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Nuova pagina 1 Note, che il cantastorie spiega a modo di "morale", agli ascoltatori: "... sebbene o signori,questa è una leggenda antica, quanto l'uomo, oggi esistono ancora i Cola Pesce, che si sacrificano per il bene della amata terra di Sicilia. Sono la gente onesta, ammazzata dalla mafia e dagli intrighi di finanza, sono i giudici Borsellino, Falcone, i Peppino Impastato, sono figli migliori della amata terra di Sicilia.

recensione e video tutorial di applicazioni web e mobile Un percorso sulla didattica per competenze articolato in 6 passi per comprendere cosa sia, come possa essere implementata nella didattica e documentarsi sui temi e problemi che l'approccio per competenze chiama in causa. Ho scelto contributi di autori che per autorevolezza, chiarezza espositiva, ricchezza e completezza delle informazioni, potessero fornire un itinerario introduttivo al tema. Non sempre concordo con tutto quello che viene sostenuto in questi interventi intorno alle competenze, ma penso anche che tutti offrono spunti interessanti e stimolanti. Le risorse sono quelle che io conosco, sono certo che esistano altri contributi interessanti e utili e quando ne verrò a conoscenza li segnalerò. Tutte le risorse sono liberamente fruibili e/o scaricabili.

tecnologie didattiche TFA rappresentazioni grafiche TECNOLOGIE DIDATTICHE PAS - CORSO H Università di Torino, dipartimento di Scienze dell'Educazione a cura di Patrizia Vayola I prodotti dei corsistidei corsi PAS PRODOTTI CORSISTI TFA -CORSO L 043-050 Prof. Vayola MATERIALI = D.

I cellulari in classe sono molto utili, ma non solo per la didattica Chiunque viva la scuola e abbia dei figli in età da cellulare, sa che il momento in cui vengono ritirati i cellulari in classe è spesso drammatico, mentre la riconsegna rappresenta spesso un momento liberatorio, quasi come il primo respiro dopo un’apnea durata un tempo infinito. Non si tratta di esagerazioni: basta assistere al modo in cui i ragazzi si avventano sul loro cellulare quando al suono della campana dell’intervallo è loro consentito di riprenderne temporaneo possesso. Quello della crisi di astinenza da cellulare è un fenomeno dilagante. Il recente intervento del ministro Marco Bussetti (“Non usare i cellulari, ma c’è la didattica“), che si è dichiarato favorevole al loro uso in classe, purché a scopo didattico, ha avuto almeno il merito di fare luce su un tema che non si può ignorare se si tiene a un’azione educativa efficace. Il problema è che Bussetti si è limitato ad affermare, in modo piuttosto banale, che i cellulari possono essere utili nella didattica.

Cinque strumenti per creare storybooks Navigando per la rete ho trovato cinque utili piattaforme che possono essere utilizzate per realizzare storybooks. Alcune hanno una vocazione education mentre altre, nate principalmente per promuovere autori emergenti, possono essere utilizzate a scuola adattandole, con gli opportuni accorgimenti, alle proprie esigenze didattiche. Per ogni piattaforma riporto di seguito il link al sito web e una breve descrizione. Vi invito a provarle.

Storytelling digitale in classe: alcuni spunti e consigli per gli insegnanti Cos’è lo storytelling? E’la capacità di raccontare una storia. Niente di più di semplice, dunque, per gli insegnanti. Coding e PNSD La prossima settimana abbiamo tanti buoni motivi per dedicarci al coding: L’ora del codice, la settimana del Piano Nazionale Scuola Digitale (7-15 dicembre) e il concorso #ilmioPNSD (con premi in denaro compresi tra i 6.000 e i 7.170 Euro alle prime 5 scuole). Partecipare è semplicissimo. La settimana del PNSD Perché dico «no» all’uso dello smartphone in classe La diffusione del mondo digitale e della sua poderosa strumentazione, affascinante e in continuo progresso, è così invasiva nei giovani da occupare il loro interesse e il loro tempo al punto da distrarli dall’educazione scolastica tradizionale e da fare spazio al dibattito sullo 'smartphone al scuola' (che su queste colonne ha già visto l’intervento del professor Roberto Carnero e del dottor Carlo Bellieni, ndr). Ciò pone il problema delle ragioni che ne stanno alla base e, come direbbe un medico, della eziologia, della diagnosi e delle possibili indicazioni terapeutiche. Perché il giovane è così attratto dal suo smartphone o similia?

