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Come educare cittadini digitali: necessario un framework nazionale

Come educare cittadini digitali: necessario un framework nazionale
Che l’implementazione del digitale nei contesti educativi viaggi ad una diversa velocità rispetto alle capacità e agli strumenti che la scuola ha a disposizione per farsi istituzionalmente carico di una seria e sistematica educazione alle competenze digitali, è questione non di poco conto. La scuola sa bene che, al di là delle categorie in cui sono stati variamente ascritti i propri utenti – nativi digitali, net generation, generazione app, ecc. – bambini e adolescenti si muovono con sufficiente destrezza tecnica tra i numerosi dispositivi, ma non certo con competenza. Ne sono testimonianza i molti episodi con cui la scuola si scontra sempre più spesso, atti di piccola o grande pirateria informatica, uso scorretto dei canali di comunicazione, flaming e cyberbulling nei social. Sappiamo che il tema delle competenze di cittadinanza digitale è previsto tra le azioni imminenti del PNSD e si prova in questa sede a formulare alcune proposte operative:

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Come formare cittadini #competentidigitali? #competenzechiave #DigComp #DigCompOrg #EntreComp - cittadinanza digitale La scuola (digitale) del XXI secolo Tutti, se competenti, abbiamo l’opportunità di agire da attori proattivi e cogliere le opportunità dei cambiamenti che caratterizzano i nostri tempi. La scuola è il luogo in cui formare a vivere il cambiamento, esercitare attivamente la cittadinanza (digitale), immaginare soluzioni innovative, ascoltare, accogliere, anticipare i bisogni. Il “racconto della conoscenza” cede il passo al fare, all’apprendere attraverso la scoperta, alla partecipazione, all’elaborazione critica e creativa attraverso la facilitazione degli strumenti e degli ambienti digitali. Il digitale non è “altro” che va affiancato a percorsi didattici già consolidati, non è evoluzione incrementale. È “innovazione distruttiva” del modello scuola, della distinzione tra docenti e studenti, dello spazio d’apprendimento dell’aula, della rigida distinzione tra discipline, della separazione tra scuola e mondo reale.

In Italia mancano le competenze digitali Nel nostro Paese mancano le figure professionali con le competenze digitali che servono alle aziende. È quello che ha dimostrato lo studio condotto dalle principali associazioni ICT (AICA, Assinform, Assintel e Assinter Italia) e promosso dall'Agenzia per l'Italia Digitale (AgID) grazie alle attività dell'Osservatorio Digitale. La domanda delle aziende non è soddisfatta dall'offerta di figure professionali adeguate a causa della mancanza di una strategia che coinvolga in modo più sinergico formazione e imprese. Da una parte i risultati dello studio dell'Osservatorio delle Competenze Digitali indicano che aziende e Pubblica Amministrazione sono altamente consapevoli (80-90% dei rispondenti) dell'impatto della "digital transformation" e della necessità di adeguare le competenze digitali ai nuovi trend del settore (mobile, digitalizzazione di flussi e processi, business analytics, IoT, cloud computing, evoluzioni Web, pagamenti elettronici).

Didattica digitale vs. didattica digitalizzata — Il digitale a scuola Didattica digitale vs. didattica digitalizzata C’è un articolo sul web che sta facendo parlare di sé, a proposito di didattica e tecnologie. Il titolo originale è “Digital vs Digitized Learning”, che in italiano si potrebbe rendere come “apprendimento digitale e digitalizzato”. Qual è la differenza tra questi due approcci didattici? L’infografica a supporto risulta abbastanza chiara: Li chiamano "nativi digitali", ma non sanno usare internet tematiche d'impresa di Antonio Teti | 20 Ottobre 2015 Sembrerebbe una contraddizione in termini, ma sembra proprio che i giovani cresciuti a “pane e Internet” non abbiano la benché minima idea di come si debba navigare in Rete. Non conoscono i rischi derivanti dalla navigazione con le porte Wi-Fi aperte, non proteggono in alcun modo i propri smartphone e non controllano i parametri configurazione dei social network che utilizzano I nativi digitali non conoscono la Rete. Questa è l’indicazione che ci giunge da un recente studio condotto dalla ECDL Foundation (www.ecdl.com), ente che in Italia è rappresentato dall’AICA (Associazione Italiana per l’Informatica e il Calcolo Automatico), che si occupa dello sviluppo e del rilascio, a livello europeo, di certificazioni professionali nel settore dell’Information Technology.

"Riconnessioni", l'importanza delle competenze digitali a scuola Di cosa abbiamo bisogno per fare della scuola un laboratorio di innovazione che risponda ai bisogni dei cittadini? Di metterci alla prova e fare squadra. La competenza digitale di cittadini, docenti ed organizzazioni educative è un elemento chiave del progetto Riconnessioni, un grande programma di innovazione nelle scuole e per le scuole avviato ufficialmente nei primi giorni di ottobre. #Skillage:quali competenze digitali possediamo per il mercato del lavoro? #DigComp - cittadinanza digitale Per trovare il proprio spazio nel mercato del lavoro è necessario mettere in campo tutte le competenze, anche quelle digitali. Esse possono essere la marcia in più che fa la differenza nel momento in cui si fa domanda per un impiego. Siamo pronti per lavorare nella città digitale? A questo quesito ci aiuta a rispondere l’applicazione Skillage guidandoci in un percorso di autovalutazione su 5 specifiche categorire:

Lavorare nell'era digitale, così cambia l'istruzione: i nuovi trend L’EPSC (European Political Strategy Center) ha recentemente reso disponibile la pubblicazione “10 Trends. Transforming education as we know”. Come sta cambiando l’educazione? Quali sono gli orientamenti che incontrano i bisogni dei cittadini sempre più digitali? Il sistema educativo, si legge, deve reinventarsi e, in un mondo che cambia assai velocemente, educare al cambiamento e al costante aggiornamento del corredo personale di competenze.

