background preloader

Doppiozero

Facebook Twitter

Umberto Eco. Come ho scritto i miei libri. Rassomiglianze: Nietzsche, Cocteau, Satie. “Il millenovecento è un anno terribile.

Rassomiglianze: Nietzsche, Cocteau, Satie

Nietzsche muore, il primo della classe sparisce, non restano che i somari” - Jean Cocteau Pochi testi sulla musica hanno la forza stringata e penetrante de Il Gallo e l'Arlecchino (1918) di Jean Cocteau, un lavoro di poche pagine che esalta l'audacia della semplicità e della franchezza nell'arte. Un testo nel quale Cocteau si rivolge anzitutto a Nietzsche come ad un modello che lo aiuti a disfarsi del simbolismo sfumato e malaticcio dei suoi esordi letterari. “La folla è sedotta dalla menzogna: è delusa invece dalla verità troppo semplice, troppo nuda, troppo poco indecente [...] quella, non eccita gli uomini”.

Ed è nella musica che questa tensione verso la verità del presente è più evidente: “attenzione alla vernice, dicono certi cartelli; e io aggiungo, attenzione alla musica”. Il compositore che, fra tutti, meglio testimonia questo spirito è Erik Satie. Umberto Eco. Come ho scritto i miei libri. Nevica quando vado a trovare Umberto Eco nella sua casa milanese.

Umberto Eco. Come ho scritto i miei libri

Siamo a febbraio e Numero zero suo ultimo romanzo edito da Bompiani è uscito da qualche tempo. Subito è salito ai primi posti delle classifiche di vendita. Sono state pubblicate varie recensioni e Eco ha rilasciato molte interviste, più del solito, da quello che ricordo. E allora cosa ho ancora da chiedergli? Ho letto il libro prima dell’uscita, in bozze. Come ti è venuto in mente di scrivere questo nuovo romanzo? Dagli anni Sessanta ho scritto spesso articoli di critica del giornalismo. Questo vuol dire che la nascita di un libro è per te un tema? No. Numero Zero, 2015. E i personaggi come sono venuti fuori? Da nomi di caratteri tipografici. Volevo capire come lavori, come scrivi. Di solito i miei romanzi partono così: ho l’idea di un tempo e di uno spazio. La sensazione che si ha leggendolo Numero zero è che il libro cominci lentamente, come un motore che va a basso regime, poi prende ad aumentare la sua velocità.

Marco Belpoliti. Byung-Chul Han. La società della trasparenza. High Person è il protagonista di un breve, ma fulminante, romanzo di Vladimir Nabokov.

Marco Belpoliti. Byung-Chul Han. La società della trasparenza

S’intitola Cose trasparenti (Adelphi). Qui lo scrittore russo-americano mette alla berlina con la sua corrosiva arte narrativa la pretesa tutta moderna di rappresentare in modo perfettamente trasparente i moti interiori dell’animo umano, di vedere con nettezza dall’esterno l’intimità stessa delle persone, e non solo degli altri, ma anche di se stessi. Ora la trasparenza è diventato uno dei miti del contemporaneo, come spiega Byung-Chul Han in La società della trasparenza (Nottetempo), filosofo d’origine coreana, che insegna in Germania, a Berlino.

Il libro inizia con la citazione di un altro scrittore, l’austriaco Peter Handke, che vive seminascosto in Francia: “Io vivo di ciò che gli altri ignorano di me”, mentore di alcuni dei suoi recenti libri. Non che Simmel non vedesse il problema che il segreto suscita in quella che è la gestione del potere e della ricchezza. A.raveggi. Sostieni doppiozero Articoli per Doppiozero di Alessandro Raveggi.

a.raveggi

Marco Belpoliti. Formiche. Tre milioni di anni fa.

Marco Belpoliti. Formiche

Un’astronave con a bordo una missione di scienziati extraterrestri plana sulla Terra. Sono venuti per saggiare le forme di vita presenti sul pianeta. Osservano api, termiti e formiche tagliafoglie, tra le specie più evolute del sistema ecologico terrestre. Nel diario di bordo scrivono: “Verosimilmente non accadrà niente di particolare importanza da qui a migliaia di millenni futuri. Gli insetti sono il culmine dell’evoluzione e gli invertebrati domineranno anche nei prossimi cento mega-anni”. Come hanno fatto a diventare le padrone invisibili del Pianeta azzurro? Nel formicaio, che è prima di tutto un “superorganismo”, il sistema gerarchico vede al vertice la formica regina che genera tutti gli abitanti del formicaio. Quando noi non ci saremo più, cosa ne sarà delle formiche? – Che ne pensi dei dinosauri? – Penso che siano stupidi. – Perché scusa?

– Appunto! Cosa leggere per saperne di più Formiche scritto da B. Marco Belpoliti. Api. L’ape è il più popolare e amato degli insetti.

Marco Belpoliti. Api

Produce cera e miele, vola sui prati e sugge i fiori, e così li impollina. Ha il pungiglione e, se non la si disturba, raramente punge. Alacre lavoratrice, è stata scelta nel corso dei secoli da poeti e filosofi quale esempio di virtù. Bernard de Mandeville ne fece con la Favola delle api (1705) la metafora dell’incipiente rivoluzione industriale che si sarebbe dispiegata di lì a poco.

Ma è stato un austriaco, nato a Vienna alla fine del XIX secolo, a trasformare radicalmente l’idea che abbiamo avuto per secoli di questo insetto. Un autorevole zoologo inglese, Thorpe, andò a trovare von Frisch per appurare la veridicità delle sue scoperte, tutte raggiunte ricorrendo a esperimenti semplici ed efficaci. Nel 1973, insieme a Konrad Lorenz e Nickolaas Tinbergen, von Frisch riceve il premio Nobel per Fisiologia e Medicina.

Possiedono persino “manifestazioni intellettive”. Per saperne di più: