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Energia nucleare

Energia nucleare
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. In ingegneria energetica e fisica nucleare con energia nucleare (detta anche energia atomica), si intendono tutti quei fenomeni in cui si ha produzione di energia in seguito a trasformazioni nei nuclei atomici: tali trasformazioni sono dette "reazioni nucleari"[1]. L'energia nucleare è una forma di energia che deriva da profonde modifiche della struttura stessa della materia. A livello internazionale l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (IAEA, International Atomic Energy Agency) si occupa di promuovere l'utilizzo pacifico dell'energia nucleare e di impedirne l'utilizzo per scopi militari. Storia[modifica | modifica wikitesto] La storia dell'energia nucleare prende avvio con le scoperte intorno alla radioattività sul finire del XIX secolo. Descrizione[modifica | modifica wikitesto] Le reazioni che coinvolgono l'energia nucleare sono principalmente quelle di fissione nucleare, di fusione nucleare e quelle legate alla radioattività:

Leggi di Keplero Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Prima Legge (Legge delle orbite ellittiche, 1608)[modifica | modifica sorgente] Parametri caratteristici dell'orbita La prima legge afferma che: Keplero propone un modello eliocentrico in cui non vengono più dette le orbite circolari, le forme perfette, ed è supportato nel farlo dai dati sperimentali ottenuti da Tycho Brahe. Osserviamo che, poiché l'ellisse è una figura piana, i moti dei pianeti avvengono in un piano, detto piano orbitale. Tra questi parametri esistono le relazioni seguenti: L'ellisse in figura ha un'eccentricità di circa 0,5 e potrebbe rappresentare l'orbita di un asteroide. La distanza dei pianeti dal Sole non è costante, ma varia da un massimo (afelio) ad un minimo (perielio). Seconda Legge (Legge delle aree, 1609)[modifica | modifica sorgente] Illustrazione della legge delle aree La seconda legge afferma che: Le conseguenze di questa legge sono: La velocità areolare è quindi essendo la velocità orbitale istantanea. . dove con massa ridotta.

Legge di Ferrel e la forza di Coriolis tratto da: Vorrei informazioni sulla Legge di Ferrel e la forza di Coriolis. (risponde Davide Del Vento) Esiste un modo molto semplice di enunciare la legge di Ferrel: un corpo in moto sulla Terra è soggetto alla forza di Coriolis. La forza di Colioris è una forza inerziale, cioè dovuta alla NON-inerzialità del sistema di riferimento in cui viene osservata (Terra nel caso della legge di Ferrel). Nel caso di corpo in quiete in un sistema di riferimente rotante, quello che si sperimenta è solo una forza centrifuga, cioè una forza che è diretta come in figura (1). Un esempio di questa situazione (oltre alle curve durante un viaggio) è una di quelle vecchie giostre in cui ci sono dei seggiolini che si "alzano" man mano che la velocità aumenta. Immaginiamo (figura 2) sempre una vecchia giostra, ma questa volta di quelle con una piattaforma su cui ci sono vari cavalli a diversa distanza dal centro.

Archimede Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. La vita di Archimede è ricordata attraverso numerosi aneddoti, talvolta di origine incerta, che hanno contribuito a costruire la figura dello scienziato nella mente collettiva. Ad esempio, è rimasta celebre nei secoli l'esclamazione héureka! (εὕρηκα! Biografia[modifica | modifica sorgente] Elementi storici[modifica | modifica sorgente] Secondo Plutarco era imparentato col monarca Gerone II.[2] La tesi è controversa ma trova riscontro nella stretta amicizia e stima che, anche secondo altri autori, li legava. Polibio,[6] Tito Livio[7] e Plutarco[8] riferiscono che durante la seconda guerra punica, su richiesta di Gerone II, si dedicò (a detta di Plutarco con minore entusiasmo ma secondo tutti e tre con grandi successi) alla realizzazione di macchine belliche che aiutassero la sua città a difendersi dall'attacco di Roma. Due celebri aneddoti[modifica | modifica sorgente] La soluzione di Archimede al problema della corona d'oro La morte di Archimede

