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Storia

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AGNOLI: MUSSOLINI? LA SINISTRA DOVREBBE ESSERGLI RICONOSCENTE… 6 Novembre 2019 Pubblicato da wp_7512482 -- Marco Tosatti Cari Stilumcuriali, un caro amico di Stilum Curiae, che abbiamo avuto in qualche occasione il piacere e l’onore di ospitare, il prof.

AGNOLI: MUSSOLINI? LA SINISTRA DOVREBBE ESSERGLI RICONOSCENTE…

Francesco Agnoli, un paio di giorni fa ha rilasciato a L’Occidentale un’intervista molto interessante su Mussolini, che vi proponiamo. Buona lettura. Nel 1919, cento anni orsono, nascevano il Partito popolare di Luigi Sturzo e Alcide De Gasperi e i Fasci italiani di combattimento, per opera di Benito Mussolini. Francesco Agnoli, docente di storia, ha ripubblicato per l’occasione “Dio non esiste” (in libreria dal 7 novembre), un opuscolo del futuro duce, scritto nel 1904, con una sua ampia postfazione. Professore, perchè questo lavoro? Perchè del fascismo e di Mussolini si parla moltissimo, ma spesso semplificando, falsificando, strumentalizzando… Per esempio si sente spesso dire che il motto del fascismo era “Dio, patria, famiglia“, ma ciò è assolutamente errato. Perchè? Tornando a Dio… Certamente. L'ULTIMO CRIMINE DI SCHACHT (Olio di palma in Indonesia) — Blondet & Friends. Negli anni ’30, il miracolo economico hitleriano non fu dovuto soltanto agli effetti MeFo.

L'ULTIMO CRIMINE DI SCHACHT (Olio di palma in Indonesia) — Blondet & Friends

Schacht istituì un severo regime di controllo dei cambi per tenere sotto controllo il deficit commerciale. Gli importatori tedeschi avevano bisogno dell’autorizzazione della Banca Centrale per poter ricevere la valuta (dollari, sterline) necessari; tutto fu facilitato da accordi diretti con gli esportatori che di quelle valute disponevano. Con ciò, fu tagliato fuori il “mercato” monetario internazionale, ossia il lucro che banchieri globali estraevano vendendo i dollari secondo il valore che i “mercati” davano al marco. Il gran gelo dell’import-export creato dalla Grande Depressione, paradossalmente, aiutò: i creditori della Germania venivano pagati in marchi moneta di Stato, spendibili solo all’interno della Germania. La Germania non aveva più bisogno di procurarsi dollari e sterline, non era più soggetta alla speculazione monetaria del potere anglosassone.

QUANDO HJALMAR SCHACHT FU INVITATO IN INDONESIA.. — Blondet & Friends. Assolto a Norimberga per volontà dei magistrati americano e britannico e il francese (il sovietico, generale Nikitshenko aveva votato per lì esecuzione capitale), miracolato per evidente intervento di certe “istanze superiori” che possiamo indovinare “illuminatissime e regolarissime” (non ebraiche: anche Ben Gurion lo voleva morto), il banchiere dei Reich Hjalmar Horace Greely Schacht cominciò nel 1951, a 71 anni, una nuova vita come consulente estero di successo; i paesi di recente indipendenza se ne contendevano i servigi.

QUANDO HJALMAR SCHACHT FU INVITATO IN INDONESIA.. — Blondet & Friends

Un articolo di un periodico indonesiano di storia, ricorda come una delegazione guidata dal ministro delle finanze Jusuf Wibisono bussò alla casa di Bleckede, in Bassa Sassonia, dove l’ex banchiere centrale di Hitler abitava, per scongiurarlo di venire in Indonesia. Schacht dovette esitare. Chiarì che non aveva alcun desiderio di lavorare a lungo in un paese così lontano. Schacht partì con la moglie Manci. “Fu sotto questi aspetti che il comunismo è fallito. TROVATI I COSTRUTTORI DI GOBEKLI TEPE? — Blondet & Friends Reader.

20 settembre 1870: dall’invasione di Roma all’invasione della Chiesa. Di Piergiorgio Seveso Un vecchio numero, il numero 5 (Settembre-Ottobre 2010) di “Vita e pensiero”, rivista pubblicata all’interno dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, già dalla copertina non lasciava adito a dubbi.

20 settembre 1870: dall’invasione di Roma all’invasione della Chiesa

Pio IX, Vittorio Emanuele di Savoia e Garibaldi a braccetto e a passeggio, come vecchi amici. Mancava solo Mazzini: l’allucinato “apostolo del pugnale” sarà stato, come sempre, in fuga, ricercato dalle polizie di mezza Europa. L’immaginetta propagandistica ottocentesca era tipicamente “conciliatorista”, di quegli anni in cui, effettuata la conquista a colpi di cannone, con la mazza ferrata delle invasioni e la pantomima dei plebisciti, ci si sforzava di fare capire alla gente che in fondo il dissidio era ben poca cosa e che ora, nell’era nuova, riconquistata la patriottica “libertà della patria”, tutte le differenze dovevano essere accantonate.

Pena il diventare “elementi antinazionali” con tutte le spiacevoli conseguenze connesse. Montini: un’analisi interessata. I Martiri delle stragi giacobine di Settembre. A cura di Giuliano Zoroddu Il 17 ottobre 1926 Pio XI, riconosciutone il martirio, decretava gli onori dei Beati a 191 ecclesiastici – un Arcivescovo, due vescovi e 189 sacerdoti regolari e secolari – trucidati dai rivoluzionari a Parigi fra il 2 e il 3 settembre 1792 nel contesto delle Stragi di Settembre che in pochi giorni videro migliaia di assassinati.

I Martiri delle stragi giacobine di Settembre

Attraverso le pagine dell’abbè Rohrbacher vi raccontiamo la loro storia di sangue e gloria. Il 26 agosto l’assemblea legislativa pubblicò il decreto di deportazione contra i preti fedeli. Manuel, procuratore sindaco di Parigi, radunò il consiglio segreto de’municipali. Con Marat, Legendre e un prete giurato, egli deliberò su questo decreto e lo trovò troppo dolce. In questa guisa le vittime s’intrattenevano confidentemente coll’uomo che aveva pronunziato la loro morte e che pigliava partiti per l’esecuzione. Tuttavia il venerdì 31 agosto la risoluzione del municipio non era per ancora stata mandala ai Carmelitani. Mi piace: