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Internetopoli, alla scoperta della Rete

Internetopoli, alla scoperta della Rete
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Il fumetto “Nabbovaldo, ovvero le stagioni a Internetopoli” « Ludoteca Registro.it “Nabbovaldo, ovvero le stagoni a Internetopoli” il romanzo vincitore del concorso .itContest, realizzato dalla classe 1° C della Scuola secondaria di primo grado “A.Pardini” di Lajatico (PI), è diventato un fumetto pubblicato sulla rivista Comics&Science. L’elaborato, realizzato dai bambini sotto il coordinamento dell’insegnante Chiara Fattori, si ispira al romanzo “Marcovaldo ovvero le stagioni in città ” di Italo Calvino il cui protagonista è un cittadino spaesato dai cambiamenti in corso e ormai quasi estraniato dalla natura e dalle sue stagioni. Partendo da questa particolarissima lettura di Calvino, la matita del fumettista Gabriele Peddes ha reiventato uno spaesato Nabbovaldo, nuovo arrivato in un mondo ormai intrinsecamente complesso, che cerca di capire in quale modo la rivoluzione di Internet abbia cambiato non solo la nostra vita pratica, ma il nostro stesso modo di entrare in contatto con gli altri.

MEDIA EDUCATION ED ESERCITAZIONI AUDIOVISIVE | Nuovi occhi per i media di Deborah Bandini Cos’è la media education? Come si può insegnare il linguaggio dei media nelle scuole? Con il termine media education si vuole indicare un’attività educativa e didattica che sia in grado non solo di accrescere negli alunni le competenze comunicative necessarie per capire e conoscere i diversi media e le loro caratteristiche, ma anche di sviluppare una padronanza delle tecniche che sono necessarie per la loro produzione. Questo tipo di conoscenza dei meccanismi che regolano la comunicazione mediatica è, inoltre, molto utile al fine di stimolare la comprensione critica dei mezzi di comunicazione e mettere gli studenti nella condizione di produrre testi utilizzando i linguaggi e le tecnologie dei media. I media sono dotati di un forte potere ideologico e dimostrano molto bene come la realtà possa essere manipolata. Come si attua in Italia la media education nelle scuole in particolare per quel che riguarda il linguaggio audiovisivo?

Generazioni Connesse - Safer Internet Centre Italia - Home ProgrammaIlFuturo.it: Cittadinanza digitale consapevole-Scuola primaria Cittadinanza digitale consapevole Lezioni per la scuola primaria Queste lezioni permettono di realizzare degli interventi completi in aula su come muoversi in Internet in modo consapevole e sicuro. Dalla pagina di ogni lezione puoi scaricare il relativo materiale didattico (incluse le schede per i genitori). Ecco una sintetica descrizione del materiale disponibile. Parallelamente al materiale che gli insegnanti usano per spiegare agli studenti come muoversi in Internet in modo consapevole e sicuro, sono disponibili delle schede appositamente pensate per introdurre questi argomenti in famiglia. Queste lezioni e i relativi video originali sono realizzati da Common Sense Education, con cui abbiamo sottoscritto un accordo di collaborazione per l'adattamento in italiano del loro materiale educativo. Leggi il comunicato stampa con cui nel maggio 2018 è stato presentato ufficialmente il primo percorso per la scuola primaria.

Media Education - Sicuri In ReteSicuri In Rete La Media Education è una prospettiva disciplinare impegnata nella riflessione sui media come oggetto, strumento e spazio del processo educativo, integrando i contributi delle Scienze dell’Educazione e delle Scienze della Comunicazione. La Media Education offre alla scuola l’opportunità di farsi carico dell’impegno pedagogico nei confronti delle nuove tecnologie e di tutti i media in generale. E si basa su un presupposto fondamentale: strumenti mediatici attuali non solo informano e amplificano i fatti, ma propongono valori e modelli di comportamento, nuove modalità di comunicazione, socializzazione e apprendimento. La Media Education viene messa in pratica sia utilizzando nuovi strumenti multimediali all’interno della didattica (Internet, telefonini, ecc..), che riflettendo su di essi. Educare ai mediaOvvero: considerare le tecnologie come tema della didattica, in un processo di alfabetizzazione reciproca tra docenti e studenti (che, tecnicamente, possono saperne più di noi).

Home page del sito nazionale del MED Med | Blog | DA CATFISH A HER Home » novembre Abstract italiano L’ampia diffusione che i social network e le tecnologie di rete stanno avendo anche nella costruzione di relazioni online pone una serie di interrogativi sulla natura dei nostri rapporti affettivi e romantici, su cosa ci aspettiamo da questi e su come si ripercuotono sulla nostra vita quotidiana. Per vedere l’articolo bisogna registrarsi! 'Scelte di classe', la piattaforma gratuita con i film da vedere a scuola Un tempo durante il monte ore scolastico si sceglieva di vedere un film e nella sala cinematografica della città quando ancora la pellicola era conservata nella “pizza” e i cineplex erano solo nell’immaginario: si passava l’intera mattinata a discutere, a confrontarsi per poi continuare fuori dalla sala. A riportare i film a scuola sono la Fondazione Cinema per Roma che con “Alice nella città”, Mymovies e il ministero dell’Istruzione hanno lanciato “Scelte di classe”, la prima piattaforma web che proporrà alle classi di tutt’Italia un archivio di pellicole e un ambiente virtuale didattico per portare il cinema a scuola e le scuole al cinema. Film sottotitolati o con audioguide L’idea è delle più affascinanti e permetterà a migliaia di ragazzi di avvicinarsi a questo linguaggio che non può essere lasciato ai margini nel sistema d’istruzione italiano. Streaming e produzioni straniere Il cinema nel piano formativo

Scuola, il paradosso di tanta tecnologia che non fa vera innovazione Una carrozza senza cavalli. Utilizzo spesso questa immagine di una delle prime automobili, nelle conferenze alle quale ho occasione di partecipare, ma anche durante gli incontri di formazione relativi al PNSD che sto tenendo in giro per l’Italia. Rappresenta, appunto, una delle prime automobili, anche se a prima vista sembra una carrozza. In effetti, è proprio una carrozza. Una carrozza senza cavalli, ma con ancora tutte le caratteristiche del precedente modello tecnologico di mezzo di trasporto. È passato un po’ di tempo da allora, e ad un certo punto si è iniziato a capire che il motore, in pratica un “paradigma di propulsione” completamente diverso da quello precedente, consentiva soluzioni tecniche e creative ben diverse e innovative. Mi sono accorto di poter utilizzare questa metafora in molti ambiti, parlando di digitale, ma è una bella notizia solo per me, così non ho bisogno di inventarmi slide ad effetto! E a scuola, cosa troviamo? Appunto, carrozze senza cavalli!

Editore - Modelli pedagogici e pratiche didattiche - Acquista senza spese Il libro Il volume raccoglie gli atti, vale a dire le riflessioni, le relazioni e le comunicazioni che hanno percorso il convegno SIREM “L’educazione digitale. Modelli pedagogici e pratiche didattiche per la formazione iniziale e in servizio degli insegnanti”, che si è tenuto a Napoli nel marzo 2016.Il convegno ha rappresentato una occasione importante in cui studiosi, ricercatori e insegnanti, mossi da diversi interessi e specializzati in svariati campi, si sono incontrati per dialogare, leggere, costruire percorsi didattici digitali che diano senso alla relazione educativa, quella fra insegnante e alunno, messa alla prova e resa complessa dall’avvento delle tecnologie digitali. Talvolta il digitale viene interpretato e accolto come un ospite inatteso, persino inquieto che disturba la quotidianità scolastica. Clicca qui per scaricare il pdf gratuitamente Saggi di: M. Il curatore Al momento, non risultano recensioni.

Il grande equivoco. Ripensare l’educazione (#digitale) per la Società Ipercomplessa | Fuori dal Prisma “Non conosco altri modi in cui l’intelligenza o la mente potrebbero sorgere o essere sorte se non attraverso l’interiorizzazione da parte dell’individuo dei processi sociali dell’esperienza e del comportamento” G.H.Mead “La socialità non è un accidente né una contingenza; è la definizione stessa della condizione umana” T.Todorov “Il dominio della macchina ha cercato di negare l’esistenza di questa dimensione spirituale, mentre ciò che rende l’uomo veramente umano è la sua abilità a proiettare se stesso nel mondo attraverso la tecnica e le forme d’arte. Lewis Mumford “Le nostre attitudini a risolvere problemi possono finire con l’essere sterilizzate dai loro stessi successi: così, una strategia riuscita si trasforma in una ricetta programmata di conoscenza e la mente perde l’attitudine ad affrontare il nuovo e a inventarlo” Edgar Morin “La consapevolezza non inizia con la cognizione o con la raccolta di dati o fatti, ma con i dilemmi” Karl Popper Percorsi di ricerca dal’95 #CitaregliAutori N.B.

Tool 3.2 This tool provides a set of resources to help the Future Classroom Facilitator introduce colleagues (e.g. members of the Core Group formed in Toolset 1) to the concept of 21st Century Skills. There are a number of videos that describe what they are and why they are important. It also introduces the TeamUp tool, designed to support learner collaboration. 1 – 21st Century Skills Roger Blamire, Senior Advisor to European Schoolnet, provides you with an introduction to what is commonly referred to as 21st Century Skills. One way to summarise 21st Century Skills is given below: Thinking skills including: Creativity and innovation – Creating new and worthwhile ideas individually and/or collaboratively and evaluating these ideas in order to improve and develop into useful products/creations. Ways of working and tools for working including: Communication – Confidently and clearly, in various forms and a variety of situations. Life and social skills including: 2 – TeamUp

Gli italiani intrappolati nella bolla di Whatsapp e Facebook - Info Data Siamo dentro una bolla. Noi italiani più di altri. A leggere con attenzione i dati del rapporto “Internet in Italia – I Trend del 2017” pubblicato da comScore ci scopriamo provinciali ed egotici. Anche o forse soprattutto nell’uso dei cellulari. Ma andiamo con ordine. Lo studio ci dice cose che in parte sappiamo bene. Quello che non sapevamo è che il traffico via smartphone e tablet è concentrato su determinate tipologie di contenuti, messaggi e social network in testa, e su poche applicazioni: 6 minuti ogni 10 vengono trascorsi su Facebook o WhatsApp. Non parliamo di strumenti di intrattenimento neutri. E poi c’è il trend del video.

Gli smartphone hanno distrutto una generazione? Jwan M. Twenge, docente di psicologia all’Università di San Diego, ha scritto per l’Atlantic un articolo molto complesso e discusso che analizza l’uso e le conseguenze degli smartphone e dei social media da parte degli e delle adolescenti. Il pezzo riprende i contenuti un recente libro di Twenge, è documentato, cita diverse ricerche e, sebbene con una certa cautela, arriva a conclusioni piuttosto preoccupanti: non è un’esagerazione, dice la studiosa, descrivere gli adolescenti di oggi come sull’orlo della peggiore crisi di salute mentale degli ultimi decenni, e non è un’esagerazione ipotizzare che gran parte di questa situazione possa essere ricondotta ai loro telefonini. L’articolo, sia per i contenuti che per la parzialità del metodo, è stato però anche molto contestato e criticato. Secondo Twenge le conseguenze della cosiddetta “età degli schermi” vengono spesso sottovalutate. Nel suo articolo Twenge cita diverse ricerche. L’articolo di Twenge ha ricevuto diverse critiche.

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