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Prodotti trattati dalle industrie alimentari

Prodotti trattati dalle industrie alimentari

Divisione dei rifiuti Rifiuti-Organici rifiuti urbani composizione rifiuti urbani Riuso dei rifiuti Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Il riuso va inteso come un'alternativa al concetto dell' usa e getta. Esso si attua quando le funzioni per cui è stato creato l'oggetto sono riviste alla luce di un suo nuovo ed originale utilizzo. Diversamente, il riciclaggio impone la distruzione del rifiuto per creare nuovi diversi oggetti o prodotti. Gerachia dello smaltimanto dei rifiuti: 1 Riduzione, 2 Riuso, 3 Riciclo. Il riuso è definito come la seconda delle "3R"; riduzione, riuso e riciclo. Storicamente, la motivazione finanziaria è stato uno dei principali motori del riuso, perché riusare evita di comprare nuove materie prime necessarie per la creazione di "nuovi" oggetti. Tra i vantaggi noti del riuso abbiamo: Risparmi nell'acquisto di materie prime,risparmi nello stoccaggio dei rifiuti,risparmi energetico per la produzione del sostituto erisparmi per il conferimento e smaltimento in discarica,emersione di quote di lavoratori oggi marginalizzati . Note[modifica | modifica sorgente]

Perchè riciclare? - Ecologismo Il riciclaggio dei rifiuti è un processo semplice da attuare ed alla portata di tutti, che può aiutarci a risolvere molti dei problemi creati dal moderno stile di vita prettamente consumistico. Utilizzando materiali riciclati nei processi di produzione ci permette di risparmiare grandi quantità di risorse naturali non rinnovabili, ma anche di salvare risorse rinnovabili come gli alberi. L’uso di prodotti riciclati riduce il consumo di energia, consumando meno combustibili fossili e generando meno CO2 che viene rilasciata nell’ambiente, che ci permette anche di avere meno piogge acide e ridurre l’effetto serra. Per quanto riguarda l’aspetto economico, abbiamo già visto che il riciclaggio può creare molti posti di lavoro, perchè c’è bisogno anche di molta manodopera per la raccolta dei materiali adatti ad essere riciclati e per la loro suddivisione. Un processo di riciclaggio effettuato in maniera ottimale è in grado di generare notevole guadagno.

Vetro Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Il termine vetro si riferisce a materiali che sono ottenuti tramite la solidificazione di un liquido non accompagnata da cristallizzazione.[7] I vetri sono solidi amorfi, assimilabili a liquidi sottoraffreddati ad elevatissima viscosità, con i legami intermolecolari e gli attriti interni che ne mantengono inalterata la forma per un tempo lunghissimo.[8] In linea teorica, i vetri potrebbero essere ottenuti a partire da qualunque liquido, attraverso un rapido raffreddamento che non dia alle strutture cristalline il tempo di formarsi. Nella pratica, hanno la possibilità di solidificare sotto forma di vetro solo i materiali che abbiano una velocità di cristallizzazione molto lenta, come ad esempio l'ossido di silicio (SiO2), il diossido di germanio (GeO2), l'anidride borica (B2O3), l'anidride fosforica (P2O5), l'anidride arsenica (As2O5).[7] Un esempio di vetro naturale è l'ossidiana, prodotta dal magma vulcanico. Cenni storici[modifica | modifica sorgente]

Combustibile solido secondario Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. La UNI 9903‐1 definisce il CDR (combustibile derivato da rifiuti) di qualità normale e quello di qualità elevata CDR-Q. Entrambi sono particolari CSS che in accordo alla UNI EN 15359 assumono una classe di CSS in base ai quantitativi di cloro e mercurio ed in funzione del PCI (potere calorifico inferiore) L'attuale scenario del CSS, essendo nuovo ed essendoci questa sovrapposizione tra CDR e CDR-Q come sottocategorie, ha generato nell'attuale scenario iniziale una confusione poco utile al dibattito sull'utilizzo delle categorie adibite a combustibile. Può derivare dal trattamento di frazioni omogenee e opportunamente selezionate di rifiuti urbani, rifiuti industriali, rifiuti commerciali, rifiuti da costruzione e demolizione, fanghi da depurazione delle acque reflue civili e industriali non pericolosi, ecc.[1] Si presenta di solito in varie forme, addensate o meno. Fasi produttive[modifica | modifica sorgente] Le principali operazioni sono: Cementifici.

