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Ejercicios de gramática con verbos irregulares en presente. Non solo Riace, il sistema di accoglienza italiano è sotto attacco. Decreto sicurezza, online il Focus del Sole 24 Ore. L'entrata in vigore del decreto immigrazione e sicurezza - avvenuta il 5 ottobre scorso poi convertito con la legge 132/18- rischia nel prossimo futuro di lasciare molte persone per strada perché non si potrà più entrare in un Centro di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), dove avrebbe dovuto concludere il percorso di integrazione dei richiedenti asilo per protezione umanitari.

Decreto sicurezza, online il Focus del Sole 24 Ore

In un rapporto diffuso in occasione della Giornata internazionale dei diritti dei migranti - dati riportati dall’agenzia Ansa- si stimano che nei prossimi 2 anni circa 120mila persone sono destinate a scivolare nell'irregolarità, tra permessi per motivi umanitari non rinnovati, non rilasciati e pratiche arretrate che saranno esaminate dalle Commissioni territoriali secondo le nuove disposizioni di legge. Ecco le principali novità della normativa di cui anticipiamo alcuni passaggi salienti: Inoltre il permesso per motivi umanitari è stato sostituito dai «casi» speciali. . © Riproduzione riservata. Perché il decreto sicurezza rischia di trasformarsi in una "bomba sociale"

Facili e veloci

Vademecum profughi. DL 113 18 permessi di soggiorno Scheda per operatori 31.10.18 (1) Azzariti: “Il decreto sicurezza? La Consulta lo boccerà” Il decreto Salvini spiegato per slogan ai prefetti: ecco la circolare del Viminale. Il ministero dell’Interno ha deciso di “illustrare” i contenuti del “decreto Salvini” a tutti i prefetti del Paese.

Il decreto Salvini spiegato per slogan ai prefetti: ecco la circolare del Viminale

A oltre due mesi dall’entrata in vigore del decreto legge su immigrazione e sicurezza (5 ottobre 2018) promosso dal ministro Matteo Salvini, e a poche settimane dalla sua conversione parlamentare, il Viminale ha infatti inviato agli uffici governativi una circolare (protocollata il 18 dicembre 2018) per “illustrare le principali disposizioni d’insieme” del provvedimento. VolantinoEdufinDocenti 1. Nisaba 1. Stati dell'Africa. Il quadro normativo della riforma dei CPIA. La ridefinizione dell'assetto organizzativo e didattico dei Centri Provinciali per l'Istruzione degli Adulti, compresi i corsi serali, ha come capisaldi normativi i seguenti atti: il Decreto-legge 25 giugno 2008 n. 112 (convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale – Serie Generale – n. 47 del 25 febbraio 2013), che all'articolo 64, comma 4 ha previsto la ridefinizione dell'assetto organizzativo-didattico dei centri di istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali;il D.P.R del 29 ottobre 2012 n. 263 "Regolamento recante norme generali per la ridefinizione dell'assetto organizzativo didattico dei Centri d'istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali, a norma dell'articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133”.

Il quadro normativo della riforma dei CPIA

Il sistema di accoglienza dei migranti in Italia, spiegato per bene. Accoglienza. Guida all’asilo politico. Procedure, iter burocratici, moduli e modelli, tempistiche e scadenze: il percorso di un richiedente asilo in Italia risulta più complesso sulla carta che nella realtà effettiva dei fatti.

Accoglienza. Guida all’asilo politico.

In questo ambito si traccerà una guida generale, di mero carattere burocratico-amministrativo, volta a descrivere i passaggi obbligati a cui si trova di fronte il richiedente asilo sul suolo italiano. Fondamentale ricordare che non esistendo una normativa unica sul rifugio i passaggi qui descritti possono leggermente variare da Questura a Questura o da ente a ente. Essenzialmente la domanda d’asilo è compresa fra quattro momenti: Ognuno di questi quattro momenti non è a se stante ma correlato agli altri dalla Questura che prende in carico la domanda d’asilo e che deve seguire il richiedente fino al momento della acquisizione della decisione. 1.

Torna all’indice Essere veloce e porsi una domanda. Integrazione dei migranti: il modello Riace funziona. Lo dice la Prefettura. Che la storia di Riace, del suo sindaco visionario - fra i 50 uomini più influenti al mondo secondo Fortune, al quale Papa Francesco ha rivolto parole di ammirazione e gratitudine - della gente del posto generosa e ospitale, dei rifugiati accolti e integrati per ripopolare il borgo abbandonato, fosse una realtà bella come una favola, con tanto di antagonisti, peripezie e falsi eroi, era già noto.

Integrazione dei migranti: il modello Riace funziona. Lo dice la Prefettura

Le relazioni prefettizie Ma che a narrarla come tale fossero gli ispettori della prefettura di Reggio Calabria in un verbale, redatto «a seguito di attività ispettiva svolta in data 26 gennaio 2017», sorprende. C’era una volta Riace Per scelta degli estensori, la relazione su Riace «vuole essere più che altro uno strumento di comprensione di un fenomeno differente da quanto finora acquisito», si legge nella premessa. . © Riproduzione riservata. Rifugiati, cosa prevede il Trattato di Dublino. E perché è contestato. Quando e perché è stato sottoscritto il Trattato di Dublino?

Rifugiati, cosa prevede il Trattato di Dublino. E perché è contestato

Il 15 giugno 1990 i 12 Stati membro della Comunità europea (Belgio, Danimarca, Germania, Grecia, Spagna, Francia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito) firmarono la Convenzione di Dublino, con l'obiettivo di armonizzare le politiche in materia di asilo, per garantire ai rifugiati un'adeguata protezione, nel rispetto della Convenzione di Ginevra (1951) e del protocollo di New York (1967). La Convenzione è stata poi sostituita dal Trattato di Dublino II, sottoscritto dagli Stati dell'Ue nel 2003, poi modificato nel 2013 e rinominato Dublino III.

Cosa stabilisce il Trattato? I cittadini extracomunitari che fuggono da Paesi di origine perché in guerra o perseguitati per motivi di natura politica o religiosa possono fare richiesta di asilo solo nel primo Paese membro dell'Ue in cui arrivano, come prevedeva la Convenzione del 1990.