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Riflessioni

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Cittadini competenti digitali: il modello DIGCOMP. La Carta della Cittadinanza Digitale [i] sancisce un cambiamento nel nostro modo di essere cittadini garantendo il diritto di accedere, in modalit à digitale, a tutti i dati, documenti e servizi della Pubblica Amministrazione.

Cittadini competenti digitali: il modello DIGCOMP

La qualità di questa virata dipenderà, oltre che dalla disponibilità di strumenti, risorse e connessione, da come i due protagonisti di questo nuovo corso digitale, cittadini e Pubblica Amministrazione, saranno in grado di rispondere alla necessità di innovazione . L’esito del passaggio sarà influenzato dalla disponibilità all’acquisizione, consolidamento e aggiornamento delle competenze digitali e dalla volontà di essere comunità.

L’allargamento della cittadinanza al digitale richiede di mantenere viva la riflessione sul tema dell’ inclusione digitale intesa come possibilità concreta per tutti i cittadini di esercitare una cittadinanza attiva. "Nativi digitali"? La mera tecnologia non aiuta la Scuola. La settimana scorsa il prof.

"Nativi digitali"? La mera tecnologia non aiuta la Scuola

Paolo Ferri è intervenuto su questo giornale a proposito della vexata quaestio relativa all'esistenza dei “nativi digitali”. Nel farlo ha citato alcune mie ricerche come esempio di “tecno-scetticismo”. L’intervento di Ferri è collegato anche al dibattito su un vecchio contributo di Paolo Attivissimo datato 2013, che è girato nuovamente in rete nelle settimane scorse. Come educare cittadini digitali: necessario un framework nazionale. Che l’implementazione del digitale nei contesti educativi viaggi ad una diversa velocità rispetto alle capacità e agli strumenti che la scuola ha a disposizione per farsi istituzionalmente carico di una seria e sistematica educazione alle competenze digitali, è questione non di poco conto.

Come educare cittadini digitali: necessario un framework nazionale

La scuola sa bene che, al di là delle categorie in cui sono stati variamente ascritti i propri utenti – nativi digitali, net generation, generazione app, ecc. – bambini e adolescenti si muovono con sufficiente destrezza tecnica tra i numerosi dispositivi, ma non certo con competenza. Ne sono testimonianza i molti episodi con cui la scuola si scontra sempre più spesso, atti di piccola o grande pirateria informatica, uso scorretto dei canali di comunicazione, flaming e cyberbulling nei social. Sappiamo che il tema delle competenze di cittadinanza digitale è previsto tra le azioni imminenti del PNSD e si prova in questa sede a formulare alcune proposte operative: Che cosa è il Design Thinking e come attuarlo in classe (in 6 step) “Essere empatici.

Che cosa è il Design Thinking e come attuarlo in classe (in 6 step)

Cercare di capire a che cosa la gente dia veramente valore. La grande cosa del Design Thinking è che permette alle persone di costruire idee sulle idee degli altri. Tu pensi a qualcosa, io ho un’idea, poi qualcuno da qualche parte dice: ‘Ehi, questo mi ha fatto pensare che dovremmo fare questo e potremmo fare quello.’ Così arrivi ad un punto che non avresti mai raggiunto con un’unica mente”.

David Kelley (Professore alla Stanford University e fondatore dell’azienda di Design IDEO) sintetizza così il Design Thinking mettendo in evidenza alcune delle principali caratteristiche distintive della metodologia: lo human-centred approach, la multidisciplinarità e la collaborazione, la creatività e la propensione per le “wild ideas” che permettono di andare oltre i limiti della conoscenza, per un approccio innovativo alla didattica.

Il processo del Design Thinking in classe Le sei fasi del Design partecipativo. Animatori digitali. Di recente sono stato invitato ad aprire il corso di formazione degli animatori digitali della Provincia di Brescia.

Animatori digitali

Il tema che mi era stato assegnato era la messa a fuoco delle competenze di questa figura di recente inserita nella scuola dal PNSD. L'ho fatto attraverso un duplice percorso, diacronico e sincronico. Ovvero: 1) prima ho cercato di ricostruire la vicenda evolutiva che ha condotto a questa figura, cercandone gli "antenati" nella storia recente della scuola italiana; 2) in secondo battuta ho provato a individuarne e descriverne sinteticamente le aree di competenza. Il "nonno" dell'animatore digitale La legge 426 del 6.10.1988 introduceva nella scuola quattro nuove figure professionali: l'operatore psicopedagogico, il coordinatore dei servizi per l'orientamento scolastico, il coordinatore dei servizi di biblioteca e l'operatore tecnologico.

Animatour - La Presentazione.pdf. I Nativi Digitali pensano e apprendono diversamente. Francesca Ungaro Webwriter e Content Manager.

I Nativi Digitali pensano e apprendono diversamente

Psicologa.Ho lavorato come Responsabile della Comunicazione Corporate. Psicologia e scrittura sono le realtà che si intrecciano da sempre nella mia vita. Latest posts by Francesca Ungaro (see all) In un articolo di Panorama del 4 aprile 2016 si legge che i Nativi Digitali pensano diversamente rispetto alle generazioni precedenti. Elenco interventi attuati poli formativi per formazione animatori digitali suddivisi per regioni. Generazione Digitale - La didattica collaborativa. Inclusività, collaborazione, esperienza: sono queste le caratteristiche della nuova didattica.

Generazione Digitale - La didattica collaborativa

Generazione Digitale - I nuovi spazi della scuola. Quando si parla della scuola del futuro, ovviamente il primo pensiero va alle nuove tecnologie, la cui introduzione, se pur con tempi diversi, si sta facendo pian piano strada nelle scuole del Paese.

Generazione Digitale - I nuovi spazi della scuola

Ma con l'arrivo di nuovi strumenti e la diffusione di una didattica innovativa nei processi di apprendimento, non è pensabile che anche gli spazi e gli arredi restino uguali a quelli di una volta. C'è bisogno di un cambiamento negli ambienti d'apprendimento, ne parliamo con i nostri ospiti: Rita Coccia, dirigente scolastico dell’Istituto Volta di Perugia, Elisabetta Mughini, ricercatrice Indire, l’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa, i nostri ragazzi e il professore Mario Morcellini.