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BES

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Direttiva MIUR del 27.12.2012: “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica” — 1) I Bisogni Educativi Speciali I BES (Bisogni Educativi Speciali) o SEN (Special Education Needs) si riferiscono ad un’area vasta di alunni che vivono in una situazione ostacolante per l’apprendimento e lo sviluppo. Il termine si riferisce alla classificazione ICF – CY, che si basa su un approccio globale centrato sula salute e sul funzionamento e non sugli aspetti patologici, ed alle ricadute sul funzionamento delle persone in connessione con difficoltà di tipo pervasivo, specifico, settoriale, con carattere permanente o transitorio. Il MIUR approfondisce il tema al sito In ambito comunitario esiste vasta letteratura ed aspetti comparativi sul tema, sia rispetto agli approcci dei vari paesi europei, sia rispetto a specifici temi legati all’inclusione. 2) Documenti di interesse sul tema BES Fra i documenti più recenti, si portano all’attenzione: 3) Focus sulla Direttiva MIUR del 27.12.2012.

Legge170 10. Alunni con BES. Piano didattico personalizzato è obbligatorio? - Orizzonte Scuola. Tenendo conto delle numerose sentenze, l’orientamento giurisprudenziale sembrerebbe propendere verso l’obbligatorietà per la scuola di predisporre un piano didattico personalizzato qualora il Consiglio di classe sia a conoscenza delle difficoltà di un alunno qualificabile all’interno dei BES. Lo strumento andrebbe quindi predisposto in ogni caso, valutando e motivando in modo puntuale le ragioni dell’adozione. Tuttavia, benché nel nostro sistema scolastico, la predisposizione dei PDP dovrebbe risultare già ampiamente consolidata in forza della Legge n.53 del 2003, le perplessità circa l’obbligo della redazione scaturiscono anche dalle recenti indicazioni ministeriali che hanno sollevato dubbi proprio sulla questione, lasciando in una zona d’ombra, inespressa, il principio dell’obbligatorietà.

I primi documenti sui BES La Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 Segui su Facebook le news della scuola. Siamo in 155mila La Circolare Ministeriale n.8 del 2013 La Nota n.2563 del 2013. Il PDP. Il Piano Didattico Personalizzato (PDP) è uno strumento che nasce per gli studenti con DSA, citato all'interno della legge 170/2010 e delle linee guida seguenti. Questo strumento esplicita la programmazione didattica personalizzata che tiene conto delle specificità segnalate nella diagnosi di DSA. E' un documento che compila la scuola, ma rappresenta un patto d'intesa fra docenti, famiglia e istituzioni socio-sanitarie nel quale devono essere individuati e definiti gli interventi didattici individualizzati e personalizzati, gli strumenti compensativi e le misure dispensative che servono all'alunno per raggiungere in autonomia e serenità il successo scolastico.

Quando e da chi va redatto il PDP? Il PDP va redatto a cura del Consiglio di Classe: •all’inizio di ogni anno scolastico entro il primo trimestre per gli studenti con diagnosi già consegnata e protocollata presso la scuola; Quale iter deve seguire la scuola per la compilazione del PDP? Si consiglia la scuola di seguire queste tre fasi: LINEE GUIDA BESDSA104. Direttiva 27 dicembre 2012 | Edscuola. Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Premessa I principi che sono alla base del nostro modello di integrazione scolastica – assunto a punto di riferimento per le politiche di inclusione in Europa e non solo – hanno contribuito a fare del sistema di istruzione italiano un luogo di conoscenza, sviluppo e socializzazione per tutti, sottolineandone gli aspetti inclusivi piuttosto che quelli selettivi.

Forte di questa esperienza, il nostro Paese è ora in grado, passati più di trent’anni dalla legge n.517 del 1977, che diede avvio all’integrazione scolastica, di considerare le criticità emerse e di valutare, con maggiore cognizione, la necessità di ripensare alcuni aspetti dell’intero sistema. Gli alunni con disabilità si trovano inseriti all’interno di un contesto sempre più variegato, dove la discriminante tradizionale – alunni con disabilità / alunni senza disabilità – non rispecchia pienamente la complessa realtà delle nostre classi. 1. 1.6 Formazione 2.

