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Snarkitecture

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Jasper Morrison: innamorarsi della normalità « design@large Il valore delle cose nell'era di internet, la generosità del design, l'atmosfera che circonda gli oggetti pensati. Una lunga intervista con il designer della super-normalità (*). Qualche settimana fa ho iniziato a leggere un libro. L'autore era un professore universitario e il titolo era promettente, pulito, immediato: Design. Malgrado l'essenzialità della copertina e del suo dichiarato scopo però (illustrare le molteplici anime della cultura del progetto), il volumetto si è rivelato essere l'opposto di quello che mi aspettavo: perché chi scrive di design sente sempre la necessità di esprimere pensieri anche semplici (e addirittura banali a volte) con frasi complesse? È strano ma è proprio a questo piccolo libro che ho pensato immediatamente quando ho avuto tra le mani A Book of Things di Jasper Morrison. Cosa dà a un oggetto il potere di influenzare l'atmosfera dell'ambiente che lo ospita? «Credo che un oggetto riuscito abbia in sé un equilibrio e una certa naturalezza. «Succede. «No.

James Irvine: a self-portrait The Domus digital archive includes all our issues since 1928. If you'd like to subscribe click here to find out more. The free choice of five "things", alongside a concise reasoning about each of them, could seem an exercise out of our current Twitter and Facebook age; during the 2000s, it was also a regular feature in Domus, then directed by Deyan Sudjic who conceived "Five Things" as an unexpected, surprising portrait of a different guest every month. The feature was condensed in one page — embedded in Simon Esterson's graphic project for the magazine —, and thus condensed information and reflections, from which emerged sincere personality traits of those invited to contribute. The June 2001 issue invited James Irvine, who chose a building, a movie, a motorbike, a logotype and a quote. This article was originally published in Domus 838 / June 2001 James Irvine: five things1. 2. 3. 4. 5.

Franco Raggi Milano | CASABELLAweb Paesaggi Italiani 28 maggio – 13 giugno 2015 mostraFranco Raggi Paesaggi Italiani Antonia Jannone Disegni di Architettura corso Garibaldi 125 Milano inaugurazione28 maggio ore 18.30 dal com.stampa: «18 opere a pastello grasso su carta plastificata, tratte da altrettante cartoline di paesaggi italiani, per indagare il processo di banalizzazione del bello (ma talvolta anche del brutto) che tali oggetti operano sulla realtà che ritraggono – Franco Raggi: “La prima cartolina l’ho staccata dal retro dello schienale di un pullman turistico. Una visione di lago italiano, anonima, archetipo della bellezza senza luogo. Franco Raggi sito feature image Franco Raggi mostra Paesaggi Italiani imagecredits courtesy antoniajannone.it

Architects Reimagine Jacobsen's Series 7 Chair In celebration of Arne Jacobsen’s Series 7 Chair, seven renowned architects were invited by Fritz Hansen to reinterpret the iconic chair in their own way for a project called 7 Cool Architects. The participants had to choose a context and then they were free to run with it, which led to them changing the legs, materials, and surfaces. Their new functions range from a chair in nature to a double chair that lets you face another person. Now, the seven chairs will be exhibited around the world and two editions of each chair will be sold at an auction at the end of the year. Bjarke Ingels Group were inspired by the chair’s use of wooden veneer and chose to stack the form resulting in subtle repetition. Neri&Hu used The Waterhouse from the 1930s in Shanghai as inspiration creating a replica and doubling the original design to face each other. Jun Igarashi Architects thought about the waste that comes after an earthquake causes buildings to collapse.

