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La Ruota Padagogica: Tecnologie Digitali e Didattica

La Ruota Padagogica: Tecnologie Digitali e Didattica

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Assunzioni, una su tre richiede le competenze 4.0 La rivoluzione dell'industria 4.0 comanda anche i processi di assunzione dei nuovi lavoratori. Secondo quanto rileva Unioncamere attraverso il sistema informativo Excelsior, un'assunzione su tre ha richiesto capacità di gestire e applicare tecnologie 4.0. "Solo lo scorso anno il 34,2% delle oltre 4 milioni di ricerche di personale programmate", rileva Unioncamere, "si è indirizzata verso profili professionali con competenze 4.0 adeguate per raccogliere questa sfida.

Interland: il gioco di Google che prepara i bambini alla vita digitale – Valigia Blu [Tempo di lettura stimato: 2 minuti] Qualche giorno fa Google ha presentato un progetto di educazione digitale e alfabetizzazione alle notizie rivolto ai più piccoli che si propone di insegnare loro come vivere la rete in maniera sicura e coscienziosa, attraverso giochi e corsi guidati. Per adesso è disponibile solo in lingua inglese, ma vista l'importanza dell'argomento abbiamo deciso di spiegarvi lo stesso in cosa consiste. Le competenze digitali prima di tutto! – cittadinanza digitale Cittadini digitali Per vivere pienamente la cittadinanza digitale (ormai è un mantra)…è necessario poter contare su cittadini competenti digitali! Formare i cittadini digitali è una priorità su cui l’Italia oggi fa sistema attraverso l’iniziativa strategica “Repubblica Digitale“ promossa dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri.

Dida-Tech: una community di insegnanti propone percorsi di cittadinanza digitale Uno dei miracoli della rete è la possibilità di creare community professionali in grado di collaborare e condividere risorse su temi specifici. Quello che vado a presentarvi è uno di questi esempi, sotto forma di sito web, che suggerisco di archiviare tra i vostri bookmarks perchè potrete trovarvi un sacco di spunti interessanti. Si tratta di Dida-Tech, una community di insegnanti che si sono messi a collaborare sul tema fondamentale della cittadinanza digitale, con un'attenzione particolare all'uso delle tecnologie in una prospettiva di inclusione. “Nativi digitali” sempre meno competenti per colpa di tablet e smartphone? Se siete fra quelli che comprano tablet e smartphone al neonato perché così diventerà sicuramente un cittadino digitale competente, forse ho una brutta notizia da darvi. Secondo uno studio condotto in Australia per la valutazione delle competenze degli studenti di 12 e 16 anni su un campione di 10.500 individui, la crescente diffusione degli smartphone e dei tablet nelle case e nelle scuole sta ritardando lo sviluppo delle competenze informatiche. I risultati mostrano infatti un declino drastico rispetto agli stessi dati raccolti nel 2008 per i dodicenni; i dati per i sedicenni sono al minimo storico. Come si spiega? Secondo gli autori della ricerca, i dispositivi mobili usati oggi dai giovani richiedono competenze differenti e modalità d’insegnamento altrettanto diverse rispetto al passato.

Le competenze per la cittadinanza digitale: DIGCOMP Quali competenze sono necessarie all’allievo cittadino digitale? Educare alla cittadinanza digitale è progettare esperienze di apprendimento in cui gli allievi siano chiamati ad agire tutte le competenze integrando la dimensione analogica con quella digitale. La competenza digitale è una delle otto competenze individuate nella Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio “Le competenze chiave per l’apprendimento permanente” del 2006. Essa è stata oggetto di un importante progetto di studio europeo “DIGCOMP: A Framework for Developing and Understanding Digital Competence in Europe” finalizzato a contribuire alla comprensione dello sviluppo della competenza digitale in Europa e a fissare descrittori esaustivi. Il framework DIGCOMP

Webquest, Internet e il Pensiero Critico. Come portare tutto in classe Che internet sia entrato prepotentemente nella didattica degli ultimi anni è un fatto innegabile. Che lo abbia fatto in modo coerente e ordinato è invece più discutibile. Un esempio. Se fino a 15 anni fa si poteva richiedere serenamente agli alunni una ricerca in biblioteca, giacchè i testi in essa presenti erano in qualche modo già validati e tutto sommato affidabili, oggi con la rete questo passaggio non è scontato. Come ci insegna Rheingold in un illuminante passaggio del suo testo p.79 (“Perchè la rete ci rende intelligenti”)

il modello SAMR La domanda da cui nascono la mia presentazione e il mio intervento è la seguente: quale atteggiamento dobbiamo avere nei confronti della musa transmediale, ovvero della narrazione transmediale e della cultura della convergenza, che ci promette la libertà della partecipazione ma mette anche a punto il più potente strumento di seduzione manipolatoria che l'uomo abbia mai approntato? Dobbiamo, come Odisseo, resistere al suo canto o, invece, abbandonarci ad essa e unire la nostra voce alla sua? Non essendo in grado di rispondere a tale domanda, mi limito a offrire un percorso che, forse, ci permette di conoscere meglio la nostra musa seguendo alcune delle sue epifanie e capire meglio l'inquietudine che suscita. La Musa Transmediale Questa la mia presentazione, 63 slides, che possono essere raggiunte al seguente link: La musa transmediale.

Gravità Zero : GLI STUDENTI APPRENDONO MEGLIO SUI LIBRI CHE SUGLI SCHERMI DEI TABLET: LO CONFERMA UNO STUDIO Oggi gli studenti si considerano nativi digitali: la prima generazione a crescere circondati dalla tecnologia, come smartphone, tablet ed e-reader. Tenuto conto di questa tendenza, insegnanti, studenti, genitori e politici dovrebbero supporre che la familiarità e la preferenza degli studenti per la tecnologia si traduca in migliori risultati di apprendimento. Ma da un recente studio pubblicato da due ricercatrici dell'Università di Maryland (Patricia A.

Lavorare nell'era digitale, così cambia l'istruzione: i nuovi trend L’EPSC (European Political Strategy Center) ha recentemente reso disponibile la pubblicazione “10 Trends. Transforming education as we know”. Come sta cambiando l’educazione? Quali sono gli orientamenti che incontrano i bisogni dei cittadini sempre più digitali? Il sistema educativo, si legge, deve reinventarsi e, in un mondo che cambia assai velocemente, educare al cambiamento e al costante aggiornamento del corredo personale di competenze. La tendenza è che apprendiamo per tutto l’arco della vita (non solo nella prima fase), utilizziamo per formarci strumenti e supporti digitali, abbiamo la necessità di acquisire competenze nuove e diverse rispetto al passato (tra tutte spicca la competenza digitale).

Che cos’è DigCompEdu, per le competenze digitali di docenti e educatori In un recentissimo articolo apparso su questo sito, la collega Silvia Mazzoni elencava cinque punti “programmatici” per lo sviluppo del PNSD. Tra essi, al quarto posto, si trova il curricolo: “pianificare e supportare il lavoro dei docenti rivolto alla declinazione completa e articolata delle competenze digitali”. In effetti, la definizione di un framework comune per le competenze digitali è una delle azioni del PNSD stesso (#14) per la quale era prevista l’istituzione di un tavolo tecnico già per il dicembre 2015. Nel frattempo, tuttavia, il dibattito internazionale e soprattutto europeo sul tema si è arricchito di una proposta specifica per i docenti: il framework DigComp, pensato come modello delle competenze digitali del “cittadino europeo”, a sua volta citato dal PNSD come importante fonte di ispirazione proprio dell’azione #14 (ma qui si rischia il corto-circuito!)

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