Alunni disabili. Alunni con disabilità Il diritto allo studio degli alunni con disabilità si realizza, secondo la normativa vigente, attraverso l’integrazione scolastica, che prevede l’obbligo dello Stato di predisporre adeguate misure di sostegno, alle quali concorrono a livello territoriale, con proprie competenze, anche gli Enti Locali e il Servizio Sanitario Nazionale. La comunità scolastica e i servizi locali hanno pertanto il compito di “prendere in carico” e di occuparsi della cura educativa e della crescita complessiva della persona con disabilità, fin dai primi anni di vita. Tale impegno collettivo ha una meta ben precisa: predisporre le condizioni per la piena partecipazione della persona con disabilità alla vita sociale, eliminando tutti i possibili ostacoli e le barriere, fisiche e culturali, che possono frapporsi fra la partecipazione sociale e la vita concreta delle persone con disabilità.

Certificazione della disabilità Organico dei docenti per le attività di sostegno. La Direttiva Ministeriale sui Bisogni Educativi Speciali. È certamente un documento di notevole importanza la Direttiva del 27 dicembre 2012, intitolata Strumenti d’intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica, pubblicata dal Ministero dell’Istruzione in questo mese di gennaio.

È importante perché accoglie una serie di orientamenti da tempo presenti nei Paesi dell’Unione Europea, completando, in sostanza, il quadro italiano dell’inclusione scolastica. Com’è noto, infatti, il nostro sistema è stato il primo in Europa a introdurre l’inclusione scolastica generalizzata degli alunni con disabilità e ha di recente riordinato i princìpi della stessa, con le Linee Guida del 4 agosto 2009. A seguito poi della Legge 170/10, ha emanato le Linee Guida del 12 luglio 2011, relative all’inclusione scolastica degli alunni con DSA (disturbi specifici d’apprendimento, ovvero dislessia, disgrafia, dicalculia e disortografia).

BES: si riparte dal via | Speculum Maius. Se l’ennesimo chiarimento (a lungo ritardato) sui BES fosse uscito prima, forse il dialogo in merito sarebbe stato più sereno e costruttivo. O meglio, forse ci sarebbe potuto essere un dialogo che ormai tra i vertici (centrali e periferici) e la base “operativa” (i docenti) si è interrotto da tempo, sostituito da un’imposizione di adempimenti burocratici a cui fare fronte non solo “senza se e senza ma” ma – soprattutto – senza un orizzonte di senso condiviso. Approfitto allora dell’occasione per condividere con voi un contributo che avevo scritto con finalità formativo-informative per un progetto morto sul nascere e che, a questo punto, mi dispiace lasciare nel cassetto. Prima ancora di elencare documenti e note ministeriali, avevo pensato fosse giusto soffermarsi in primo luogo sul punto di vista pedagogico che, per dei docenti, dovrebbe essere l’aspetto principale e non residuale della questione.

Dunque, questo sarebbe stato il mio incipit… Luigi d’Alonzo [pdf] che sottolinea come. I BES … questi (s)conosciuti - I Blog di Psiconline.it - Psicologi a Scuola. Anche chi zoppica procede in avanti.Ma chi è agile e forte,non zoppichi davanti allo zoppo,stimandosi cortese. (Kahlil Gibram) Nella scuola sono sempre esistiti degli alunni “speciali” che, al di là delle disabilità certificate e anche nella scuola trasmissiva tradizionale, necessitavano di interventi personalizzati, tuttavia non c’era una normativa che ne garantisse e tutelasse gli interventi. Per questi alunni quindi “la scuola buona”, quella degli insegnanti motivati e attenti, esisteva già prima della 107i e si occupava di tali alunni favorendone il successo formativo, attuando percorsi di studio personalizzati.