Il nuovo ruolo del docente. Da depositario assoluto del sapere a guida propositiva Nuove esigenze e prospettive: la condivisione del sapere Oggi più che mai, in una società in perenne trasformazione strutturale e culturale come la nostra, in crisi a causa del crollo dei fondamentali valori etici, determinato dalle ideologie materialistiche e pragmatistiche, afflitta dal consumismo e dall’edonismo che rischia di ridurre l’uomo ad un passivo ricettatore di stimoli, ad un essere provvisorio, in una società nella quale la domanda di istruzione e di formazione si è posta già da tempo in maniera pressante ed urgente, è fortemente avvertita da molti l’esigenza di “riscoprire” il profondo significato dell’educazione. Il significato intrinseco della parola educare, come è a tutti ben noto, vuol dire “trarre fuori” anche se talvolta non tutti lo ricordano, pertanto l’educazione dovrebbe risolversi in una serie d’azioni atte a promuovere il pieno svolgimento dell’educando, esprimendo quella somma di valori che sono connaturati al suo essere. Lifelong learning: la strategia vincente

DIA - banca dati di immmagini Dia è una banca dati di immagini, utilizzabile nelle attività didattiche come nella realizzazione di ipertesti e ricerche individuali, nonché come risorsa specifica per l’insegnamento multimediale. Conta attualmente 36.700 fotografie e riproduzioni, fornite da oltre 60 fondazioni, musei ed enti, italiani e stranieri ... (cos’è DIA) Risale al 1925 con la “Mostra Didattica Nazionale” il nucleo originario di quel patrimonio archivistico, documentario e librario conservato a Firenze nella sede dell’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa che oggi supera mezzo milione di unità. Con le varie denominazioni che storicamente si sono succedute dal 1925 (Centro Didattico Nazionale, Biblioteca di Documentazione Pedagogica, ecc.), per oltre ottanta anni la nostra istituzione, unica nel suo genere in Italia, ha raccolto e conservato migliaia e migliaia di esemplari, i più vari, tutti riconducibili al mondo della scuola e dell’educazione.

Le ragazze vogliono contare! In occasione dell’8 marzo e del “Mese delle STEM”, Il MIUR in collaborazione con il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri presenta Le ragazze vogliono contare!, una serie di iniziative per la promozione delle pari opportunità volte a contrastare gli stereotipi di genere. La scuola, infatti, può diventare un ottimo volano per avvicinare le studentesse italiane alle discipline STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics). Ricorda il MIUR che “solo il 38% delle studentesse indirizza il proprio percorso formativo verso le discipline cosiddette STEM. Il dato, evidentemente ancora troppo basso, si presta a molteplici letture di carattere sociale, culturale e anche educativo/orientativo”.

La biblioteca La biblioteca Leopardi si deve soprattutto all’opera di Monaldo, padre del Poeta, che, fin dall’adolescenza, iniziò a raccogliere libri riuscendo a costituire, in un tempo relativamente breve, un patrimonio librario eccezionale per l’epoca. Giacomo studiò qui insieme ai fratelli Carlo e Paolina, sotto la guida attenta e affettuosa del padre. La biblioteca era il baricentro attorno al quale si realizzava la vita di buona parte della famiglia: una sorta di incessante ed inevitabile conquista dello studio sopra ogni altra attività familiare. L’idea di Monaldo di formare e organizzare una biblioteca per i suoi figli nel 1812 si ampliò tanto da spingere il fondatore ad aprire la sua “libreria” anche agli amici e, soprattutto, ai cittadini recanatesi, come recita la lapide ancora conservata nella seconda sala: Oggi la biblioteca è l’unica parte del palazzo aperta al pubblico, poiché il resto dell’edificio è ancora abitazione privata della famiglia Leopardi.

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