PROCACCINI GIULIO CESARE pittore biografia foto quadri sfondi opere Il pittore e scultore italiano Procaccini Giulio Cesare nasce a Bologna il 30 maggio 1574. Il padre, Ercole (1520-1595) ei suoi fratelli, Camillo (1555-1629) e Carlo Antonio (1571 - 1630), sono pittori, ma Giulio Cesare è il membro più illustre della sua famiglia di artisti. Il Procaccini vive e lavora principalmente a Milano, dove la famiglia si stabilisce quando era ancora un bambino, anche se durante la sua vita l'artista lavorerà anche a Modena e a Genova. All'inizio della sua carriera Procaccini Giulio Cesare è principalmente uno scultore, ma dopo il 1600 si concentra unicamente sulla pittura diventando uno dei principali pittori a Milano. Comincia a lavorare nel 1590 come aiuto-scultore nel cantiere del Duomo e poi anche per la facciata di Santa Maria presso San Celso, dove risulta nel 1595 come “pittore e scultore” e dove, fra il 1604 e il 1606, realizzerà due pale d’altare, La Pietà e il Martirio dei santi Nazario e Celso.

Appunti | Studenti del Liceo classico Beccaria Beccarioti, stanchi di studiare tomi e tomi? Ecco i metodi che ogni studente sogna per non passare interi pomeriggi a coniugare verbi irregolari davanti ad uno specchio! Il primo passo va fatto a scuola: cercate di prendere appunti schematizzati e colorati, e soprattutto utilizzate le... Giovanni Miccoli, I monaci, in: Jacques Le Goff (a cura di), L’uomo medievale, Laterza, Roma-Bari 1987, pp.39-80 L’autore Giovanni Miccoli, nato a Trieste nel 1933, ha insegnato presso diverse università ed è ora professore ordinario di Storia del Cristianesimo a Trieste. Una ricerca nella Biblioteca Antica del Liceo Classico Statale «Cesare Beccaria» «Registro della Biblioteca del R. Tacito e Sallustio: punti di contatto Le caratteristiche che accomunano Sallustio e Tacito sono principalmente tre: la prima è il fatto di essere propriamente storici romani: ciò significa che essi potevano ritenersi protagonisti della “ storia mondiale “, ovvero della storia di Roma.... Augustum laudare a parentibus.

PETRARCA :Chiare, fresche et dolci acque Chiare, fresche et dolci acque, ove le belle membra pose colei che sola a me par donna; gentil ramo ove piacque (con sospir mi rimembra) a lei di fare al bel fianco colonna; erba e fior che la gonna leggiadra ricoverse co l'angelico seno; aere sacro, sereno, ove Amor co' begli occhi il cor m'aperse: date udienza insieme a le dolenti mie parole estreme. S'egli è pur mio destino, e 'l cielo in ciò s'adopra, ch'Amor quest'occhi lagrimando chiuda, qualche grazia il meschino corpo fra voi ricopra, e torni l'alma al proprio albergo ignuda. La morte fia men cruda se questa spene porto a quel dubbioso passo; ché lo spirito lasso non poria mai in più riposato porto né in più tranquilla fossa fuggir la carne travagliata e l'ossa. Tempo verrà ancor forse ch'a l'usato soggiorno torni la fera bella e mansueta, et là ' ov' ella mi scorse nel benedetto giorno volga la vista disiosa et lieta, cercandomi: et, o pieta! E' la rievocazione di Laura nel tripudio della natura primaverile. Congedo.

