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Marketing - viral

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Brand Positioning Italia. How Memes Spread On Facebook. Consider the lowly chain letter, the original viral content. More than a century before the rise of doge, a Methodist women’s academy in Chicago sent out a letter asking for donations, along with a request for each recipient to make three copies and continue the chain. A fascinating new study posted by Facebook’s data science team suggests those women may have been harnessing a behavioral pattern as old as life itself.

In a look at hundreds of “Please post this” status updates, researchers found that good grammar, a call to action, and users’ political affiliation affected whether a meme would go viral or die a quick death. Each mutation that survived created its own ripple of reposts, and inspired additional variations down the road. To show what this looks like, the Facebook team visualized the life of one 2009 status update supporting health care.

When Richard Dawkins coined the term “meme” in his 1976 book The Selfish Gene, he had biological analogies in mind. These Scientists Studied Why Internet Stories Go Viral. You Won't Believe What They Found. A few weeks ago, the Wall Street Journal profiled Gawker editor Neetzan Zimmerman, whose job is to post content that's poised to go viral. Zimmerman does his job quite well. His posts generate about 30 million pageviews a month--tops at the site by far, six times what the second-leading staffer generates. Zimmerman's success is not the result of some computer formula; on the contrary, rather, "he understands the emotions that might compel a human being to click on something online," the Journal's Farhad Manjoo writes.

If the traffic numbers don't already show the wisdom of Zimmerman's approach, the behavioral evidence certainly does. Recent research suggests that emotions hold the secret to viral web content. Articles, posts, or videos that evoke positive emotions have greater viral potential than something that evokes negative feelings, but both do a better job recruiting clicks than neutral content. Take a recent a study published in the November issue of Computers in Human Behavior.

Why We Love Top 10 Lists. People naturally partition the world into round numbers. We say it takes 30 minutes to get to work and ask where we see ourselves in five years. Rain Man knows when 246 toothpicks fall on the floor, but most of us would hazard a guess of couple hundred (and a clean 250 came in the box). High school students are much more likely to retake the SATs when their scores fall just below a double-zero ending.

Baseball players hitting .300--the threshold for a fine season--often remove themselves from a final at-bat to avoid dropping to .299. Nowhere is this tendency toward round numbers more prevalent than on lists, and nowhere are lists more prevalent than on the Internet. Recently, marketing scholars Mathew S. This affection for round-numbered lists might seem irrelevant, but Isaac and Schindler believe it biases the very way we perceive certain items on these lists. Isaac and Schindler tested the top 10 effect in a series of experiments.

Netnografia

Framing (scienze sociali) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Un lavoro pionieristico sugli effetti del framing in economia, come quello condotto da Amos Tversky e Daniel Kahneman, è valso a quest'ultimo l'assegnazione di un Premio Nobel. «Non pensate a un elefante!». Secondo Lakoff, a quel punto non si può fare a meno di pensare ad un elefante, poiché la mera menzione della parola elefante evoca inevitabilmente l' immagine elefante (ed un frame di "accompagnamento").

Come detto sopra questo fenomeno, in economia, è stato studiato dallo psicologo Amos Tversky della Stanford University e dal Premio Nobel per l'economia Daniel Kahneman, i quali hanno individuato due tipologie di frame nel corso della negoziazione: il frame di guadagno e il frame di perdita. . + Scenario A. . - piano A: salvataggio sicuro di 1 dei 3 stabilimenti e di 2000 posti di lavoro; + Scenario B. . - piano A: perdita sicura di 2 di 3 stabilimenti e di 4000 posti di lavoro; Giovannacosenza.files.wordpress.com/2010/12/guerrilla-al-confine-tra-marketing-e-sociale-di-francesca-malaspina.pdf.

Guerriglia Marketing. Genere o movimento artistico: Guerriglia Marketing Personaggi o Gruppi: Natella Andrea Luogo: Italia Storia: Guerriglia marketing (dall'inglese Guerrilla Marketing) è una definizione coniata dal pubblicitario statunitense Jay Conrad Levinson nel 1984 nel suo libro omonimo. per indicare una forma di promozione pubblicitaria non convenzionale e a basso budget ottenuta attraverso l'utilizzo creativo di mezzi e strumenti aggressivi che fanno leva sull'immaginario e sui meccanismi psicologici degli utenti finali. Il gruppo «Guerriglia Marketing» nasce nel 2003 dall’incontro di professionisti della comunicazione che hanno maturato una lunga esperienza sia nei circuiti alternativi e underground delle controculture comunicative (Cyberpunk, Rave Party, Luther Blissett Project, Indymedia) che in diversi comparti dell’industria culturale (carta stampata, tv e new-media).

