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L' INDIA DI NARENDRA MODI STA PERDENDO IL KASHMIR | AFV. Sharing is caring! Articolo 370. Jammu & Kashmir. Francesco Cecchini Articolo di Nayeema Ahmad Mahjoor pubblicato su Countercurrents.org del 10 agosto e tradotto da Francesco Cecchini per Ancora Fischia il Vento,Il link con l’ articolo originale è il seguente: Ponendo fine lo scorso anno allo status speciale di Jammu e Kashmir, il primo ministro indiano Narendra Modi aveva assicurato agli indiani che era giunto il momento in cui l’oro sarebbe cresciuto al posto dell’erba, canali di latte sarebbero fluiti nei fiumi al posto dell’acqua, avrebbero visto nelle sorgenti e nei cieli il volo del Kashmir non degli uccelli.L’articolo 370 della Costituzione dell’India, che aveva garantito la semi autonomia a Jammu e Kashmir dopo la sua adesione, è stato dichiarato un grande ostacolo per toccare i cieli dello sviluppo e la promessa di costruire “Naya Kashmir” (New kashmir). Kashmiri contro un mezzo della polizia indiana.

I 70 anni della dichiarazione di Schuman: così nacque l'Ue. Celebrazioni al Parlamento europeo Milano, 9 mag. (askanews) – “La Francia, facendosi da oltre vent’anni antesignana di un’Europa unita, ha sempre avuto per obiettivo essenziale servire la pace. L’Europa non è stata fatta: abbiamo avuto la guerra. L’Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto”. Con queste parole il 9 maggio 1950 il ministro degli Esteri francese Robert Schuman propose la creazione di una Comunità europea del carbone e dell’acciaio, i cui membri avrebbero messo in comune le rispettive produzioni. Dalle sue parole 70 anni fa, entrate poi nella storia come “la dichiarazione di Schuman”, nacque la Comunità europea del carbone e dell’acciaio, (CECA), il primo di organismi sovranazionali “punto d’origine dell’Unione europea così come la conosciamo”, ha ricordato la Commissione europea.

Pakistan: The Constitution. Full text. Copyright/Disclaimer/Acknowledgements Recently added: Text of the Constitution of Pakistan Amendments First Amendment (1974) Second Amendment (1974) Third Amendment (1975) Fourth Amendment (1975) Fifth Amendment (1976) Sixth Amendment (1976) Seventh Amendment (1977) Eighth Amendment (1985) - validates amendments made by Gen. Zia-ul-Haq Tenth Amendment (1987) Twelfth Amendment (1991) Thirteenth Amendment (1997) Fourteenth Amendment (1997) Sixteenth Amendment (1999) Presented in National Assembly on January 7, 1999. [Dawn Report] Passed by the Senate on June 3, 1999. [Dawn Report] [The News Report] Passed by the National Assembly on July 27, 1999. Orders Affecting the Constitution [1977-1985] Follow this link for the Orders issued during the Martial Law regime of General Muhammad Zia-ul-Haq that affected the Consitution. Orders Affecting the Constitution [1999-2002] Follow this link for Orders issued by Gen.

Orders Affecting the Constitution [Nov-Dec 2007] Proposed Amendments Removed Schedules. Sri-Lanka Importanza strategica- Fond.Camis De Fonseca. La posizione dello Sri Lanka è strategica perché è al centro delle principali rotte marittime dell’Oceano Indiano (mappa a lato). Si trova all’incirca a metà strada tra lo Stretto di Suez a ovest e lo Stretto di Malacca a est – i due punti di transito obbligato per chi si immette nell’oceano Indiano – e lungo le rotte che dallo Stretto di Hormuz portano il petrolio all’Asia. Le coste dello Sri Lanka sono costellate di porti naturali, anche di acqua profonda. L’isola potrebbe essere un fiorente centro di traffici marittimi come Singapore, ma le spaccature etniche e l’interferenza dell’India l’hanno sinora mantenuta nel sottosviluppo.