Purtroppo però affianco a “la scuola buona” esisteva un altro tipo di scuola, più rigida e meno attenta a chi era in difficoltà e se eri un alunno/a problematico/a e capitavi nella scuola rigida … erano dolori!!! Chiariamoci le idee … gli alunni con Bisogni Educativi speciali (s)conosciuti?!? La D.M. specifica che rientrano nei BES tre grandi sotto-categorie: Attuazione Legge 107: nuove procedure per inclusione e disabilità. La bozza del nuovo decreto legislativo sull'inclusione scolastica degli studenti con disabilità (atto n. 378) 21 gennaio 2017 - Giuseppe Mariani Quando (il 6 marzo 2013) fu pubblicata la circ. min. n. 8 che forniva indicazioni per l'applicazione della Direttiva sui BES (come pure la successiva circ. min del 27 giugno 2013) avevamo evidenziato che il ministero stava utilizzando uno strumento improprio per modificare dispositivi di legge quale il GLH d'istituto o per introdurre nuovi adempimenti a carico dei docenti quali il Piano annuale per l'inclusività come articolazione del Piano dell'offerta formativa.

L'inclusione scolastica (artt. 1 e 2) Vi si ribadisce che l'inclusione scolastica riguarda tutti gli alunni e si realizza nell'identità stessa dell'istituzione scolastica, impegnandone quindi tutte le componenti, ciascuna delle quali, nell'ambito degli specifici ruoli e responsabilità, concorre ad assicurare il successo formativo degli studenti. Prestazioni e competenze (art. 3) USB. Il diritto allo studio negato: dalle circolari sui BES alla legge delega sull'inclusione - Orizzonte Scuola.

USB – Da qualche anno, in coincidenza con l’avvio della discussione sui BES (bisogni educativi speciali), una delle parole più usate e abusate nella scuola italiana è inclusione . Dietro un termine suggestivo e affascinante – ispirato all’idea del “progetto di vita”, che richiama la capacità della scuola di intervenire sui bisogni speciali di alcune categorie di studenti, e che solletica l’orgoglio degli insegnanti dando l’illusione di riconoscere loro un ruolo, una funzione e un’importanza sociale che d’altra parte gli si nega col blocco del contratto – si nasconde un progetto molto meno nobile di smantellamento del sistema di diritti, regolamentato dalla legislazione scolastica legata alla legge 104/92, che negli ultimi vent’anni ha quanto meno permesso l’uscita degli alunni con disabilità dal limbo delle scuole speciali.

Quale progetto di vita possiamo offrire oggi in questo paese omologato verso il basso? Dott Ciambrorne BES. Dall'handicap ai Bes: una svolta per l'inclusione (21/01/2013) «Bisognerebbe dargli una mano, ma come si fa? Non ha la certificazione…», sospira il prof davanti alla verifica di Christian. I “Christian" nelle scuole italiane sono 500mila.

Si tratta di tutti quegli alunni – le stime vanno dal 3 al 13% degli iscritti – che hanno bisogno di una speciale attenzione nel loro percorso scolastico, ma che non avendo una certificazione di disabilità né di dislessia, le due condizioni riconosciute dalla legge (la storica 104/92 e la recente 170/2010), fino ad oggi non potevano avere un piano didattico personalizzato, con obiettivi, strumenti e valutazioni pensati su misura per loro. Queste difficoltà non certificate si chiamano Bes-bisogni educativi speciali e già sul numero di VITA in edicola a inizio gennaio avevamo anticipato come il Miur avesse intenzione di riconoscerli per la prima volta. Il decreto sull'integrazione: un commento di Dario Ianes. Il Decreto sull`inclusione (sarebbe giusto dire sull`integrazione) degli alunni con disabilità non è soltanto un` occasione persa per tentare di evolvere alcuni processi fondamentali, rappresenta per alcuni aspetti un significativo regresso.

Culturale innanzitutto, dato che rimangono centrali i poteri di un modello antropologico sostanzialmente medico, anche se orientato ad ICF, come vedremo più avanti, e la figura speciale dell`insegnante di sostegno. Evolvere un approccio culturale alla disabilità in un`ottica davvero inclusiva era certo chiedere troppo. Verso due fratture strutturali: separazione tra gradi di scuola e fra insegnanti I semi del regresso sono ben distribuiti, anche nel decreto sulla formazione e reclutamento dei docenti della secondaria, che va letto in parallelo. Con questi due decreti si allontanano sempre di più due mondi: quello della scuola dell`infanzia e primaria e quello della secondaria.

