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Il senso profondo del pensiero computazionale

Il senso profondo del pensiero computazionale
Ho dato un titolo inglese a un libro in italiano. Può sembrare una scelta discutibile, ma non è colpa mia, è colpa del coding. Coding è un termine inglese che ho deciso di non tradurre per riempirlo del significato che di fatto ha assunto negli ultimi anni in Italia e nel mondo, o almeno del significato che ha assunto per me. Coding indica l’uso di strumenti e metodi di programmazione visuale a blocchi per favorire lo sviluppo del pensiero computazionale. E così per spiegare il significato di un termine inglese di cui potresti trovare la traduzione in qualsiasi vocabolario ho introdotto termini ben più complessi e oscuri che richiedono a loro volta una spiegazione: programmazione visuale e pensiero computazionale. Il pensiero computazionale è la capacità di individuare un procedimento costruttivo, fatto di passi semplici e non ambigui, che ci porta alla soluzione di un problema complesso. La programmazione visuale non è strettamente necessaria. Coding in classe Alessandro Bogliolo Related:  CODINGCorso di codingCoding

Il coding arriva in classe: “Un’opportunità didattica per l’inclusione” All’ “Alighieri-Tanzi” di Mola di Bari, piccolo centro del barese, “Programma il futuro” è parso subito un’opportunità da cogliere in un’ottica di riflessione/sperimentazione didattica e pedagogica continua, aspetto irrinunciabile della professione docente. La sua vocazione all’expertise e il suo approccio computazionale costituiscono un tentativo di rispondere allo Zeitgeist contemporaneo, in un interessante bilanciamento di aspetti formali dell’apprendimento con quelli informali del coinvolgimento attraverso il gioco. Accettando volentieri questa nuova sfida – docente di lettere con una prima laurea in Filologia classica, forse un po’ atipica per lo stereotipo tradizionale- ho deciso di attuare il progetto in via sperimentale con i ragazzi di seconda media, una classe eterogenea per livelli di apprendimento e contesti d’appartenenza. Alla piacevole sorpresa di poter (finalmente !) I ragazzi della 2a AT della scuola media di Mola di Bari

CoderKids, un laboratorio di programmazione unplugged per i bambini di 5-6 anni CoderKids è un laboratorio di informatica senza uso del computer, nato dall’idea di due insegnanti di scuola Primaria. Ci siamo incontrate in Rete via Twitter (@agaddone, @catemoscetti) poco più di un anno fa; in comune abbiamo la passione per la didattica attiva con la tecnologia. Da anni ci occupiamo, nei nostri rispettivi ambiti di insegnamento (Italiano poi Matematica l’una, L2 Inglese, l’altra), di utilizzare l’informatica per le varie discipline. Nel tempo, spinte dalla curiosità personale e da un atteggiamento creativo verso la tecnologia e l’innovazione didattica, abbiamo notato che la scuola generalmente insegna ad usare un insieme di applicativi (di solito software progettati per gli uffici) per raccontare e presentare le proprie esperienze e registrare il risultato finale delle attività di laboratorio o dei progetti. Figura 1 – La realizzazione dei pon pon-Fuzzes. Figura 2 – I Fuzzes. Figura 3 – Il tappeto-griglia Figura 4 – Il briefing iniziale. Figura 9 – Il gioco libero.

Scratch arriva a scuola: al via i corsi di coding per i piccoli di NTT Data Corsi di coding gratuiti per bambini delle scuole italiane: partiranno il prossimo 26 ottobre nei primi istituti aderenti al progetto che NTT DATA Italia, divisione italiana del colosso giapponese del settore Information Technology, ha lanciato per portare il pensiero computazionale nelle scuole. Nel corso dell’anno scolastico 2016/17, l’aziende mette a disposizione delle scuole primarie – a titolo gratuito – dispositivi hardware e formatori per un totale di 40 ore mensili, con i primi 25 incontri programmati tra ottobre e novembre. A partire da fine ottobre, dunque, i professionisti NTT Data andranno nelle scuole di Cosenza, Milano, Torino e Roma, per le prime lezioni frontali di coding progettate su misura per l’apprendimento da parte dei più piccoli. L’intento sarà quello di far scoprire ai bambini, in forma di gioco, cosa sta alla base della logica del problem solving, attraverso l’utilizzo del software Scratch progettato dal Lifelong Kindergarten Group dei Media Lab del MIT.

