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10 modi per utilizzare Google Sites con gli studenti ~ Tecnologia Formazione e Mobile Learning April 18, 2014 Google Sites is one of the best website creation software I have been recommending for teachers. There are a wide variety of reasons why Google Sites is an ideal platform to host your class website and here are some of them: Google Sites is easy to use and has a student friendly interface.You can set up your website within minutes without the need for any HMTL or CSS knowledge.It provides highly customizable themes that you can easily apply to your site.It is integrated with some other Google serves like Google Calendar.Google Sites has a wonderful web-based editor that allows you to easily create, edit and share you content.It provides a set of collaborative features including multiple editors and commenting.Inserting images, videos, and other multimedia materials is ridiculously easy.It provides a modest cloud storage capacity for you to upload documents, files, attachments, and PDFs.And it is FREE.

I Migliori Strumenti Digitali Didattici Presenti Gratuitamente in Rete Oggi per rendere l’insegnamento/apprendimento più motivante ed efficace, dal punto di vista metodologico, occorre integrare la didattica con la tecnologia e gli strumenti digitali didattici, prendendo spunto da varie opportunità offerte dalla Rete. Ogni insegnante sa bene che la lezione frontale (nella sua forma tradizionale) può essere una cosa meravigliosa ma anche noiosissima per gli studenti. La lezione tradizionale, nel periodo storico in cui viviamo, non soddisfa le esigenze di coloro che chiamiamo “nativi digitali”, che di digitale hanno, appunto, solo la nomea di essere nati in un contesto sociale, dove si è legati all’utilizzo del tecnologico in tutti i settori del vivere quotidiano. Oggi i ragazzi si ritrovano ad essere vittime del sistema, incapaci di gestire la quantità di informazioni digitali infinite, passando dall’uso ad un abuso non consapevole. Leggi anche: LE MIGLIORI APP PER GLI INSEGNANTI RACCOLTE IN UNA MAPPA Autore articolo Maria Rita Seminerio

I migliori siti italiani che parlano d'innovazione didatticaProf Digitale Penso sia finalmente giunto il momento di mettere insieme in una lista, che spero mi aiuterete ad ampliare ed a tenere aggiornata con le vostre preziose segnalazioni, i migliori siti italiani che parlano d’innovazione didattica, di scuola 2.0, di rivoluzione digitale all’interno delle classi. L’articolo su quelli internazionali ha avuto un discreto successo, ma è ora di cominciare a guardare dentro i nostri confini, perché ci sono risorse meravigliose che aspettano solamente di essere scoperte e condivise. Nell’elenco troverete anche siti che non parlano esclusivamente di scuola, ma anche d’innovazione tout court, perché personalmente ritengo che aprirsi all’esterno, e non essere troppo autoreferenziali, sia un’ottimo modo per andare avanti nel nostro percorso professionale. Rinnovo il mio consiglio: salvate questi siti tra i preferiti o, meglio, sul vostro RSS reader, in modo da consultarli più o meno regolarmente, perché riescono a pubblicare anche diversi articoli al giorno.

Ambienti per la didattica digitale integrata by Daniele Barca on Prezi Usi di Google Drive in classe: eccone uno! - GRIMPO! Innanzitutto partiamo dal capire, esattamente, che cos’è Google Drive. Ecco la definizione di Wikipedia: Google Drive è un servizio, in ambiente cloud computing, di memorizzazione e sincronizzazione online introdotto da Google il 24 aprile 2012. Il servizio comprende il file hosting, il file sharing e la modifica collaborativa di documenti inizialmente fino a 5 GB, da ottobre 2013 fino a 15 GB gratuiti (inclusivi dello spazio di memorizzazione di Gmail e delle foto di Google+) estendibili fino a 30 TB in totale Google Drive, per cui è disponibile anche una Google App, comprende una serie di strumenti per la produttività e la collaborazione. Lo spazio che è disponibile con l’account di base – che è totalmente gratuito – è di 15 GigaByte: vi assicuro che, per quanto riguarda l’uso scolastico, questa misura vi basterà – almeno – per i prossimi 5 anni! Google Drive è uno strumento formidabile che può essere di enorme aiuto e potenziamento nelle attività didattiche. Noi di Grimpo!