Vitra Design Museum: Carlton - Ettore Sottsass jr. Design: 1981Production: 1981 to the presentManufacturer: Memphis s.r.l., PregnanaMilanese, near MilanSize: 195.5 x 190 x 40 cmsMaterial: wood, laminated plastic When the Milan design group Memphis gave the first public presentation of their work in September 1981, the Ettore Sottsass room divider “Carlton” was among the most noted pieces. “Carlton” symbolizes essential traits of the style which as a consequence of Memphis became known almost overnight as New Design. Mundane and depthless laminated materials are trademarks of Memphis. Their aseptic, bold superficiality makes them the ideal medium for a new, decorative aesthetic. The iconography of the patterns is the result of blending graphic or geometric structures, imitation marble or wood, African symbols, comic strips, and loud colors. Designer:Ettore Sottsass Jr.

Jennifer Goff The World of Eileen Gray Library #052 Una monografia classica, una ricerca molto approfondita su una designer lontana dalle convenzioni. In Eileen Gray. Her Work and Her World, Jennifer Goff, curatrice del National Museum of Ireland di Dublino, ci guida nella vicenda umana e professionale della grande progettista irlandese, forte di uno studio analitico durato ben dieci anni. Ne esce una figura decisamente più complessa della maestra del Déco famosa per il taglio alla maschietta, la passione per la velocità e le assidue frequentazioni con l’intellighenzia dell’epoca. A classic monograph, a very thorough piece of research into a highly unconventional designer. Domitilla Dardi Lettera da Le Corbusier a Eileen Gray. / Letter from Le Corbusier to Eileen Gray. Non-conformist Chair, 1926. Brownswood House. 1896. © NMI. Brownswood House, Enniscorthy, Co. Architectural Cabinet. © Private collection. Pirogue. © Archives Galerie Vallois. Siren Chair. © Christies images Ltd. Le Destin. © Archives Galerie Vallois.

Where I Work: Gabriele Chiave of Marcel Wanders Studio Gabriele Chiave spent his formative years moving from Dakar (four years), Caracas (five years), Buenos Aires (two years), and Rome (three years), giving him a multicultural perspective before even finishing high school. After receiving his French baccalaureate diploma, he headed to Milan where he spent nine years, during which time he studied Industrial Design at IED. In 2007 he landed in Amsterdam where he landed the covetable gig of being Creative Director at Marcel Wanders Studio overseeing all projects in product and interior design, and art direction for a number of premium design brands. The incredibly busy art aficionado and jazz lover took some time to give us a look into the magical world of the Marcel Wanders Studio, in this month’s Where I Work. Gabriele on the right What is your typical work style? Methodical, but with room for a little madness. What’s your studio/work environment like? How is your office organized/arranged? How long have you been in this space? Iggy Yes. VIP Room

Venini: Ando Time La clessidra progettata da Tadao Ando per Venini è composta da due elementi: un prisma in vetro ruotato a base triangolare (esterno) e un cilindro anch’esso in vetro, composto da due elementi di colore diverso (all’interno). Tadao Ando, Ando Time, Venini Le parti di vetro sono collegate tra loro da un componente in metallo prezioso (il titanio) che lascia passare la sabbia (ossido di alluminio, un minerale scuro e durissimo quasi come il diamante usato per tagliare e levigare il vetro). La soffiatura della precisa forma finale con gli spigoli e i piani curvati dalla torsione è possibile infatti solamente con l’aiuto di uno stampo metallico che nel vocabolario muranese si definisce “a fermo”, una delle lavorazioni tra le più affascinanti. In quest’opera sono riassunte l’idea del tempo che passa, ma anche l’interscambiabilità fra l’alto e il basso perché, per funzionare, la clessidra deve essere continuamente rovesciata. Tadao Ando, Ando Time, Venini Tadao Ando, Ando Time, Venini.

