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I Barbari - Baricco

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I barbari: saggio sulla mutazione - Google Libri. Alessandro Baricco: "I barbari e la mutazione" - Puntata 1. Alessandro Baricco: i barbari e la mutazione - Puntata 2. Alessandro Baricco: i barbari e la mutazione - Puntata 3. Alessandro Baricco: i barbari e la mutazione - Puntata 4. Alessandro Baricco: i barbari e la mutazione - Puntata 5. Alessandro Baricco: i barbari e la mutazione - Puntata 6.

Alessandro Baricco: i barbari e la mutazione - Puntata 7. I barbari non ci leveranno la nostra profondità. MI HA molto intrigato l' articolo di Alessandro Baricco pubblicato da Repubblica il 26 agosto con il titolo "2026 - La vittoria dei barbari". Mi ha intrigato fin dalle prime righe: «Ci crediate o no, quest' articolo l' ho scritto nel luglio 2026, cioè tra sedici anni. Diciamo che mi sono portato un po' avanti col lavoro. Prendetela così». Baricco è un maestro di scrittura, ne conosce i trucchi e i modi per attirare il lettore e incatenarlo al testo e così ha fatto anche stavolta.

Con me c' è riuscito. Quattro anni fa scrisse una serie di articoli sul nostro giornale e ne trasse poi un libro che ebbe molto successo intitolandolo I barbari. Il mondo senza nome dei nuovi barbari. Baricco: la mutazione che porta a una nuova civiltà di ALESSANDRO BARICCO CARO Eugenio Scalfari, vedo con soddisfazione che tutt'e due, pur di generazioni e radici diverse, abbiamo la stessa istintiva convinzione: è in corso una mutazione che non può essere spiegata con il normale affinarsi di una civiltà, ma sembra essere, più radicalmente, il tramonto di una civiltà e, forse, la nascita di un'altra. Bene. Non tutti hanno la stessa lucida convinzione e, secondo me, su questo abbiamo ragione noi.

Poi però le cose si ingarbugliano. E lo fanno su un punto che è fondamentale, e su cui ho visto molti irrigidirsi, proprio sulla base di quelle osservazioni che tu lucidamente raccogli e sintetizzi. L'imbarbarimento, di per sé, a me non risulta così interessante. La barbarie, invece, nel senso di Page, Brin e Jobs, quella mi affascina, e quella sì mi sembra degna di essere compresa. Così mi viene istintivo non farmi distrarre dall'imbarbarimento, e di studiare la barbarie. La bandiera di Ulisse per il futuro. Di EUGENIO SCALFARI CARO Alessandro Baricco, mi ha fatto un gran piacere leggere la tua lettera. Poteva restare privata, tra te e me, come tu inizialmente volevi, ma è così densa di riflessioni stimolanti e di pensiero che sarebbe stato un peccato non rendere partecipi i lettori del nostro giornale. Sulla differenza tra barbari e imbarbariti siamo in pieno accordo ed hai ragione di ricordare che gli iniziatori d'ogni nuova epoca furono considerati barbari dai loro contemporanei.

Quanto agli imbarbariti, tu ritieni che siano l'inevitabile "scarico" che avviene quando un'epoca succede ad un'altra e anche su questo punto sono d'accordo. Tu dici che sono un barbaro anch'io perché sono curioso del nuovo e del diverso da me e cerco di capirlo. Ho letto pochi giorni fa su Repubblica un illuminante articolo di Cavalli-Sforza che spiegava molto bene la funzione sociale e rassicurante del "senso ultimo", quello che ipotizza l'oltremondo e l'immortalità dell'anima.