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Ambienti di apprendimento innovativi – Una panoramica tra ricerca e casi di studio – BRICKS

Ambienti di apprendimento innovativi – Una panoramica tra ricerca e casi di studio – BRICKS
Indire e.mosa@indire.it; l.tosi@indire.it scarica la versione PDF del lavoro L’attenzione per lo spazio dell’apprendimento non è un tema nuovo: i padri fondatori dell’attivismo pedagogico avevano già riconosciuto un ruolo chiave dell’ambiente nei processi di insegnamento e apprendimento. Da Don Milani alla Montessori e Dewey, da Freinet a Malaguzzi, chiunque abbia avvertito la necessità di mettere in primo piano lo studente è giunto alla conclusione che la cattedra e la sua collocazione sulla predella sono l’emblema di una relazione di tipo gerarchico. D’altronde, l’aula stessa con i banchi allineati propone un’unica affordance1: quella di uno spazio pensato per dispensare informazioni e nozioni, per supportare la lezione frontale e per favorire un atteggiamento di ascolto da parte degli studenti. Figura 1 – “Giorni di scuola” 1954.Tratta dall’archivio di immagini per la scuola DIA: “No, ma ciò dipende dal come la si svolge. Riferimenti Related:  Articoli e saggi su "ambienti di apprendimento"Ambienti innovativi

Per un’innovazione inclusiva: ricomporre la frattura tra l’umano e il tecnologico La transizione al digitale si è presentata da subito come un processo complesso in cui abbiamo assistito non alla scomparsa/sostituzione dei vecchi media – da molti tuttora paventata – a vantaggio di nuovi media e delle reti sociali digitali; bensì, ad un’integrazione, ibridazione e convergenza, ad una sorta di galassia riconfigurata (McLuhan), in cui l’accesso e le possibilità di elaborare informazioni e conoscenze creano le condizioni per una maggiore autonomia – e quindi responsabilità – dei soggetti comunicanti. Ma, pur cambiando profondamente la “natura” degli strumenti, degli ambienti comunicativi e degli ecosistemi sociali, le questioni sono le medesime: la nostra attenzione deve, pertanto, continuare ad essere posta sulla qualità delle relazioni comunicative (e dei processi educativi) e sui rapporti di potere (conoscenze, competenze, asimmetrie, inclusione). (Immagine di copertina). [1] G. Simmel (1903), Die Groβstädte und das Geistesleben, trad.it. [2] Cfr. [3] Cfr. [4] A.

Remake di Ambienti di apprendimento innovativi | Castelmassa 27/02/2018 Trouble viewing this page? Go to our diagnostics page to see what's wrong. La psicogrammatica Montessori – Lapappadolce La psicogrammatica Montessori, ovvero filosofia della grammatica, rappresenta un notevole aiuto per orientarsi nei vari ambiti linguistici. Nella lingua italiana ci sono nove simboli per le varie parti del discorso, e grazie alla loro forma stabiliscono un legame tra lingua e matematica. E’ interessante vedere che, come in matematica per l’uno e lo zero, la dualità emerge di nuovo sotto forma di nome e di verbo, colonne portanti del mondo della lingua. Maria Montessori associò al nome la forma della piramide, da cui è tratto il simbolo: il triangolo nero. La piramide è solida, stabile: costruzione molto antica, simboleggia anche il fatto che, probabilmente, i sostantivi vennero usati per primi dagli esseri umani, per capirsi fra loro. Il nero rappresenta la materia e il triangolo la staticità, elemento paragonabile all’unità. Al verbo si collega l’immagine di una sfera rossa e di qui il simbolo di un cerchio rosso. L’intera parentela tra le parti del discorso è legata a questa coppia.

Tecnologie alleate ai docenti Il recente studio dall’Ocse, «Students, computer and learning: Making the connection», basato sui dati dell’indagine 2012 evidenzia un elemento solo apparentemente sorprendente: le tecnologie, pur indispensabili, da sole non bastano per migliorare gli apprendimenti, occorre investire di più sulla formazione degli insegnanti. Solo la relazione con i docenti può “fare la connessione” tra tecnologie digitali e stili di apprendimento degli studenti. Ma in questi anni gli investimenti si sono orientati altrove. Anche nei paesi più “tecnologici” come gli Usa, la Gran Bretagna e la Finlandia non si evidenzia un miglioramento significativo negli apprendimenti scolastici rispetto a paesi come la Corea e il Giappone, che sono eccellenti nei punteggi Ocse-Pisa – ma dove gli studenti usano meno il computer e internet. I migliori sono poi gli studenti che a scuola fanno un uso “moderato”: dunque sia il “non utilizzo” che l’uso eccessivo delle a scuola sono “negativi”. Paolo Ferri