Dal giugno 2003 guerrigliamarketing.it cura la rubrica Brand Bloc sulla rivista mensile Next Exit. Poetica: Opere: Shock and Hoax (2003) Storia. Se il termine Guerrilla Marketing è qualcosa che avete sentito solo di recente, sappiate che si tratta di una forma di comunicazione che possiamo far risalire agli anni ’70. Il che significa che potete fare affidamento su almeno 30 anni di studi, sperimentazioni e sviluppo. Il termine è uscito dal sottobosco nel 1984 con l’omonimo libro di Jay Conrad Levinson, ma per capirne la nascita dobbiamo fare un passo più indietro. Fino agli anni ’70 la comunicazione era fatta di grossi budget, grandi campagne e jingle accattivanti. Chi faceva marketing era a caccia dei profitti e poteva trovare nuovi clienti a milioni. La comunicazione si concentrava nel dire al consumatore qualcosa che prima non sapeva: i pubblicitari davano per scontato che bisognasse educare il mercato.Ma questa tecnica è diventata sempre meno efficiente con il tempo.

Prima di continuare vediamo chi è Jay Conrad Levinson, e soprattutto perché dovreste starlo a sentire: Milioni (milioni!) La Sacra Scuola del Marketing Non-Convenzionale. The Fun Theory. Yomango.net — Yomango: Yomango, com'è andata a finire? In agosto del 2008 una ragazza italiana molto simpatica, che lavora per una grande ditta di moda di cui non ha voluto dirci il nome, ha proposto a Yomango una breve intervista per inserirla fra i materiali di ricerca della sua tesi di master. Yomango non ha mai avuto niente da nascondere (anzi, Yomango consiste nella magia di far riapparire le cose) e dopo vari anni senza fare dichiarazioni pubbliche svuota finalmente il sacco sul suo passato e il presente.

A questa intervista esclusiva - che si sarebbe potuta intitolare anche "La verità, tutta la verità e nient'altro che la verità su Yomango" - ha risposto a nome di Yomango il solito portavoce multiplo Paul Bannister. I luoghi di incontro di Yomango erano riunioni settimanali e di tanto in tanto workshops. All'inizio il nucleo duro della comunità Yomango a Barcelona fu creata proprio a partire da una serie di workshops e laboratori.

Se queste grandi imprese hanno avuto paura di queste azioni di guerriglia? Certo, e ne abbiamo le prove! Www.dicospe.com/public/compub 2 maggio 2012.pdf. Camouflage. Sprite: nel nuovo spot la tecnica del camouflage di Liu Bolin marketing La famosa bevanda analcolica comunica ai suoi clienti un messaggio di differenziazione e di incitamento all'autenticità servendosi di una ... 30 luglio 2012 by Francesca Dendrella 40+ esempi di Taxi Advertising creativo CREATIVITY Una gallery eccezionale ci mostra come l'advertising possa viaggiare efficacemente... anche in taxi! 21 marzo 2012 by Leonardo Pavanello Ikea rivoluziona il concetto di “salva spazio” Ninja Links La scala-cassettiera di Ikea ... Sniggle.net: The Culture Jammer’s Encyclopedia. Intelligence. I punti vendita sono i luoghi in cui è possibile esperire direttamente quei valori con cui le campagne tradizionali caricano di senso il marchio.

L'idea vincente è stata quella di render vivo l'universo di valori espresso dalla marca nel momento in cui si consuma l'interazione del consumatore con il prodotto. Paradossalmente il consumatore deve esperire emotivamente la marca prima ancora di essere motivato all'acquisto. Luci, colori, materiali, suoni tutto deve rimandare ai valori della marca in un circolo autoreferenziale che coinvolge il consumatore già a partire dalla semplice presenza fisica nello spazio di vendita.

Se guardiamo alle competenze necessarie per la costruzione di uno spazio di experience efficace abbiamo infatti bisogno di tutte le professionalità tipiche del mondo del teatro o del cinema. per i dialoghi tra il pubblico e gli addetti ("gli attori"). E' come allestire uno spettacolo teatrale in cui il responsabile marketing realizza il suo sogno di regista.

