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ORFEO E IL MITO

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Orfeo nell'Enciclopedia Treccani. Orfeo (gr.

Orfeo nell'Enciclopedia Treccani

᾿Ορϕεύς, lat. Orpheus; etimologia discussa, forse da una radice comune al gr. ὀρϕανός e lat. orbus, con un significato di "solitudine", "privazione", che ricorre in nomi e termini aventi riferimento agli inferi) Mitologia Personaggio della mitologia greca, figlio di Eagro (Οἴαγρος, il "solitario agreste"), e di una delle Muse (Polinnia o Calliope), cantore che piega al suono della sua lira gli animali e tutta la natura. I due miti salienti legati alla sua figura sono quello della katàbasis (discesa agli inferi) che egli compie per riportare in vita la sposa morta, Euridice, e quello della morte avvenuta per sbranamento da parte delle mènadi. Mentre questi due miti non sono esclusivamente suoi (sia discese negli inferi sia morti per sbranamento o per fulmine si riscontrano in miti di altri eroi), Orfeo appare coinvolto, probabilmente in modo secondario, anche in altri miti (per es., egli partecipa all'impresa argonautica).

Il mito nella letteratura, nell'arte e nella musica. Il mito di Orfeo e Euridice: riassunto e riferimenti nell'arte. Il mito di Orfeo e Euridice è noto per essere uno dei più celebri di tutta la tradizione mitologica greca.

Il mito di Orfeo e Euridice: riassunto e riferimenti nell'arte

Un amore immenso tra due giovani sposi, Orfeo, bravissimo musicista, e la bellissima ninfa Euridice, viene spezzato troppo presto. E’ una storia commovente e straziante che ha da sempre appassionato e ispirato i più grandi artisti e letterati di tutti i tempi. Esistono numerose e varie versioni del mito, ma le più importanti e famose ci sono state tramandate da Virgilio nelle Georgiche e da Ovidio nelle Metamorfosi. La storia La storia racconta dell’amore tra Orfeo e Euridice, una coppia di sposi innamorati e felici. Un giorno, nel tentativo di sfuggire ad Aristeo, inciampò in un serpente velenoso, che la uccise mordendola.

Le prove di Orfeo In primis dovette fronteggiare il terribile Caronte, traghettatore delle anime dei defunti. I due, Orfeo avanti e l’ombra di Euridice indietro, intrapresero così questo cammino nel tentativo di ritornare insieme nel mondo dei vivi. ORFEO E EURIDICE STORIA E OPERE D'ARTE. Orfeo ed Euridice. Mai voltarsi indietro. 11 febbraio 2015 Si narra che il mitico cantore Orfeo, perduta l’amata Euridice, uccisa dal morso di un serpente mentre passeggiava insieme alle ninfe sue compagne, abbia tentato la più ardita delle imprese: scendere agli Inferi e riportare in vita la sposa.

Orfeo ed Euridice. Mai voltarsi indietro

Rapite dalla struggente bellezza del suo canto, le ombre dei morti si fanno intorno all’inatteso visitatore, Cerbero resta con le tre bocche spalancate, i dannati vedono improvvisamente cessare la loro pena (la ruota di Issione smette di girare, il masso di Sisifo rimane sospeso a metdel pendio). Perfino gli inesorabili signori degli Inferi, Ade e Persefone, ascoltano commossi la preghiera di Orfeo e acconsentono a restituirgli Euridice, a patto però che egli non si volti a guardarla prima di essere uscito dal regno dei morti.

Così Orfeo inizia la lenta risalita verso la vita, la sposa lo segue alle spalle. Per rileggere il mito, illustrato da raffigurazioni pittoriche, clicca qui. Ovid fortu 31. Il mito di Orfeo ed Euridice, di Giulia Grassi. Materiali didattici di Scuola d'Italiano Roma a cura di Roberto Tartaglione. Orfeo era figlio di Eagro, re della Tracia, e della musa Calliope (o, secondo altre versioni del mito, di Apollo e di Calliope).

Il mito di Orfeo ed Euridice, di Giulia Grassi. Materiali didattici di Scuola d'Italiano Roma a cura di Roberto Tartaglione

Ha preso parte alla spedizione degli Argonauti, cioè dei guerrieri che, guidati dall'eroe Giasone, a bordo della nave Argo erano andati alla ricerca del "vello d'oro", custodito da un terribile drago: però non sono state le battaglie e i pericoli di questa impresa che hanno reso famoso il suo nome, ma la musica e l'amore. Orfeo era un poeta e un musico.

Le Muse gli avevano insegnato a suonare la lira, ricevuta in dono da Apollo. La sua musica e i suoi versi erano così dolci e affascinanti che l'acqua dei torrenti rallentava la sua corsa, i boschi si muovevano, gli uccelli si commuovevano così tanto che non avevano la forza di volare e cadevano, le ninfe uscivano dalle querce e le belve dalle loro tane per andare ad ascoltarlo (Seneca: "cessava il fragore del rapido torrente, e l'acqua fugace, obliosa di proseguire il cammino, perdeva il suo impeto ...