizanne Foster.

Piano editoriale DIDATEC Scuola Valore. Competenza digitale e pensiero computazionale - 2014. Un terremoto digitale scuote la Scuola Italiana: che cosa ci aspetta? Che La buona scuola, con tutti suoi limiti e le sue mediazioni, fosse un passo avanti di grande rilevanza per adeguare e innovare il nostro sistema formativo, lo avevamo intuito, e spiegato in un articolo su Agenda digitale a luglio, nel corso del tormentato iter parlamentare del provvedimento. Ora, gli effetti de La buona scuola si vanno dispiegando e precisando, e con il Piano Nazionale Scuola digitale, reso pubblico il 27 ottobre, possiamo affermare di essere di fronte al primo intervento organico, meditato e approfondito su questo tema dal 1998.

Cioè dal Piano di Sviluppo delle Tecnologie Didattiche (PSTD) dell’allora Ministro dell’Istruzione Luigi Berlinguer. L’idea forte del Piano: la tecnologia al servizio degli apprendimenti. Apprendere (con e senza le tecnologie)Apprendere (con e senza le tecnologie) Chi sono gli insegnanti Maker. Il digital education day e le dieci tesi di Rivoltella su scuola e tecnologie — Il digitale a scuola. Quelle aule troppo distanti dalla realtà - Il Sole 24 Ore. Storia dell'articolo Chiudi Questo articolo è stato pubblicato il 05 aprile 2015 alle ore 08:13.