20 creative guerilla marketing campaigns. We are so overwhelmed with advertising everywhere that it becomes hard for creative agencies to make ads that stand out. Guerilla advertising is a great way to make unusual, surrealistic visuals and situations that passers by will remember. Here is a selection. 1. Superette – Short shorts The bench that turns you into a walking advertisement if you are wearing short shorts. Via Trends Now. 2. Pretty clever, the urinal that stands out. 3. Seen in New York, how would you not go grab a coffee there? 4. I would be curious to know how many people actually notice this ad. 5. Enter the shark, a cool optical illusion for this National Geographic ad on a bus. 6. Cool idea to promote the movie “The day after tomorrow”, it gives the illusion that NYC has been submerged by the waters. 7. Feels good not to be in the same category as the big boys. 8.

Small but poweful, I think the message just got across the bridge. 9. Unmissable ad, I’m sure all the bowlers that went there remembered it. 11. 12. 13. Nuovo Marketing: forme e colori della pubblicità non convenzionale. Nuovo Marketing: Capitolo 3.1 - Guerrilla Marketing. Guerrilla Marketing Il termine “guerrilla” deriva dal mondo militare ed indica una strategia di guerra non convenzionale, che punta a sorprendere il nemico con una serie di piccoli attacchi inaspettati. Durante un’azione di guerrilla, i soldati combattono il nemico in maniera imprevedibile, colpendo nei luoghi e nei momenti meno opportuni. In questo modo l’obiettivo è colto alla sprovvista, senza possibilità di una difesa preventiva. I guerriglieri non hanno la forza militare necessaria per sostenere uno scontro di massa, ma si concentrano invece su pochi bersagli precisi, importanti strategicamente e capaci di danneggiare gli avversari.

La tattica consente di amplificare gli effetti degli attacchi, con il minimo spreco di risorse. Nel 1984 il concetto di Guerrilla è stato recuperato da Jay Conrad Levinson, adattandolo per indicare delle strategie alternative di marketing aziendale. The 80 Best Guerilla Marketing Ideas I’ve Ever Seen. Images speak louder than words. Here are the 80 BEST Guerilla Marketing Examples I’ve Ever Seen. Guerrilla Marketing (Guerilla Marketing) takes consumers by surprise, makes an indelible impression, and pops up where and when people least expect it. This form of marketing is desired because it often has a high ROI. Guerrilla marketers are able to make a lasting impression without spending a lot of their marketing budget. By being a little cleverer and more unpredictable, you challenge consumers who desire some fun in their products. Perché il Pulcino Pio è virale. Nessuno ama il Pulcino Pio, ma allora perché si diffonde? Il viral-dna del del tormentone dell'estate spiegato con la formula Create!

Vi piace il Pulcino Pio? Molti di voi diranno di no, io l’ho trovato subito geniale. Sarà perché in questo periodo sono particolarmente sensibile alle filastrocche per bambini, sarà perché è un ottimo esempio di video virale, tematica oggetto della mia ricerca degli ultimi anni. Per questo, nonostante sia al mare – e dal momento che, purtroppo, non riesco a staccare dal lavoro – dedico qualche momento serale ad una piccola riflessione sul perché del successo incredibile di questa filastrocca.

Veniamo al dunque, cercherò di essere breve. Il Pulcino Pio è un brano musicale lanciato da Radio Globo e supportato da un video virale realizzato (presumo per fini autopromozionali e in modalità no budget dato il logo in bella vista) da Medita, web agency che conosco e apprezzo per aver collaborato in passato con il Ninja LAB in diversi progetti. Il caso Pulcino Pio: DNA virale e potere ontologico del brand Centro Studi Etnografia Digitale.

Vi ricordate il Pulcino Pio, la canzone tormentone che ci ha perseguitati per tutta l’estate? Sì proprio lei, avete capito bene. Prendendo spunto da questa micidiale nenia vorremmo proporvi oggi una serie di brevi riflessioni sulla pratiche della viralità e sulle dinamiche del potere; riflessioni ovviamente supportate da una solida base dati che andremo a breve ad illustrare. Cos’è il pulcino pio? Per i pochi che non ne avessero mai sentito parlare, diciamo che il Pulcino Pio è una sorta di canzone-filastrocca per bambini, a metà tra la Fiera dell’est e la Vecchia fattoria, prodotta dalla radio romana Radio Globo - emittente che già la scorsa estate ci aveva regalato il capolavoro Ostia Beach. Sebbene canzone per bambini i numeri che essa ha generato sono da grandi, un dato su tutti: al 31 di Agosto la canzone era al primo posto della classifica dei brani più scaricati da I-Tunes (ricordiamo che il download dal sito di I-Tunes è a pagamento).

Perché fare un articolo sul Pulcino Pio? P.S.