50 risorse web 2.0 per la scuola Con la costante ed inarrestabile presentazione di nuove applicazioni per la didattica si presenta la necessità di aggiornare i vari elenchi di risorse che le Nuove Tecnologie e il web 2.0 mettono a disposizione delle scuole. Ho trovato in rete un'ottima raccolta di siti web 2.0 per la scuola e credo sia utile metterla a disposizione di tutti i lettori del blog. L'elenco è in ordine alfabetico 19 Pencils - il modo più semplice per gli insegnanti per scoprire, condividere e gestire contenuti educativi web-based con gli studenti. Articoli correlati

50 Fab Apps for Teachers Less Is More You don’t need a one-to-one classroom (one device for every student) to integrate tablets into instruction. Whether you have one tablet or five, possibilities for teaching with them abound. Single Tablet • Independent reading Load up your tablet with books in a reading app. Allow students to check out the tablet for the day or week for in-class use, just as they would a book from the class library. • Accessibility Have a student that might benefit from accessibility apps? Small Set of Tablets • Small-group reading A few tablets are perfect for engaging students during small-group reading instruction. • Research Portability makes tablets conducive to quickly accessing information for research projects. Education—there’s an app for that. “I have yet to see anything in education that generates excitement and motivates students the way tablets do,” says the third-grade teacher from Leonard Elementary School in Troy, Michigan. Language Arts Super Why! Math Science Social Studies

REALIZZARE VIDEO DIDATTICI: COSA SERVE PER CREARE UNA VIDEO LEZIONE? | France... Oggi la didattica può servirsi di uno strumento molto potente per far apprendere i contenuti agli alunni… mi riferisco al VIDEO! Quest’ultimo riesce a catturare l’attenzione, a motivare e a fissare meglio i concetti. Perché non usarlo? Per prima cosa occorre conoscere gli strumenti sia software che hardware per realizzare un video didattico efficace. I migliori programmi scaricabili gratuitamente online sono: Windows Media Player e Pinnacle Videospin, con essi puoi già ottenere un buon risultato utilizzando le transizioni, le tracce audio, le scritte testuali e le immagini. A pagamento esistono invece dei programmi molto più evoluti come ad esempio: Power Director 11. Un esempio realizzato da me per l’attività: “La pergamena dei sette segreti“, svolta con l’obiettivo di promuovere comportamenti scolastici virtuosi. Una telecamera digitale, in alternativa potremo utilizzare uno smartphone di ultima generazione o una buona macchina fotografica, anche quelle compatte andranno benissimo.

Le dieci tesi su scuola e tecnologia » Cremit Durante il convegno “Educazione, apprendimento e nuove tecnologie”, sono state esposte “dieci tesi” in cui si affrontano temi e problematiche da sempre dibattuti ma mai abbastanza chiariti. Media Education e Education Technology — L’Education Technology è la didattica che fa uso delle tecnologie e considera i media digitali come supporto alla mediazione nei processi di insegnamento e apprendimento. La Media Education invece è qualcosa di propedeutico alla prima, in quanto lavora sui linguaggi mediali in genere (che ora sono comunque digitalizzati), considerati come artefatti culturali rispetto ai quali sviluppare pensiero critico e responsabilità;La logica dei consumi culturali non corrisponde a aut aut, ma a et et — Le tecnologie non sono sostitutive, ma integrative. Più che fattore di discontinuità, bisogna considerare il digitale come una ri-mediazione della realtà, cioè a una riconfigurazione in un’altra chiave degli elementi della realtà quotidiana. di Piercesare Rivoltella

"Nativi digitali"? La mera tecnologia non aiuta la Scuola La settimana scorsa il prof. Paolo Ferri è intervenuto su questo giornale a proposito della vexata quaestio relativa all'esistenza dei “nativi digitali”. Nel farlo ha citato alcune mie ricerche come esempio di “tecno-scetticismo”. Rispondo qui in merito ai riferimenti fatti alle mie ricerche e alle mie posizioni, che nell'articolo sono state accomunate a quelle di Paolo Attivissimo ma che in realtà si distinguono da quelle sia nel contenuto che nelle finalità. L’articolo del prof. Questo significa essere “tecno-scettici”? C'è inoltre da dire che i livelli di apprendimento standardizzati non sono l’unico indicatore che può misurare l'impatto dei media digitali nella scuola. La questione è, quindi, complessa e si presta sempre meno alla contrapposizione astratta tra apocalittici e integrati. Bibliografia Barrera-Osorio, F. and Linden, L. randomized experiment in Colombia. Cristia, J. Development: Evidence from the One Laptop per Child Program, IZA Discussion Papers 6401, Institute

