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Dida-Tech: una community di insegnanti propone percorsi di cittadinanza digitale

Dida-Tech: una community di insegnanti propone percorsi di cittadinanza digitale
Uno dei miracoli della rete è la possibilità di creare community professionali in grado di collaborare e condividere risorse su temi specifici. Quello che vado a presentarvi è uno di questi esempi, sotto forma di sito web, che suggerisco di archiviare tra i vostri bookmarks perchè potrete trovarvi un sacco di spunti interessanti. Si tratta di Dida-Tech, una community di insegnanti che si sono messi a collaborare sul tema fondamentale della cittadinanza digitale, con un'attenzione particolare all'uso delle tecnologie in una prospettiva di inclusione. E' stato messo a punto e declinato per ogni ordine di scuola il percorso didattico "Noi: Super cittadini digitali", per il quale è disponibile una cartella su Google Drive in cui potrete trovare i vari materiali, suddivisi per scuola dell'infanzia, scuola primaria e scuola secondaria di I grado. Ecco, in anteprima, una presentazione che racconta l’inizio delle avventure di SuperKid. Dida-Tech

https://www.robertosconocchini.it/recensione-siti-utili/6496-dida-tech-una-community-di-insegnanti-propone-percorsi-di-cittadinanza-digitale.html

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Assunzioni, una su tre richiede le competenze 4.0 La rivoluzione dell'industria 4.0 comanda anche i processi di assunzione dei nuovi lavoratori. Secondo quanto rileva Unioncamere attraverso il sistema informativo Excelsior, un'assunzione su tre ha richiesto capacità di gestire e applicare tecnologie 4.0. "Solo lo scorso anno il 34,2% delle oltre 4 milioni di ricerche di personale programmate", rileva Unioncamere, "si è indirizzata verso profili professionali con competenze 4.0 adeguate per raccogliere questa sfida. Mentre per elevare le conoscenze delle risorse umane già presenti in organico, il 30% delle imprese ha già svolto o intende avviare nei prossimi 12 mesi percorsi di formazione sulle tematiche 4.0".

Per favore, non chiamateli nativi digitali Vado spesso nelle scuole a insegnare le basi della sicurezza informatica e della gestione della privacy in Rete, per cui incontro sovente i cosiddetti “nativi digitali”: i giovani che hanno sempre vissuto attorniati dalle tecnologie digitali e dalle consuetudini sociali che li caratterizzano. Quelli che non si ricordano del mondo prima di Internet, cellulari, tablet, Playstation e smartphone e quindi li considerano elementi assolutamente ovvi e naturali della propria esistenza. I genitori di questi nativi li contemplano spesso estasiati, ammirando la naturalezza con la quale maneggiano i dispositivi digitali, come se vedessero Mozart al clavicembalo, e sospirano rassegnati, convinti di non poter competere con chi è cresciuto sbrodolando omogeneizzati sul touchscreen e sicuri che basti dare ai loro virgulti un iCoso per garantire loro l'articolata competenza informatica di cui avranno bisogno nella carriera e nella vita quotidiana. Se solo sapessero.

Webquest, Internet e il Pensiero Critico. Come portare tutto in classe Che internet sia entrato prepotentemente nella didattica degli ultimi anni è un fatto innegabile. Che lo abbia fatto in modo coerente e ordinato è invece più discutibile. Un esempio. Se fino a 15 anni fa si poteva richiedere serenamente agli alunni una ricerca in biblioteca, giacchè i testi in essa presenti erano in qualche modo già validati e tutto sommato affidabili, oggi con la rete questo passaggio non è scontato. Come ci insegna Rheingold in un illuminante passaggio del suo testo p.79 (“Perchè la rete ci rende intelligenti”) “Ho l’impressione che adesso il compito (di verificare) tocchi a chi trova informazioni sul Web piuttosto che a chi ce le mette”