Assunzioni, una su tre richiede le competenze 4.0 La rivoluzione dell'industria 4.0 comanda anche i processi di assunzione dei nuovi lavoratori. Secondo quanto rileva Unioncamere attraverso il sistema informativo Excelsior, un'assunzione su tre ha richiesto capacità di gestire e applicare tecnologie 4.0. "Solo lo scorso anno il 34,2% delle oltre 4 milioni di ricerche di personale programmate", rileva Unioncamere, "si è indirizzata verso profili professionali con competenze 4.0 adeguate per raccogliere questa sfida. Mentre per elevare le conoscenze delle risorse umane già presenti in organico, il 30% delle imprese ha già svolto o intende avviare nei prossimi 12 mesi percorsi di formazione sulle tematiche 4.0". I dati sono stati presentati in occasione del convegno "INDUSTRIA E IMPRESA 4.0 La rivoluzione delle competenze" in corso venerdì a Roma presso Maker Faire. Oltre alle competenze 4.0 le aziende ricercano con particolare interesse anche altre skill ritenute chiave per affrontare i cambiamenti insiti nella digital transformation.

Metodo Montessori: meglio del digitale Negli ultimi 10 anni le risorse della scuola pubblica sono state tagliate senza alcun pudore. Ormai lo sanno tutti. Nel giro di pochi anni le sono stati tolti 7 miliardi di euro e 150 mila operatori. L’unica voce che si è salvata da questa distruzione è stata quella che riguardava il settore tecnologico, o meglio, il settore della didattica digitale. Cos’è la LIM? Si è incominciato qualche anno fa con la cosiddetta LIM (Lavagna Interattiva Multimediale) da far pervenire praticamente in tutte le scuole italiane. il modello SAMR La domanda da cui nascono la mia presentazione e il mio intervento è la seguente: quale atteggiamento dobbiamo avere nei confronti della musa transmediale, ovvero della narrazione transmediale e della cultura della convergenza, che ci promette la libertà della partecipazione ma mette anche a punto il più potente strumento di seduzione manipolatoria che l'uomo abbia mai approntato? Dobbiamo, come Odisseo, resistere al suo canto o, invece, abbandonarci ad essa e unire la nostra voce alla sua? Non essendo in grado di rispondere a tale domanda, mi limito a offrire un percorso che, forse, ci permette di conoscere meglio la nostra musa seguendo alcune delle sue epifanie e capire meglio l'inquietudine che suscita.

DigCompEdu: ecco come dev'essere il docente della scuola digitale Abbiamo da dicembre 2017 la versione definitiva del quadro di competenza DigCompEdu il documento che descrive le competenze di cui deve essere in possesso chi insegna: un documento che è diretta espressione della Commissione Europea (che ha commissionato il lavoro al suo Centro di Ricerca – JRC, Joint Research Center), un documento che recepisce in modo maturo la conoscenza ormai patrimonio delle tante esperienze di Scuola Innovativa digitale realizzate dal mondo della Ricerca e della Scuola. La versione definitiva del framework DigCompEdu riporta tutti gli elementi distintivi descritti nell’articolo comparso su questa rivista a luglio 2017 e modifica in modo sostanziale solo un elemento, quello dell’area di competenza sull’impegno professionale del docente (Professional Engagement) da cui è stata “stornata” la competenza di “gestire dati digitali”. Leggi: Competenze digitali, dall’Europa all’Italia la strategia per uscire dall’emergenza Ue, faro su innovazione e competenze digitali

Ecco perché i nativi digitali sono una realtà (anche se ignoranti) Recentemente, è stato ripreso sul Web, con un certo successo, un vecchio (2013) e fortunato articolo (trentaseimila like su Facebook e duemilaseicento condivisioni on-line) per Agenda digitale di Paolo Attivissimo Per favore non chiamiamoli nativi digitali che, riprende la vecchia polemica sull’esistenza o meno dei “nativi digitali”. Ho contribuito a suscitare questo dibattito in Italia con il mio Nativi digitali (Bruno Mondadori, 2011) e dopo 5 anni dall’uscita di questo volume sono ancora convinto della validità euristica della “categoria” coniata a suo tempo da Mark Prensky (Prensky, 2001). Facciamo il punto della situazione. I nostri figli sono nati in questo mondo e il loro ambiente sociale e di vita è radicalmente differente da quello dove siano nati noi “figli del libro” ed “immigrati digitali”. a. b.

Foia: ecco cosa devono sapere cittadini e giornalisti Roma - Da oggi, 23 dicembre 2016, chiunque può esercitare il nuovo diritto di accesso generalizzato ai dati e ai documenti delle pubbliche amministrazioni. Infatti, diviene finalmente applicabile una delle norme più importanti ed attese tra quelle introdotte nell’ambito della riforma della pubblica amministrazione del Governo Renzi: quella sul c.d. “FOIA”, acronimo inglese che sta per Freedom of information act. “Nativi digitali” sempre meno competenti per colpa di tablet e smartphone? Se siete fra quelli che comprano tablet e smartphone al neonato perché così diventerà sicuramente un cittadino digitale competente, forse ho una brutta notizia da darvi. Secondo uno studio condotto in Australia per la valutazione delle competenze degli studenti di 12 e 16 anni su un campione di 10.500 individui, la crescente diffusione degli smartphone e dei tablet nelle case e nelle scuole sta ritardando lo sviluppo delle competenze informatiche. I risultati mostrano infatti un declino drastico rispetto agli stessi dati raccolti nel 2008 per i dodicenni; i dati per i sedicenni sono al minimo storico. Come si spiega?

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