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DANTE

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Il Paradiso taroccato. Piergiorgio Odifreddi, dantista. Di Marco Grimaldi [Da qui a settembre LPLC sospende la sua programmazione ordinaria.

Il Paradiso taroccato. Piergiorgio Odifreddi, dantista

Ripubblicheremo alcuni interventi usciti qualche tempo fa. Quello che segue è uscito il 19 ottobre 2015]. Quest’estate sono andato al Futura Festival di Civitanova Marche. Il giorno prima aveva parlato Piergiorgio Odifreddi e qualcuno mi ha subito chiesto che cosa ne pensassi di un’idea del matematico impertinente: e cioè che gli ultimi canti della Commedia non li avrebbe scritti Dante ma uno dei suoi figli. Prima di annunciare la scoperta, Odifreddi espone le sue opinioni generali su Dante. 12 ottobre 2015 [Immagine: Piergiorgio Odifreddi] DIVINA COMMEDIA: PARADISO - COMMENTO CANTO VI. Nino Borsellino e Achille Tartaro, nella prestigiosa cornice della biblioteca Vallicelliana di Roma, commentano il Canto VI del Paradiso.

DIVINA COMMEDIA: PARADISO - COMMENTO CANTO VI

Quello politico è uno dei temi chiave della Commedia. Così, in questo sesto Canto del Paradiso, come già nel sesto delle altre due cantiche, il tema politico trova il suo suggello nella viva voce dell`imperatore Giustiniano. Questi narra la storia di Roma, in un`abile sintesi, dallo sbarco di Enea in poi. La grandezza di Roma è rappresentata simbolicamente dal volo prodigioso dell`aquila imperiale, dicono i commentatori, ed è finalizzata all`urgenza, secondo il punto di vista di Dante, della restaurazione del potere imperiale, in una realtà scossa dalle lotte di parte e dal disordine. Nell`ultima parte del Canto, Dante trova lo spazio per inserire la figura esemplare di un uomo onesto e giusto: Romeo di Villanova, ministro di Berengario lV, principe di Provenza. Tags Condividi questo articolo.

DIVINA COMMEDIA: INFERNO - LETTURA CANTO VI. 2013%20 %20Natalia%20De%20Mariano%20 %20%20CantoVII%20del%20Purgatorio. Gabriella Corsini, Il pensiero politico di Dante fra profetismo e utopia. I canti politici della divina commedia. INFERNO VI, vv. 40-93 Nel Canto VI dell'Inferno né Ciacco né Dante fanno un'analisi politica della situazione di Firenze: si limitano a una di tipo etico.

I canti politici della divina commedia

Il primo parla di "invidia", il secondo di "divisioni tra i partiti" (oggi parleremmo di "criminalizzazione dell'avversario", di misconoscimento della sua legittimità). E insieme aggiungono altri due aggettivi: "superbia" e "avidità". Dante, che pur aveva appoggiato i guelfi contro i ghibellini, aveva sperimentato sulla sua pelle cosa voleva dire essere dichiaratamente "cattolici" in politica.

I Neri infatti volevano esserlo in maniera integralistica: il loro non era un cattolicesimo "democratico" ma "teocratico" o "ierocratico", dove il peso politico del papato (e del clero in generale) sarebbe stato enorme. Peraltro qui Dante si riferisce alle divisioni tra guelfi Bianchi e Neri, essendo i ghibellini fiorentini già stati sconfitti dal papato con l'aiuto dell'intervento armato dei francesi di Carlo di Valois. La "Commedia" e la politica in Dante: il sesto canto di "Inferno", "Purgatorio" e "Paradiso" Il pensiero politico dantesco è il frutto di una particolare parabola evolutiva che trova le sue ramificate radici in una complessa serie di fattori: la vicenda biografica dell’autore, il suo impegno politico nella città natia nella fazione “bianca” dei Guelfi, l’esperienza dolorosissima dell’esilio e i rapporti diretti avuti con diverse corti italiane nel periodo del forzato allontanamento da Firenze.

La "Commedia" e la politica in Dante: il sesto canto di "Inferno", "Purgatorio" e "Paradiso"

A ciò si aggiungono tutte le speranze (e l’approfondita riflessione storico-sociale precedente) che Dante affida alla fallimentare spedizione di Arrigo VII (1275-1313) del 1311. Possiamo quindi trovare gran parte di queste riflessioni in diverse opere dantesche, tra cui il Convivio, le Epistole (V, VI, VII, XI), il trattato intitolato Monarchia e - ovviamente - la Commedia stessa. Inferno: III Cerchio (Golosi). Incontro con Ciacco e situazione politica di Firenze (vv. 37-93).Purgatorio: Antipurgatorio, II Balzo (Negligenti, morti per violenza).

Bibliografia essenziale: - D. I canti politici. La Divina Commedia in HD - Playlist Youtube. Dante, i due poteri, la cupiditas (di Massimo Borghesi) Dante Alighieri, affresco di Luca Signorelli, nella Cappella San Brizio del Duomo di Orvieto.

Dante, i due poteri, la cupiditas (di Massimo Borghesi)

Sullo sfondo, l’incipit del Codice Vaticano Palatino Latino 1729, contenente la Monarchia e le Epistole, conservato nella Biblioteca Vaticana. Mappa concettuale che descrive come secondo Dante dovevano essere divisi i poteri tra Papa e Imperatore. Il pensiero politico di Dante nei versi della Commedia - Treccani Portale. Di Luca Azzetta* Il pensiero politico dantesco, così come si manifesta negli anni della maturità, appare caratterizzato da un’evoluzione frutto della sua vicenda personale (l’impegno nella politica comunale a Firenze, l’esperienza drammatica dell’esilio, la conoscenza diretta delle corti e delle città italiane ecc.) e di una più ampia riflessione sulla storia (il fallimento della spedizione di Arrigo VII, il problema della libertà e della giustizia, le cause della corruzione della società umana ecc.).

Il pensiero politico di Dante nei versi della Commedia - Treccani Portale

Molti e di diversa natura sono i testi in cui esso si manifesta: dal Convivio alle Epistole (V, VI, VII, XI), dalla Commedia alla Monarchia che, portata a compimento probabilmente a Ravenna negli ultimissimi anni di vita, ne rappresenta il punto di arrivo. L’Impero come istituzione universaleLa necessità dell’Impero, istituzione universale e sovranazionale. Il potere imperiale e il potere ecclesiastico: la teoria dei “due soli”L’autonomia del potere imperiale dal potere ecclesiastico.