Lo Sri Lanka è una propaggine del subcontinente indiano. Soltanto lo stretto di Palk la separata dalla punta meridionale dell’India. Tra le due coste si estende il Ponte di Adamo, sottile striscia di terra semi-emersa lunga 30 kilometri, che raccorda l’India meridionale allo Sri Lanka. Lo stretto è attraversabile in barca. Argentina - Alberto Fernández Elezione Presidente. El candidato del Frente de Todos, Alberto Fernández, se consagró esta noche como presidente electo de la Argentina tras conseguir el 48,03 % de los votos, y de esa manera evitó una segunda vuelta electoral con el actual jefe del Estado y postulante de Juntos por el Cambio a la reelección, Mauricio Macri, que sumó el 40,44 % de los sufragios, en un sorprendente crecimiento de acuerdo a lo que había cosechado en las PASO.

Fernández y su compañera de fórmula, la ahora vicepresidente electa Cristina Kirchner, basaron principalmente su triunfo en los guarismos que cosecharon en el distrito más poblado del país, la provincia de Buenos Aires, donde obtuvo el 52,05 % de los votos, contra solo 36,02% de Macri, que fue secundado por el senador Miguel Ángel Pichetto. Alberto Fernández le pidió, desde el bunker del Frente de Todos, a los referentes de Juntos por el Cambio que sean "conscientes de lo que nos han dejado, y nos ayuden a reconstruir el país de las cenizas que han dejado". A Santiago esplode la rivolta della metro: decretato lo stato d'emergenza. I giovani tentano di forzare il blocco dei soldati nella metropolitana (Ansa) Il presidente cileno, Sebastian Pinera, ha dichiarato lo stato di emergenza a Santiago dopo le violente proteste che hanno scosso la capitale a causa dell'aumento del prezzo del biglietto della metropolitana.

"Ho dichiarato lo stato di emergenza e a questo scopo, ho incaricato il generale Javier Iturriaga del Campo a guida della Difesa", ha annunciato Pinera. Diversi mezzi pubblici sono stati dati alle fiamme nella capitale (Ansa) L'aumento del prezzo del biglietto della metro ha provocato la reazione dei manifestanti che si sono scontrati con la polizia.

Gli incidenti hanno costretto la polizia a chiudere tutte le stazioni della metro della capitale cilena che dovrebbe restare chiusa per tutto il weekend e riaprire progressivamente la settimana prossima. L'esercito presidia le stazioni della metro a Santiago (Ansa) Change will come to China, but not through following western ways | Hans van de Ven. On Tuesday, 15,000 perfectly groomed military personnel, each between 5ft 9in and 6ft 1in tall, will march down Chang’an Avenue in Beijing. Some 170 aeroplanes and 580 ballistic missiles, drones, tanks, machine guns and other military kit will showcase the might of the People’s Republic of China. The parade marks the 70th anniversary of the day that Mao Zedong announced the founding of the People’s Republic from atop the Tiananmen Gate. It will inspire a sense of pride among Chinese citizens and worries among their neighbours, especially Taiwan.

However, to measure the state of China now, it is worth bearing in mind another anniversary that was marked in May – the centenary of demonstrations against the decision of the peacemakers in Versailles to hand Shandong province to Japan rather than China. This was the first nationwide mass urban protest, and called for an end to imperialism, the introduction of democracy, and the radical reassessment of traditional Confucian culture. La crisi di Hong Kong, spiegata bene. La crisi a Hong Kong va avanti da due mesi e mezzo, con manifestazioni e proteste che si tengono ogni weekend e che incontrano la repressione sempre più violenta della polizia, la condanna del governo locale e la minaccia di un intervento militare cinese. Quello che sta accadendo sta attirando parecchie attenzioni per la particolare storia di Hong Kong, che fino al 1997 fu controllata dal Regno Unito e governata secondo le sue leggi, e poi passò sotto il controllo della Cina, che cominciò fin da subito a essere molto presente nella vita politica del territorio.