Queste due fratture sono elementi strutturali negativi, anti-inclusione. Normativa sui BES: meno chiacchiere e più applicazione/ Il dibattito sui BES 16. Di recente ho replicato ad un duro e dotto attacco dell’ispettore Iosa sui BES con un mio articolo dal titolo “ Basta coi bes. Pensiamo a una scuola inclusiva”. Questo titolo mi ha attirato molte critiche come se io volessi cancellare la normativa sui BES. Ci tengo allora a precisare che sono stato tra i primi a difendere tale normativa ed a condividerne le ragioni di completamento della visione della scuola inclusiva per la quale mi batto fin dagli anni Sessanta sull’integrazione generalizzata degli alunni con disabilità.

Cosa intendevo dire allora con quell’articolo? Semplicemente ciò che intendo dire con quello attuale: si sta facendo un gran chiacchiericcio su un tema pedagogico importante, che però rischia di offuscare il problema di fondo e cioè come garantire in concreto quotidianamente il diritto all’educazione ed all'istruzione di quegli alunni con BES particolarmente complessi come sono gli alunni con disabilità. Luci ed ombre della normativa sui B.E.S. - I Blog di Psiconline.it - Psicologi a Scuola.

Costa meno caro aiutare un giovane a costruirsiche aiutare un adulto a ripararsi. (Anonimo) All’indomani dell’emanazione della Direttiva Ministeriale del 27/12/2012 e della relativa Circolare applicativa relative a “Strumenti di intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l'inclusione scolastica” si accese un ampio dibattito, tra detrattori e difensori circa le effettive opportunità offerte da tale norma. Tra gli aspetti positivi sicuramente va segnalato che: Come scrivevo nel primo post dell’approfondimento su tale tematica, sebbene “la scuola buona”, quella degli insegnanti motivati e attenti anche ai Bisogni Educativi degli alunni in difficoltà esisteva già prima che venisse coniata la nuova sigla (alunni con B.E.S.) accanto a questa esisteva anche un altro tipo di scuola, più rigida e meno attenta a chi era in difficoltà.

Purtroppo però a questi bellissimi nuovi propositi si oppone la dura realtà economica dei tagli economici. Carli, R. I B.E.S. nella scuola oggi: il problema dell’individuazione - I Blog di Psiconline.it - Psicologi a Scuola. Strumenti compensativi [e misure dispensative] non sono medicinali da prescrivere con ricetta medica, come sembra leggendo certe diagnosi, ma degli strumenti didattici con i quali, in certi casi e a certe condizioni, è possibile bilanciare (compensare significa proprio "bilanciare") un disturbo o una difficoltà…[…] È emblematico ad esempio, l'atteggiamento verso la calcolatrice il cui impiego a scuola, che non è vietato da nessuna norma,[…]ma viene spesso ammesso solo se imposto da un'autorità sanitaria esterna, come un farmaco pieno di controindicazioni da assumere sotto rigorosa prescrizione medica.

Non è quindi agli specialisti che dobbiamo chiedere di fare un passo indietro quanto piuttosto alla scuola di farne, con decisione, almeno un paio in avanti. (Flavio Fogarolo) Per chiarezza cominciamo a fare un discrimine: i B.E.S. non si certificano! Più che focalizzarci sull’individuazione (è un alunno con B.E.S.? E per i disturbi evolutivi specifici non rientranti nei DSA? Pillole di … B.E.S. - Riflessioni sulla normativa - I Blog di Psiconline.it - Psicologi a Scuola. Bisogni Educativi Speciali. Approfondimenti in ordine alla redazione del piano annuale per l’inclusività nell’ottica della personalizzazione dell’apprendimento. Risorse video degli incontri di formazioni sui Bisogni Educativi Speciali tenuti dal prof. Medeghini. Bisogni educativi speciali (BES): norme, azioni da intraprendere, esempi di programmazione e commenti - Orizzonte Scuola. SINTESI NORMATIVA. La direttiva ministeriale sui BES – Bisogni Educativi Speciali (Dir. 27/12/2012) | AIPD Sede Nazionale.