sacradisanmichele TORQUATO TASSO:QUAL RUGIADA O QUAL PIANTO parafrasi Torquato Tasso - "Qual rugiada o qual pianto" Tasso chiama in campo la natura per accompagnare il suo stato d'animo.L’autore è triste per la partenza della sua amata e negli elementi naturali nota dei segni premonitori che gli preannunciano il fatto doloroso , come se la natura comprendesse il suo dolore e soffrisse con lui. Contenuti: Separazione del poeta dalla donna amata Riflesso del dolore del poeta nella natura circostante Qual rugiada o qual pianto quai lagrime eran quelle che sparger vidi dal notturno manto e dal candido volto de le stelle? E perché seminò la bianca luna di cristalline stelle un puro nembo e l'erba fresca in grembo? Quale rugiada o quale pianto, o quali lacrime erano quelle che vidi spargere dalla volta del cielo notturno e dal candido volto delle stelle? Commento Forma metrica MADRIGALE

La sfogliatrice di Pascoli Solo quel campo, dove io volga lentol'occhio, biondeggia di pannocchie ancora,e il solicello vi si trascolora. Fragile passa fra' cartocci il vento:uno stormo di passeri s'invola:nel cielo è un gran pallore di viola. Canta una sfogliatrice a piena gola:amor comincia con canti e con suonie poi finisce con lacrime al cuore. È un'Italia antica quella che Giovanni Pascoli rappresenta in "Ultimo canto", poesia che come tanti componimenti in "Myricae", esprime impressioni della vita contadina a cavallo tra Ottocento e Novecento. È un'Italia che non esiste più, è il prezzo che si è dovuto pagare all'industrializzazione e al progresso. Ma raccontarla, allora, era uno schema di rottura nella poesia italiana, era un versare nell'apparente verismo una dimensione psicologica, un caricare di significati interiori le cose esteriori: Pascoli ne evidenzia gli elementi per formulare il suo senso della vita.

LAVANDARE a) Versi: Due terzine di endecasillabi seguite da una quartina, anch’essa di endecasillabi. b) Rime: Nelle terzine le rime sono incatenate (aba cbc) e nella quartina alternate (dede) con rima imperfetta (frasca/rimasta), ci sono anche due rime interne (sciabordare – lavandare; dimenticato – cadenzato) c) Le figure di timbro sono: allitterazione in f/s in soffia frasca, alterazione in r (resta, pare), anafora (mezzo/aratro), onomatopea in sciabordare, parola che di per sé ha valore onomatopeico. d) Il lessico usato è semplice, nel titolo è presente addirittura un termine dialettale (lavandaie). e) Le figure retoriche d’ordine sono: chiasmo (vento soffia/ nevica la frasca), iperbato(e cadenzato…viene). I campi semantici sono: di colore: grigio e nero del campo (mancanza del lavoro dell’uomo) di significato: l’aratro rappresenta la solitudine contrastata dal rumore del lavandare, che rompe l’illusione del silenzio percettivo: sonorità forti (rumore cadenzato, tonfi spessi, lunghe cantilene)

Forza di Coriolis Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. In fisica, la forza di Coriolis è una forza apparente, a cui risulta soggetto un corpo quando si osserva il suo moto da un sistema di riferimento che sia in moto circolare rispetto a un sistema di riferimento inerziale. Descritta per la prima volta in maniera dettagliata dal fisico francese Gaspard Gustave de Coriolis nel 1835,[1][2] la forza di Coriolis dipende, anche come direzione, dalla velocità del corpo rispetto al sistema di riferimento rotante.[3] È alla base della formazione dei sistemi ciclonici o anticiclonici nell'atmosfera e ha effetti non trascurabili in tutti i casi in cui un corpo sulla Terra si muova ad alta velocità su lunghi percorsi, come per esempio nel caso di proiettili o di missili a lunga gittata. Meno comunemente il manifestarsi di questa forza apparente è indicato anche con l'espressione effetto Coriolis. Descrizione intuitiva[modifica | modifica sorgente] Fenomenologia[modifica | modifica sorgente]

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