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Theoria

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Meglio Callicle, di Teodoro Klitsche de la Grange. Seguendo le sollecitazioni di alcuni lettori si ripropone qui sotto un saggio di Teodoro Klitsche de La Grange già apparso sul sito ma con una veste grafica poco adatta alla lettura_ Giuseppe Germinario C’è molto da meditare, ancora oggi, in particolare per chi si occupi di studi politici e giuridici, sull’alternativa, nel Gorgia, tra le contrapposte tesi di Socrate e Callicle. Com’è noto, Socrate – il quale inizia, sul punto, a discutere con Polo – sostiene che è moralmente preferibile subire un torto piuttosto di farlo. Callicle (e Polo) al contrario, ritengono che subirlo non sia degno di un uomo libero. A ben vedere le opposte soluzioni conseguono dai diversi presupposti (e contesti) da cui partono i contraddittori, in certo modo confusi dall’abilità dialettica di Socrate. Infatti questi, procedendo da un’impostazione morale, considera l’azione in se, avulsa dalle conseguenze che dalla stessa possono derivare, e dal contesto in cui si producono gli effetti.

Diritto. Academic Grievance Studies and the Corruption of Scholarship. This essay, although hopefully accessible to everyone, is the most thorough breakdown of the study and written for those who are already somewhat familiar with the problems of ideologically-motivated scholarship, radical skepticism and cultural constructivism. Part I: Introduction Something has gone wrong in the university—especially in certain fields within the humanities.

Scholarship based less upon finding truth and more upon attending to social grievances has become firmly established, if not fully dominant, within these fields, and their scholars increasingly bully students, administrators, and other departments into adhering to their worldview. This worldview is not scientific, and it is not rigorous. For many, this problem has been growing increasingly obvious, but strong evidence has been lacking. We undertook this project to study, understand, and expose the reality of grievance studies, which is corrupting academic research. Part II: Methods What Did We Do? 7 papers accepted. No. Sulla predestinazione - Romano Amerio. In una recente discussione un lettore chiedeva approfondimenti sulla Predestinazione. Sul tema ho trovato un testo interessante tra gli scritti di Romano Amerio, che contengono riflessioni dense e pertinenti, porte con garbo teoretico e con un pensiero costruttivamente cattolico.

Si tratta di analisi che, nel cogliere molte delle variazioni antropologiche e prima ancora metafisiche all'origine dell'attuale crisi, ci ripresentano i dati oggettivi della nostra fede. L'ultimo suo lavoro, Stat Veritas, analizza e commenta in 55 chiose la Lettera apostolica Tertio millennio adveniente, indirizzata il 10 novembre 1994 da Giovanni Paolo II all'episcopato, al clero e ai fedeli in preparazione del giubileo dell'anno 2000, per definire gli orientamenti pastorali per la Chiesa del nuovo millennio.

Riprendo di seguito la Chiosa 4, nella quale compare il tema della 'predestinazione'. CHIOSA 4: Commento al § 6, p. 11. Queste sono due cose differenti, due strade che qui vengono confuse. Les Carnets de Nicolas Bonnal | Cochin et la reprogrammation des Francais. Augustin Cochin a été redécouvert par François Furet dans son magnifique et audacieux livre Penser la révolution française, chef d’œuvre resté sans lendemain. Cochin lui-même s’est opposé à la théorie du complot, mais le sorbonnard Daniel Mornet l’accusa quand même de tous les maux. Ce catholique de tradition aura été un esprit moderne en fait et découvreur, héritier de deux grands esprits juifs moins connus que Freud, le sociologue Emile Durkheim et le fantastique politologue russe Moïse Ostrogorski. Il y a longtemps qu’Augustin Cochin avait exposé sa théorie de la confiscationdes pouvoirs dans nos modernes démocraties, républiques ou autres nations unies.

Cochin expliquait pourquoi ce sont toujours « eux » qui décident et pas « nous » ; on est en 1793, quand les sociétés de pensée ont décidé de refaire l’Homme, la Femme, la France, l’Humanité, le reste. . « La société fondée, il est fatal qu’un cercle intérieur se forme qui la dirige à son insu. Mais Cochin distingue la méthode. Michael Oakeshott. 1. Life and Works Michael Oakeshott’s father, Joseph Oakeshott, was a member of the Fabian Society, a socialist but not radical organization (its symbol was the tortoise), many of whose members participated in establishing the British Labor Party.

The Society’s leaders, Beatrice and Sidney Webb, were also among the founders of the London School of Economics. The younger Oakeshott studied history in Gonville and Caius College, Cambridge, in the early 1920s and was made a fellow of the college in 1925. Although Oakeshott challenged the postwar Labor government’s faith in planning, in his youth he thought of himself as a socialist. In his first book, Experience and Its Modes (1933, cited as EM), Oakeshott barely mentions politics. Oakeshott’s magnum opus, On Human Conduct (1975a, cited as OHC) appeared late in his career. 2.

Modes, then, are provisionally coherent and distinguishable kinds or categories of understanding and inquiry. A number of conclusions follow from these premises. 3. Seifert: "La morte cerebrale è un inganno: vi spiego perché" Il noto filosofo cattolico Josef Seifert spiega alla NuovaBQ.it «l'utilitarismo che ha prodotto la nuova definizione di "morte cerebrale" per l'espianto di organi», il discorso di Giovanni Paolo II e lo scambio di idee con Benedetto XVI. Chiarendo: «La persona (l'anima) ha un essere sostanziale che non può essere ridotto all'uso della coscienza.

Soprattutto è stata scientificamente confutata la tesi per cui il cervello è il centro della vita integrale». Dopo la scoperta dell'uso strumentale della nuova definizione di "morte cerebrale" per espiantare organi e le interviste ad un medico e un filosofo, che hanno spiegato la storia di questo nuovo criterio varato ad Harvard nel '68 insieme alle conseguenze nefaste prodotte, il noto filosofo austriaco Josef Seifert, amico di Benedetto XVI ed ex membro della Pontificia Accademia per la Vita (Pav), spiega l'errore scientifico che ci sta dietro e perché i cattolici non sono tenuti a credere in questa "falsa morte".

E' STATO BERLUSCA A REALIZZARE IL 68..... Roberto PECCHIOLI Le piccole librerie e i bouquinistes di strada sono preziosi. Da loro si riescono a trovare vecchie edizioni, libri che si credevano esauriti, autori e testi dei piccoli editori, presidio di libertà. Visitando una libreria nel centro storico di una piccola città ci siamo imbattuti in un libriccino di poche pagine scritto nel 2011 dal filosofo e storico dell’arte Mario Perniola, scomparso recentemente.

Intrigante il titolo, interessante il testo che si legge d’un fiato: Berlusconi o il ’68 realizzato. La tesi dell’intellettuale astigiano è che il Cavaliere sarebbe la prova del successo della rivoluzione antropologica innescata dalle idee, parigine e californiane, del 1968. Strano davvero che le posizioni eterodosse di pochi pensatori considerati reazionari, insieme con voci potenti ma isolate tacciate di “rossobrunismo” (Costanzo Preve) vengano in qualche modo accolte, o almeno rivisitate, da un figura come quella di Perniola. La nostra posizione è diversa.