Il pensiero computazionale entra a scuola | Sicilia Network Home > cronaca > Il pensiero computazionale entra a scuola By direttore on marzo 29, 2017 |Saro Faraci | CATANIA – Si chiama didattica immersiva. E’ un modo completamente diverso per favorire l’apprendimento degli studenti, rendendo le lezioni più coinvolgenti e partecipative, ma soprattutto utili nei processi educativi dei ragazzi. Si può imparare giocando; si possono sviluppare competenze trasversali in aggiunta alle tradizionali conoscenze ed abilità alle quali la Scuola forma gli studenti da sempre. Saro Faraci

Un modello per il coding a scuola – CodeMOOC Non sarò breve. Per avviare un ragionamento sul coding a scuola occorre prima di tutto intendersi sul significato di alcuni termini, senza la pretesa di (ri)definirli o di fare un glossario esaustivo, ma allo scopo di adottare una convenzione che riduca il rischio di fraintendimento, almeno nell’ambito di questa riflessione. In che relazione stanno tra loro questi termini? La programmazione è una delle attività prevalenti nell’ambito dell’informatica, in quanto permette di utilizzare dispositivi esistenti (hardware) per fare cose nuove scrivendo nuovi programmi (software). Le competenze informatiche, e la disponibilità di buoni programmatori, sono ritenute fattori indispensabili allo sviluppo, all’innovazione e alla competitività. La programmazione comporta la concettualizzazione di una soluzione algoritmica e la sua trasposizione in un linguaggio di programmazione. Dati di fatto: Il ruolo della scuola Disciplina o approccio metodologico? Un modello per il coding e l’informatica a scuola

Giuseppe Capogrossi Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Giuseppe Capogrossi Giuseppe Capogrossi (Roma, 7 marzo 1900 – Roma, 9 ottobre 1972) è stato un pittore italiano. Biografia[modifica | modifica sorgente] Di nobile origine, fece gli studi classici e si laureò in giurisprudenza. Nel 1923-24 studiò pittura con Felice Carena e nel 1927 si recò a Parigi con Fausto Pirandello. Nel 1930 partecipò alla XXVII Biennale di Venezia e, a partire dalla III Sindacale Romana (1932), prese parte regolarmente alle Sindacali, alla Biennale di Venezia e alla Triennale di Milano, talvolta presentando parecchie opere. Nel 1933 firmò con Melli e Cavalli il "Manifesto del Primordialismo Plastico" e nel 1935, a San Francisco, partecipò alla collettiva itinerante "Exhibition of Contemporary Italian Painting". Le prime mostre del dopoguerra (1947) alla Galleria il Cortile di Roma corrispondono ad un rinnovamento del linguaggio, che approda alla Pittura Astratta. Nel 1960 espose, inoltre, alla II Biennale Internazionale di Tokyo. B.

CoderKids, un laboratorio di programmazione unplugged per i bambini di 5-6 anni – BRICKS CoderKids è un laboratorio di informatica senza uso del computer, nato dall’idea di due insegnanti di scuola Primaria. Ci siamo incontrate in Rete via Twitter (@agaddone, @catemoscetti) poco più di un anno fa; in comune abbiamo la passione per la didattica attiva con la tecnologia. Da anni ci occupiamo, nei nostri rispettivi ambiti di insegnamento (Italiano poi Matematica l’una, L2 Inglese, l’altra), di utilizzare l’informatica per le varie discipline. Nel tempo, spinte dalla curiosità personale e da un atteggiamento creativo verso la tecnologia e l’innovazione didattica, abbiamo notato che la scuola generalmente insegna ad usare un insieme di applicativi (di solito software progettati per gli uffici) per raccontare e presentare le proprie esperienze e registrare il risultato finale delle attività di laboratorio o dei progetti. Figura 1 – La realizzazione dei pon pon-Fuzzes. Figura 2 – I Fuzzes. Figura 3 – Il tappeto-griglia Figura 4 – Il briefing iniziale. Figura 9 – Il gioco libero.

Vecchie aule scolastiche addio, ecco i quattro nuovi modelli | Agenda Digitale Spazio, tempo e didattica sono le tre dimensioni su cui il Movimento delle Avanguardie educative vuole incidere per cambiare il modello trasmissivo del fare scuola, come abbiamo visto nello scorso articolo, considerato non più adeguato a rispondere alle sfide della società della conoscenza. Nel presente contributo approfondiremo il tema degli spazi dell’apprendimento, sia richiamando alcuni passaggi del Manifesto delle Avanguardie educative e delle Idee in cui questo si declina, sia facendo ricorso direttamente alla voce delle scuole aderenti al Movimento. Queste ultime infatti, all’interno della community di Avanguardie educative, hanno raccontato la propria esperienza di innovazione, mettendo in evidenza bisogni ed obiettivi, le azioni messe in campo per soddisfarli e raggiungerli, risultati ottenuti e difficoltà incontrate, prospettive per il futuro. Così, il terzo orizzonte del Manifesto si intitola “Creare nuovi spazi per l’apprendimento” e recita: Bibliografia di riferimento

L’ora del codice a scuola: opportunità e idee di Andrea Patassini Dal 7 al 13 dicembre si rinnova l’appuntamento con le iniziative proposte nell’ambito della Settimana per l’educazione all’informatica. Evento cardine la cosiddetta Ora del codice, ovvero l’occasione per avvicinare studenti, insegnanti ed educatori ai concetti basilari della programmazione. L’occasione potrebbe essere interessante soprattutto per chi è alle prime armi, per chi è incuriosito dal termine coding contestualizzato nell’ambito didattico ma ancora ne sa poco. Chi? L’Ora del codice fa riferimento a Code.org, un’associazione senza scopo di lucro orientata a promuovere l’informatica nel contesto scolastico. Il successo italiano L’edizione del 2014 de L’ora del codice ha registrato 5677 eventi sparsi lungo il nostro territorio, moltissimi di questi organizzati all’interno delle scuole. Come partecipare Gli insegnanti interessati che non hanno preso parte all’edizione dello scorso anno possono iscriversi sul sito Programma il futuro. Qualche idea Mi piace:

Content Curation ... dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fior ... La ricerca in rete presenta non poche difficoltà: internet è rappresentabile anche come una grande biblioteca caotica dove materiali di grande qualità sono mescolati a documenti ben poco attendibili, di scarsa fattura ed anche totalmente errati e fasulli. Anche se sono state elaborate metodologie e prassi per la valutazione della qualità delle informazioni reperite in rete (PDF, Kb 524), qualcuno è molto scettico su tutto questo e tende a rifiutare le nuove modalità e forme della conoscenza. David Weinberger afferma, invece, che "La conoscenza in rete è meno certa, ma più umana. Meno definita, ma più trasparente. Del resto gli stessi filtri sono contenuti: Google, ad esempio, ordina i risultati tenendo conto soprattutto di chi linka che cosa. La nuova conoscenza è dunque ampia, senza confini, populista, accreditata dagli altri, irrisolta. Un tutorial di PearlTrees (5 Mb) ... Diigo V5: Collect and Highlight, Then Remember! ...

Link&Think: 5 parole chiave del pensiero computazionale di Enrico Nardelli Il termine "pensiero computazionale", dopo essere stato ufficialmente accettato nel mondo giuridico con la pubblicazione della legge 107/2015 ("La Buona Scuola") è entrato anche nella pratica didattica col Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD), che ha riconosciuto attività di questo tipo come essenziali per la formazione degli studenti nell'era digitale. In particolare, l'Azione 17 del PNSD si propone di condurre ogni studente, nel corso dei prossimi tre anni, a svolgere 10 ore annuali di educazione al pensiero logico-computazionale. Si tratta quindi di un termine sempre più conosciuto, come testimonia il grafico della sua diffusione fornito da Google Trends. Diverse volte però mi accade di ricevere richieste di chiarificazioni del concetto, che tutti intuitivamente comprendono ha a che fare con la logica, il ragionamento e la risoluzione dei problemi, ma che non tutti sempre riescono a mettere esattamente a fuoco. Secondo aspetto: come gli spieghi le cose?

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