Raccolta differenziata Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Contenitori della raccolta differenziata Singapore Contenitori per la raccolta differenziata in Italia La raccolta differenziata, nell'ambito della suddivisione dei rifiuti, indica un sistema di raccolta dei rifiuti solidi urbani che prevede, per ogni tipologia di rifiuto, una prima selezione o differenziazione in base al tipo da parte dei cittadini diversificandola dunque dalla raccolta totalmente indifferenziata, prevalente sino a pochi anni fa. Per quanto detto dunque la raccolta differenziata è propedeutica alla corretta e più avanzata gestione dei rifiuti costituendone di fatto la prima fase dell'intero processo, ma perde di senso in mancanza degli impianti di trattamento/smaltimento dei rifiuti differenziati. Cenni storici[modifica | modifica sorgente] In attuazione di tale direttiva, il DPR 915 del 1982[2] stabiliva degli obblighi relativi al riciclo, al riuso e al recupero. Necessità della raccolta differenziata[modifica | modifica sorgente]

Rifiuti tossici Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Deposito di rifiuti tossici nel Kentucky, 1980 I rifiuti tossici sono materiali di scarto che possono causare la morte, lesioni o difetti di nascita in creature viventi. Si tratta in genere di prodotti di provenienza industriale e commerciale, ma anche di uso domestico (prodotti delle pulizie, batterie, cosmetici, prodotti di giardinaggio), agricoltura (fertilizzanti chimici, pesticidi), militari (armi nucleari e chimiche), servizi medici (prodotti farmaceutici), fonti radioattive, industria leggera (impianti di lavaggio a secco). Esempi tipici di materiali di scarto industriali sono amianto, cloro, diossina, policlorobifenili (PCB), sostanze radioattive o metalli pesanti come piombo, cadmio, arsenico, mercurio e altri. Storia[modifica | modifica sorgente] Come per l'inquinamento, il problema dei rifiuti tossici cominciò a presentarsi significativamente durante la rivoluzione industriale.[2] In Italia - Le ecomafie[modifica | modifica sorgente]

Materie plastiche Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Vari oggetti in plastica utilizzati in ambito domestico. Le materie plastiche sono materiali organici o semiorganici a elevato peso molecolare, cioè costituite da molecole con una catena molto lunga (macromolecole), che determinano in modo essenziale il quadro specifico delle caratteristiche dei materiali stessi.[1] Le materie plastiche possono essere costituite da polimeri puri o miscelati con additivi o cariche varie. La IUPAC (Unione internazionale di chimica pura e applicata) nel definire le materie plastiche come "materiali polimerici che possono contenere altre sostanze finalizzate a migliorarne le proprietà o ridurre i costi", raccomanda l'utilizzo del termine polimeri al posto di quello generico di plastiche.[2] Materiali polimerici[modifica | modifica sorgente] I materiali polimerici sono generalmente il risultato della reazione di polimerizzazione di una quantità di molecole base (monomeri) per formare catene anche molto lunghe.

percentuale dei rifiuti in europa percentuale rifiuti in italia Rifiuti urbani 2011 Principali indicatori dei rifiuti urbani Andamento della produzione totale di rifiuto urbano nel Veneto Anni 1997 - 2011 - fonte: ARPAV - Osservatorio Regionale Rifiuti La produzione totale di rifiuti urbani in Veneto nel 2011 è pari a 2.305.401 t.Rispetto al 2010 la quantità di rifiuti urbani ha subito una diminuzione del 4,3%, attribuibile principalmente agli effetti della crisi economica. Andamento della produzione pro capite di rifiuto urbano nel Veneto e relativa variazione annua Anni 1997 – 2011- fonte: ARPAV - Osservatorio Regionale Rifiuti La produzione pro capite è diminuita del 4,7%, portandosi ad un valore di circa 465 kg/ab*anno (1,27 kg/ab*giorno), notevolmente inferiore a quella del 2010. Andamento della percentuale di RD nella regione Veneto Anni 1997 – 2011- fonte: ARPAV - Osservatorio Regionale Rifiuti Distribuzione dei comuni in base agli obiettivi di raccolta differenziata raggiunti Anno 2011- fonte: ARPAV - Osservatorio Regionale Rifiuti Dati per provincia

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