Un movimento di protesta si era già manifestato negli ultimi anni, ma oggi sembra essere diventato più determinato, organizzato e bellicoso. Un passo indietro: cos’è Hong KongDal punto di vista geografico, Hong Kong è composta dall’isola principale (chiamata appunto Hong Kong), dalla penisola di Kowloon, dai cosiddetti Nuovi Territori e da più di 200 altre isole, di cui la più grande è Lantau. La Giordania e i suoi nemici - Mediterraneo - Blog - Repubblica.it. BEIRUT – Con un debito pubblico (40 miliardi di dollari) quasi pari al Prodotto Interno Lordo, la disoccupazione ad oltre il 18 per cento, la soglia più alta negli ultimi 25 anni, e più di un milione di rifugiati siriani su una popolazione che supera di poco i dieci milioni di abitanti, la Giordania si vede costretta a fronteggiare in questi giorni la più grave crisi economica della sua breve storia.

Una crisi che ha generato scioperi e manifestazioni di piazza contro i tagli dei sussidi e gli aumenti delle tasse che colpiscono gli strati sociali più deboli e indifesi. Il regno creato in pieno '900 dal mitico Emir Abdallah, bisnonno dell'Attuale re Abdallah II, dopo la dissoluzione dell'Impero Ottomano, non è mai stato un paese ricco di risorse naturali a parte la straordinaria bellezza del deserto rosso o l'incanto di Petra.

UCRAINA

GRECIA. #VENEZUELA. LIBANO. UK. ALGERIA. CURDI-KURDS. SAHARAWY. TUNISIA. IRAN. IRAQ.

MALI. MAROCCO. TURKMEN. TRT World - Bosnia's nationalist leader. Il fallimento del Sud Sudan. Sei anni fa si celebrava il Sud Sudan come il più giovane paese del mondo. Era nato alla fine di un lungo processo di pace con il Sudan promosso dal governo degli Stati Uniti e che si sperava avrebbe portato pace e migliori condizioni per la popolazione. Nel 2013 però in Sud Sudan è iniziato un conflitto etnico che prosegue ancora oggi. Sono morte almeno 50 mila persone, altre migliaia sono state costrette a lasciare le loro case e si stima che più del 40 per cento dei circa 12 milioni di abitanti abbia problemi ad alimentarsi correttamente. Nonostante lo scorso giugno l’ONU abbia detto che il Sud Sudan non è più classificabile come un paese nel quale c’è la carestia, la situazione rimane ancora disperata.

Il Sud Sudan, in breve Il Sud Sudan è uno stato centrafricano, grande più del doppio dell’Italia e chiuso tra Sudan, Etiopia, Kenya, Uganda, Repubblica Democratica del Congo e Repubblica Centrafricana. E oggi? (Donbas - Ucraina) Secessioni? "paradosso: nonostante 34mila morti, legami commerciali persistono... OLANDA: JESSE KLAVER E LA FORZA DELL'EMPATIA. 14 marzo 2017 Proiezioni ormai consolidate, per le attese elezioni olandesi, vedono il VVD del premier Rutte a 31 seggi, confermando il primato pur perdendo 10 parlamentari rispetto al 2012.

L’antieuropeista PVV di Wilders ottiene 19 seggi, quattro in più delle scorse elezioni legislative, ed è tallonato da cristiano democratici e liberali di sinistra. L,a crescita più impressionante, mentre crollano i laburisti, è quella dei Verdi di sinistra, che passano da 4 a 16 seggi. Il protagonista di questa affermazione, Jesse Klavier, lo trovate raccontto qui sotto, proprio alla vigilia del voto. Gran parte dell’attenzione mediatica in questi giorni è concentrata sull’ascesa del candidato euro-scettico Geert Wilders. JESSE KLAVER. L’EMPATIA AL POTERE. CONCLUSIONE. TAG: comunicazione politica, elezioni, geert wilders, GroenLinks, Jesse Klaver, Olanda, Sinistra Verde, Verdi CAT: Partiti e politici. La Birmania nell’era di Aung San Suu Kyi e l’eterna guerra con le minoranze etniche | Lorenzo Piersantelli. La costruzione di una vera democrazia e quindi di uno Stato di diritto è un processo lento e delicato, oltre che graduale.

Un’innegabile verità confermata ancora una volta anche da quanto sta accadendo in Birmania, anche dopo le elezioni del 9 Novembre 2015, descritte come le prime elezioni politiche “libere”, dopo cinquantatré anni di dittatura militare. Inoltre, sempre secondo quanto sancito dalla Costituzione in vigore, va evidenziato che il venticinque per cento dei seggi parlamentari resta ai militari, “escludendoli così dalla competizione elettorale e destinandoli direttamente a ufficiali selezionati dall’esercito”, diventa automaticamente un “diritto di veto a favore delle forze armate”[3], poiché la norma che sancisce questa imposizione potrebbe essere cambiata, come previsto dalla Costituzione, ma soltanto con un settantacinque per cento dei voti alla Camera.

In Birmania, nascosto da un silenzio assordante, è in atto un conflitto interno che dura da oltre sessant’anni. [Note: Wikileajs su Nimr al Nimr - 08RIYADH1283_a. Show Headers B. 08 RIYADH 1070 Classified By: CG JOHN KINCANNON FOR REASONS 1.4 (B) AND (D) 1. (S/NF) SUMMARY: In an August 13 meeting with PolOff, controversial Shi'a sheikh Nimr Baqr al-Nimr sought to distance himself from previously reported pro-Iranian and anti-American statements, instead adopting a less radical tone on topics such as the relationship between Iran and the Saudi Shi'a, and American foreign policy.

Arguing that he is portrayed publicly as much more radical than the true content of his words and beliefs, the Sheikh also espoused other conciliatory ideas such as fair political decision-making over identity-based politics, the positive impact of elections, and strong "American ideals" such as liberty and justice. Despite this more moderate tone, Al-Nimr reasserted his ardent opposition to what he described as the authoritarianism of the reactionary al-Saud regime, stating he would always support "the people" in any conflict with the government.

Submit this story. I confini del Medio Oriente dopo la Prima Guerra Mondiale. Una tra le più importanti conseguenze della Grande guerra fu la rielaborazione dei confini geopolitici alla luce dello smembramento di antiche istituzioni imperiali. La sopravvivenza di queste entità territoriali era stata notevolmente compromessa dalla “primavera dei popoli” e dalle forze centrifughe che avevano infiammato il continente europeo fin dalla metà dell’Ottocento. La guerra e la sconfitta militare ne decretarono il collasso. Al di là degli aggiustamenti territoriali della Mitteleuropa, le più importanti e cospicue ridefinizioni di confine si ebbero in Europa orientale, nell’area dell’ex Impero asburgico, della Russia zarista, rovesciata nel 1917, e soprattutto in Medio Oriente, sulle ceneri del defunto “grande malato”, l’Impero ottomano. La presenza di un’entità politica storica come la “Sublime Porta” aveva impedito, soprattutto nel corso del XIX secolo, la completa colonizzazione europea del Vicino e del Medio oriente.

Siria e Libano Palestina e Transgiordania Iraq. Se la Cina riprende il suo posto. La parata militare del 3 settembre che si è tenuta a Pechino in occasione dei 70 anni della “Guerra di resistenza del popolo cinese contro l’aggressione giapponese e della guerra mondiale contro il fascismo” (questo il nome ufficiale della celebrazione) non ha tradito le attese ed ha rivelato importanti elementi per la politica interna e estera cinese. Xi Jinping è apparso sul palco della porta Tiananmen vestito con abiti tradizionali e le riprese televise cinesi lo hanno inquadrato mettendo in risalto il suo ruolo di unico leader nazionale.

Ne emerge infatti uno scenario da “uomo solo al comando”, confermando l’impressione che Xi Jinping avesse accentrato su di sé la maggior parte dei poteri e superando dunque il paradigma della “leadership collettiva” – condivisione del potere fra i membri del Politburo – sperimentato in particolare durante il decennio di Hu Jintao (2002-2012). La parata del 3 settembre, dunque, ha consentito a Xi Jinping d’inviare messaggi all’interno e all’esterno.

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