Che cosa è il Design Thinking e come attuarlo in classe (in 6 step) “Essere empatici. Cercare di capire a che cosa la gente dia veramente valore. La grande cosa del Design Thinking è che permette alle persone di costruire idee sulle idee degli altri. Tu pensi a qualcosa, io ho un’idea, poi qualcuno da qualche parte dice: ‘Ehi, questo mi ha fatto pensare che dovremmo fare questo e potremmo fare quello.’ Così arrivi ad un punto che non avresti mai raggiunto con un’unica mente”. Il processo del Design Thinking in classe Il Design Thinking si ritiene oggi un elemento importante in ambito scolastico nell’adeguamento delle competenze professionali degli insegnanti alle esigenze di innovazione derivanti dalla veloce diffusione delle tecnologie, la volontà di dotare gli studenti (sin da piccoli) di strumenti per affrontare il costante aumento delle informazioni disponibili per renderli cittadini consapevoli. Le sei fasi del Design partecipativo 1. 2. “Nessuna idea è troppo stupida”, questo è il mantra del secondo step nel processo del Design Thinking. 3. 4. 5.

I Nativi Digitali pensano e apprendono diversamente Francesca Ungaro Webwriter e Content Manager. Psicologa.Ho lavorato come Responsabile della Comunicazione Corporate. Psicologia e scrittura sono le realtà che si intrecciano da sempre nella mia vita. Latest posts by Francesca Ungaro (see all) In un articolo di Panorama del 4 aprile 2016 si legge che i Nativi Digitali pensano diversamente rispetto alle generazioni precedenti. E’ dimostrato che i Nativi Digitali, quasi costantemente iperconnessi, non presentano una correlazione tra il numero di ore di esposizione alla Rete e l’aumento del quoziente intellettivo. Il pensiero dei Nativi Digitali tende ad abbandonare strutture logico-deduttive e lineari. La velocità di apprendimento e di pensiero logico-emotivo pare ridotta a un tempo talmente insufficiente che le informazioni, le emozioni e le esperienze non riescono ad essere strutturate e immagazzinate nella Memoria (ne ho scritto qui: Internet e i Social Network: quanto male fanno alla Memoria?)

Generazione Digitale - I nuovi spazi della scuola Quando si parla della scuola del futuro, ovviamente il primo pensiero va alle nuove tecnologie, la cui introduzione, se pur con tempi diversi, si sta facendo pian piano strada nelle scuole del Paese. Ma con l'arrivo di nuovi strumenti e la diffusione di una didattica innovativa nei processi di apprendimento, non è pensabile che anche gli spazi e gli arredi restino uguali a quelli di una volta. C'è bisogno di un cambiamento negli ambienti d'apprendimento, ne parliamo con i nostri ospiti: Rita Coccia, dirigente scolastico dell’Istituto Volta di Perugia, Elisabetta Mughini, ricercatrice Indire, l’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa, i nostri ragazzi e il professore Mario Morcellini. Tags Condividi questo articolo

Il digitale a scuola / Le opportunità “Se la scuola rimane lontana dalla tecnologia che i ragazzi utilizzano quotidianamente per comunicare perde una grande occasione per ridurre le distanze e diventare credibile”. A parlare è Paolo De Nadai, cofondatore di ScuolaZoo, che di scuola vissuta ne sa qualcosa visto che ogni giorno è in contatto con due milioni e mezzo di studenti attraverso il sito e i social network connessi: “Se invece il docente riesce a utilizzare tablet e smartphone per insegnare, conquista immediatamente i ragazzi”. “C’è una schizofrenia di fondo - aggiunge Paolo Giovine, presidente e cofondatore di Pubcoder, startup per la gestione dei contenuti digitali -: fuori dalle aule i ragazzi fanno tutto quello che non possono fare a scuola con gli strumenti digitali, poi rientrano il giorno dopo a scuola e spengono il mondo esterno”. Non c'è dubbio comunque che la tecnologia oggi offra potenzialità sconosciute fino a ieri. © Riproduzione riservata

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