Perché La Curation Trasformerà Il Mondo Dell'Educazione: 10 Ragioni C'è un numero crescente di nuove tendenze che stanno rivoluzionando rapidamente il mondo dell'educazione, offrendo nuove opportunità per rivedere e migliorare i ruoli e gli scopi di molte delle istituzioni già presenti (che probabilmente diventeranno presto obsolete e insostenibili agli occhi di chiunque). 1) Un Opprimente Abbondanza Di Informazioni Che Implora Di Essere OrganizzataL'obiettivo non è (e probabilmente non lo è mai stato) di imparare o memorizzare tutte le informazioni che percepiamo. Il solo concentrarsi sul loro vero significato sarebbe già troppo. L'obiettivo in realtà dovrebbe essere quello di "imparare ad apprendere", di capire dove andare a cercare le informazioni a noi necessarie e di imparare a capire quali parti di queste informazioni sono utili per apprendere o raggiungere un certo traguardo.Ecco perché i nuovi digital literacy skills hanno una così grande importanza.

Gravità Zero : GLI STUDENTI APPRENDONO MEGLIO SUI LIBRI CHE SUGLI SCHERMI DEI TABLET: LO CONFERMA UNO STUDIO Oggi gli studenti si considerano nativi digitali: la prima generazione a crescere circondati dalla tecnologia, come smartphone, tablet ed e-reader. Tenuto conto di questa tendenza, insegnanti, studenti, genitori e politici dovrebbero supporre che la familiarità e la preferenza degli studenti per la tecnologia si traduca in migliori risultati di apprendimento. Ma da un recente studio pubblicato da due ricercatrici dell'Università di Maryland (Patricia A. Alexander, e Lauren M.

Una mappa per non perdersi tra i #digitalskills In questa bellissima mappa interattiva realizzata da All Aboard (con l’ottimo ThingLink) è possibile navigare tra i digital skills che non solo ogni studente, ma anche e soprattutto ogni insegnante dovrebbe padroneggiare. Ogni ‘linea’ di questa metropolitana digitale parte con un breve video che sintetizza gli obiettivi che caratterizzano ciascuna competenza digitale, mentre le ‘fermate’ mostrano come poterle raggiungere: Strumenti e TecnologieCercare e UsareInsegnare e ImparareIdentità e Benessere (digitali)Comunicare e CollaborareCreare e Innovare La mappa interattiva è uno strumento davvero efficace utilizzabile da insegnanti e studenti per non perdersi tra le varie tappe che devono essere affrontate nel viaggio verso la cittadinanza digitale. All Aboard è un progetto collaborativo che si baserà sui tanti esempi eccellenti di ricerca di alta qualità, di formazione e di progetti di cooperazione già avviati o in corso nel mondo dell’istruzione irlandese. Mi piace:

Metodo Montessori: meglio del digitale Negli ultimi 10 anni le risorse della scuola pubblica sono state tagliate senza alcun pudore. Ormai lo sanno tutti. Nel giro di pochi anni le sono stati tolti 7 miliardi di euro e 150 mila operatori. L’unica voce che si è salvata da questa distruzione è stata quella che riguardava il settore tecnologico, o meglio, il settore della didattica digitale. Che cos'è DigCompEdu, per le competenze digitali di docenti e educatori In un recentissimo articolo apparso su questo sito, la collega Silvia Mazzoni elencava cinque punti “programmatici” per lo sviluppo del PNSD. Tra essi, al quarto posto, si trova il curricolo: “pianificare e supportare il lavoro dei docenti rivolto alla declinazione completa e articolata delle competenze digitali”. In effetti, la definizione di un framework comune per le competenze digitali è una delle azioni del PNSD stesso (#14) per la quale era prevista l’istituzione di un tavolo tecnico già per il dicembre 2015. Nel frattempo, tuttavia, il dibattito internazionale e soprattutto europeo sul tema si è arricchito di una proposta specifica per i docenti: il framework DigComp, pensato come modello delle competenze digitali del “cittadino europeo”, a sua volta citato dal PNSD come importante fonte di ispirazione proprio dell’azione #14 (ma qui si rischia il corto-circuito!), è ora corredato anche di una versione “educational”, rivolta agli insegnanti.

Lavorare nell'era digitale, così cambia l'istruzione: i nuovi trend L’EPSC (European Political Strategy Center) ha recentemente reso disponibile la pubblicazione “10 Trends. Transforming education as we know”. Come sta cambiando l’educazione?

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