The Ultimate List – 65 Digital Tools and Apps to Support Formative Instructional Practice There is no shortage of strategies, techniques, and tools available to teachers (and students) who use formative instructional practice in their classrooms. We’ve compiled an extensive list of 65 digital tools, apps, and platforms that can help teachers use formative assessment to elicit evidence of student learning. These tools and apps for formative assessment success give teachers (and students) many options and opportunities for classroom success. To get the most out of formative instructional strategies, check out our NWEA® formative practices workshops. You’ll gain a better understanding of the role formative practice plays within your instruction and about the four foundational practices to use in the classroom. And, share your tools, ideas, and thoughts with us, so we can keep this list growing and current! A free quiz game platform that allows teachers to create quizzes students take in real-time.

L'alfabetiere murale dei suoni difficili Ecco un semplice memorandum per i suoni difficili : i personaggi che abbiamo usato man mano che abbiamo svolto gli esercizi per apprendere questi suoni complicati, costruiti poi sul cartoncino e appesi al muro, sopra il resto dell'alfabetiere murale. Le immagini sono state prese da Google e ingrandite . Infine, il libretto con le stesse figure elaborate con PAINT : uno strumento compensativo per chi ancora confonde i suoni, o anche per tutti, da colorare , aggiungere nomi e sfogliare quando sia ha il dubbio.

Rivista Educationduepuntozero: Tecnologie e ambienti di apprendimento La rivoluzione è al di là dell’”angolo” Tecnologie e ambienti di apprendimento di Mario Fierli | del 02/07/2015 | 4 La rivoluzione delle tecnologie digitali riguarda tutti gli ambiti sociali e culturali. Pone problemi globali e complessi, che meritano una risposta altrettanto globale. La classe nella nuvola di Chiara Bollattino | del 09/04/2015 | 7 Sono un'insegnante di scuola primaria in un istituto comprensivo della capitale. Gli spazi della scuola nel territorio di Giuseppe Campagnoli | del 01/12/2014 | Ho riletto criticamente la serie di articoli del focus sull’edilizia scolastica pubblicato in ottobre sul n° 4 della “Rivista dell’istruzione” cui anche il sottoscritto ha contribuito, apparendo forse a prima vista utopico, fuori dal mondo ed eccessivamente “creativo”. Il principio del “terzo click”

35 punti per capire tutto sul Piano Nazionale Scuola Digitale Martedì 27 ottobre il ministro dell’istruzione Stefania Giannini ha presentato il Piano Nazionale per la Scuola Digitale (PNSD), un documento pensato per guidare le scuole in un percorso di innovazione e digitalizzazione, come previsto nella riforma della Scuola approvata quest’anno (legge 107/2015 – La Buona Scuola). Il documento ha funzione di indirizzo; punta a introdurre le nuove tecnologie nelle scuole, a diffondere l’idea di apprendimento permanente (life-long learning) ed estendere il concetto di scuola dal luogo fisico a spazi di apprendimento virtuali. Le azioni previste, (35 punti), sono state già finanziate, attingendo alle risorse messe a disposizione dalla legge La Buona Scuola e dai Fondi strutturali Europei (Pon Istruzione 2014-2020) per un totale di un miliardo di euro. Cosa si è fatto dal 2007 a oggi per digitalizzare la scuola Nel 2007 si comincia a discutere di Piano Nazionale per la Scuola Digitale: si punta a modificare gli ambienti. Digitale tra i banchi: i numeri

COOPERATIVE LEARNING Il Cooperative Learning costituisce una specifica metodologia di insegnamento attraverso la quale gli studenti apprendono in piccoli gruppi, aiutandosi reciprocamente e sentendosi corresponsabili del reciproco percorso. L’insegnante assume un ruolo di facilitatore ed organizzatore delle attività, strutturando “ambienti di apprendimento” in cui gli studenti, favoriti da un clima relazionale positivo, trasformano ogni attività di apprendimento in un processo di “problem solving di gruppo”, conseguendo obiettivi la cui realizzazione richiede il contributo personale di tutti. Tali obiettivi possono essere conseguiti se all’interno dei piccoli gruppi di apprendimento gli studenti sviluppano determinate abilità e competenze sociali, intese come un insieme di “abilità interpersonali e di piccolo gruppo indispensabili per sviluppare e mantenere un livello di cooperazione qualitativamente alto” Quali vantaggi presenta? Che cosa rende efficace la cooperazione ?

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