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Applicazioni educative ordinate secondo il mode...

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Una mappa per non perdersi tra i #digitalskills In questa bellissima mappa interattiva realizzata da All Aboard (con l’ottimo ThingLink) è possibile navigare tra i digital skills che non solo ogni studente, ma anche e soprattutto ogni insegnante dovrebbe padroneggiare. Ogni ‘linea’ di questa metropolitana digitale parte con un breve video che sintetizza gli obiettivi che caratterizzano ciascuna competenza digitale, mentre le ‘fermate’ mostrano come poterle raggiungere: Strumenti e TecnologieCercare e UsareInsegnare e ImparareIdentità e Benessere (digitali)Comunicare e CollaborareCreare e Innovare La mappa interattiva è uno strumento davvero efficace utilizzabile da insegnanti e studenti per non perdersi tra le varie tappe che devono essere affrontate nel viaggio verso la cittadinanza digitale. All Aboard è un progetto collaborativo che si baserà sui tanti esempi eccellenti di ricerca di alta qualità, di formazione e di progetti di cooperazione già avviati o in corso nel mondo dell’istruzione irlandese. Mi piace: Mi piace Caricamento...

Animatori Digitali e Competenze: un matrimonio possibile! Da quando è stata istituita la figura dell’Animatore Digitale (AD) si è fatto un gran parlare di problemi legati al compenso, di possibili conflitti con altre figure di funzioni strumentali e soprattutto si soluzioni legate al software o all’hardware da implementare nella propria scuola. A mio avviso questo è un modo completamente sbagliato di intendere la figura dell’AD. Se da un lato è vero che il miur ha coniato un nome forse poco felice (altrove ho parlato, ad esempio, di Animatore Didattico), è d’altro canto innegabile che ridurre questa figura ad un mero esecutore di scelte tecniche rischia di far naufragare un ruolo che potrà essere senza dubbio decisivo nel prossimo triennio. Chiarito questo vediamo quali strade potrebbero intraprendere quegli AD che volessero riportare il dibattito sul percorso delle pedagogie e non delle tecnologie. Una indicazione potrebbe essere quella dell’insegnamento per competenze. A questo punto la domanda è: come attuarli? Emiliano Onori Mi piace:

L’equazione Internet eguale libertà è una enorme ingenuità | CapoVerso: New Leader Abbiamo rivolto al prof. Pier Cesare Rivoltella – Direttore del CREMIT (Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media, all’Informazione e alla Tecnologia), Professore ordinario di Tecnologie dell’istruzione e dell’apprendimento, Università Cattolica del S. Cuore (UCSC), Milano – una domanda secca su un tema quanto mai di attualità. Una certa vulgata (e anche certe prese di posizione ideologiche) vogliono che lo sviluppo di Internet rappresenti una risposta alla manipolazione e al pensiero unico imposti dai media e, di conseguenza, favorisca nuove forme di democrazia alternativa e partecipata. Noi siamo un po’ scettici su questa visione. Lei cosa ne pensa? L’equazione internet eguale libertà di espressione e pluralismo è ingenua, per almeno due ragioni: 1) chi la sostiene non sa (o finge di non sapere) che circa l’80% del traffico nel Web (e di conseguenza delle informazioni disponibili) è attribuibile a 4 players: Facebook, Google, Amazon e Ebay; “- parlarne. – insegnare la riflessione.

Ecco il dossier Dispersione di Tuttoscuola. Scaricalo! Tuttoscuola presenta un nuovo dossier, dedicato al fenomeno della dispersione scolastica in Italia. Il dossier offre una lettura delle cifre del fallimento del sistema educativo, che ha causato, negli ultimi 15 anni, la dispersione di quasi 3 milioni di giovani italiani, il 31,9% di coloro che dopo la terza media si sono iscritti a una scuola secondaria superiore statale e non hanno terminato gli studi con il conseguimento del relativo diploma. Lo studio presenta anche numerose proposte per capire meglio il fenomeno e combatterlo. Il dossier è offerto a tutti i lettori che si registrano gratuitamente (godendo anche di altri esclusivi vantaggi) o abbonati (cui basterà inserire le credenziali di accesso). Il dossier è gratis. Per ulteriori informazioni, si può fare riferimento alla sig.ra Luigia Bernardon (telefono 06.6830.7851, e-mail l.bernardon@tuttoscuola.com).