Franco Albini, mobili, 1938-1959 Pubblicato in origine su Domus 729/luglio 1991 Una meditata revisione critica dei fondamenti del movimento moderno, assieme ad una attenta mediazione tra innovazione e tradizione, determinano il significato e l'importanza di approfondire la conoscenza dell'opera di Albini, caratterizzata appunto sia dall'innovazione tipologica che dalla ripresa di metodologie e temi della tradizione. Albini determina molto presto, per quanto concerne il disegno dell'arredo, quasi tutte le tipologie sulle quali lavorerà lungo il corso della vita; possiamo quindi leggere le sue opere attraverso l'individuazione di alcuni nuclei tipologici che vorrei definire 'strutturali'. Le sedie, ad esempio, costituiscono una costante variazione condotta su di un'unica tipologia individuabile già nei disegni per il concorso Wohnberdarf del 1940. Nell’ordine: Poltroncina per la Villa Pestarini, 1938. Poltroncina Luisa (1949 prototipo, 1955 produzione Poggi). Libreria Veliero in tensistruttura, 1938, realizzazione Poggi.

Raymond Loewy: il design che viaggia dalle aspirapolvere alle basi spaziali Raymond Loewy (Parigi, 5 novembre 1893 – Monte Carlo, 14 luglio 1986), e' stato un designer emblema dei suoi tempi; per meglio dire: egli è stato capace di "scolpire" letteralmente il proprio tempo arredandolo con oggetti che lo hanno fortemente caratterizzato. Molti degli oggetti di design realizzati da Loewy sono tutt'ora in commercio e ispirano ancora i designer contemporanei. Ma fu soprattutto l'ecletticità del personaggio a valergli un posto d'onore nella storia del disegno industriale. D'origine francese ma ben presto trasferitosi negli Stati Uniti operò nel campo del design soprattutto tra gli anni Trenta e i Cinquanta sviluppando le linee guida di quello che verrà poi definito come stile streamline. Things to Come - 1936 Temperamatite - 1934 Nell'avventura professionale di Loewy ci sono una miriade d'oggetti realizzati per varie funzioni. Aspirapolvere Z30 - 1938 Interno di base orbitante progettato da Loewy Commenta Tags Condividi questo articolo

Gio Ponti. Lezioni di design Giovanni Ponti, detto Giò (Milano, 18 novembre 1891 – Milano, 16 settembre 1979), è stato un architetto, designer e saggista italiano, tra i maggiori del XX secolo. Una ricca ricostruzione storica introduce la figura di Gio Ponti (1897-1979). Architetto e designer, comincia la sua collaborazione con l`industria già prima della guerra, per proseguirla poi con esiti felicissimi. Nel 1928 fonda la rivista "Domus", importante strumento di diffusione della cultura architettonica e figurativa. A Milano, progetta il grattacielo Pirelli (1956) e collabora come progettista e protagonista a innumerevoli mostre per la Triennale. Ospite in studio di Ugo Gregoretti è la figlia di Gio Ponti, Lisa Ponti, artista. La scheda tecnica conclusiva spiega le fasi di lavorazione delle ceramiche disegnate da Gio Ponti negli anni Venti, ancora oggi in produzione per la manifattura toscana di Doccia. Tags Condividi questo articolo Inserisci il codice nel tuo articolo

Eileen Gray: pioniera del design L'archivio digitale di Domus include tutti i numeri a partire dal 1928. Se sei interessato ad abbonarti clicca qui. Pubblicato in origine su Domus 469 / dicembre 1968 Un omaggio a Eileen Gray pioniera del design È ben strano che nessuno abbia reso omaggio a Eileen Gray in questi ultimi trent'anni, se si pensa che l'ultimo a farlo è stato Le Corbusier. Mobili straordinari, visti oggi: mobili che, a guardarli ora, si stenta a credere che sian stati progettati e realizzati prima del '30. Finita la guerra aprì un atelier in rue Visconti a Parigi, e cominciò allora a realizzare dei mobili, pezzi unici, in legno e lacca, e nel 1922 ne fece la sua prima mostra presso la Union des Artistes Modernes, con uno straordinario successo. In apertura: la poltrona, in legno di sicomoro con giunti metallici del 1924. Il successo la incoraggiò. Ritratto di Eileen Gray. La prima casa, a Roquebrune, progettata in collaborazione con Badovici, fu terminata solo nel 1929. Eileen Gray, casa a Castellar 1932-34.

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