Certificare le competenze digitali per garantire le professionalità | Che Futuro! Angeli Digitali, Animatori Digitali, Campioni Digitali, eccellenze digitali. Questi sono solo alcuni dei termini che in questi ultimi mesi vediamo girare sia nel mondo analogico (quotidiani cartacei) che nel mondo digitale (in particolare nei blog e nei social network). Quando usiamo questi termini il collegamento è sempre con le competenze digitali, tema che sta particolarmente a cuore all’Europa e che in Italia spesso fatica ad essere compreso nel modo corretto. In origine c’erano le “patenti digitali” e il world “wild” web Siamo stati abituati negli anni passati una vera e propria corsa all’oro in un settore dove non esisteva alcuna regolamentazione. Il “Bingo!” Al mondo ECDL si aggiungono le certificazioni proprietarie di prodotto, per cui nei curriculum cominciano a comparire diciture di specializzazione su specifici prodotti, il cui ciclo di vita tra l’altro è spesso più breve della durata della certificazione. Cosa cambia dal 2013? DIGCOMP per l’alfabetizzazione digitale 1. 2. 3. 4.

Metodo Montessori: meglio del digitale Negli ultimi 10 anni le risorse della scuola pubblica sono state tagliate senza alcun pudore. Ormai lo sanno tutti. Nel giro di pochi anni le sono stati tolti 7 miliardi di euro e 150 mila operatori. L’unica voce che si è salvata da questa distruzione è stata quella che riguardava il settore tecnologico, o meglio, il settore della didattica digitale. Cos’è la LIM? Si è incominciato qualche anno fa con la cosiddetta LIM (Lavagna Interattiva Multimediale) da far pervenire praticamente in tutte le scuole italiane. Erano 416 le classi di questo tipo nell’anno scolastico 2012/2013. Una prospettiva che non porterebbe alcun risparmio. Metodo Montessori e sensorialità Occorre ragionare in termini pedagogici e in termini di apprendimento. Attività Montessori Una raccolta di attività ispirate al metodo Montessori da preparare in casa con oggetti di uso quotidiano Scarica il PDF Cosa vuol dire? La parola alla scienza Un’altra ricerca si sposta dal terreno infantile a quello più generale. Acquista

La scuola 2.0 non esiste Abstract Il titolo del contributo, volontariamente polemico, vuole riflettere su cosa significhi oggi in Italia parlare di “scuola 2.0”. L’autore non ignora le molteplici, e spesso positive, esperienze di didattica multimediale ma è convinto che dietro molte sperimentazioni non ci sia altro che una “digitalizzazione” di una didattica ancora largamente 1.0. Lo scenario di riferimento Da molti anni si parla di “scuola 2.0”. “Scuola 2.0” vs “Pedagogia 2.0” All’incirca negli ultimi dieci anni forti sono stati gli investimenti ministeriali volti a creare o, nel migliore dei casi, a rafforzare nel corpo docente le cosiddette competenze informatiche. I tutor “formati” a quell’incontro tennero poi negli anni successivi, ciascuno per la propria provincia, un numero variabile di corsi di formazione, rivolti tanto agli insegnanti della scuola primaria, quanto a quelli della secondaria, di primo e secondo grado. Le conseguenze: disinteresse pedagogico e cavalli di troia Cosa è oggi la “scuola 2.0”? Note

Learning with 'e's: Digital literacies in the age of remix This site uses cookies from Google to deliver its services, to personalise ads and to analyse traffic. Information about your use of this site is shared with Google. By using this site, you agree to its use of cookies.Learn moreGot it About Me Steve Wheeler I'm Associate Professor of learning technology in the Plymouth Institute of Education at Plymouth University. Picture Loading #Skillage:quali competenze digitali possediamo per il mercato del lavoro? #DigComp - cittadinanza digitale Per trovare il proprio spazio nel mercato del lavoro è necessario mettere in campo tutte le competenze, anche quelle digitali. Esse possono essere la marcia in più che fa la differenza nel momento in cui si fa domanda per un impiego. Siamo pronti per lavorare nella città digitale? A questo quesito ci aiuta a rispondere l’applicazione Skillage guidandoci in un percorso di autovalutazione su 5 specifiche categorire: Idoneità a lavoroProduttivitàComunicazioneSocial MediaGestione dei contenuti e sicurezza Skillage è stato creato da Telecentre-Europe AISBL (www.telecentre-europe.org), un’associazione internazionale no-profit attiva in Europa, con un finanziamento iniziale di Microsoft. www.skillage.eu Come funziona? Skillage aiuta l’utente ad individuare le competenze tecnologiche necessarie per essere competitivi in ambito lavorativo. Mettendosi alla prova, inoltre, si contribuisce a creare un quadro completo della competenze TIC nel contesto EU. 1. 2. 3. 4. 5.

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