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Metodologie didattiche: un'introduzione

Metodologie didattiche: un'introduzione
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Alla ricerca del significato – Apprendere sempre Sesta puntata (*) su alcuni temi che riguardano l’apprendimento Partiamo con due affermazioni chiare di due grandi padri I “significati” non possono essere forniti in forma compiuta dal docente ma devono essere costruiti dalla persona che apprende. Sono richieste capacità critiche, di generalizzazione, inferenza e astrazione (Ausubel)Se sono gli insegnanti a stabilire cosa sia importante conoscere, come farlo e come imparare, gli studenti non potranno esercitare l’intenzionalità e la costruzione per il semplice fatto che non è loro permesso (Jonassen) Come evidenziato in precedenza (vedi i diversi post sull’aprendimento), il principio fondamentale da tenere in considerazione per un buon apprendimento (ho definito in precedenza cosa io intenda) fa riferimento a ciò che è significativo per la persona che apprende. Le caratteristiche di un ambiente di apprendimento che facilita la costruzione significativa di conoscenza è quello in cui si ha la possibilità di I compiti autentici Come si impara

Consegna 3 Edurete.org La didattica per competenze è un approccio che risponde all’esigenza di formare cittadini autonomi, responsabili e in grado di gestire efficacemente situazioni di studio, lavoro, vita quotidiana, attraverso un atteggiamento aperto di crescita e di autoformazione continua. La competenza si manifesta quando un soggetto mobilita, attiva, integra, coordina, orchestra un complesso di elementi per affrontare e risolvere situazioni-problema (soprattutto di vita reale) mai affrontate precedentemente in quella forma. Insegnare per competenze significa mettere in grado lo studente di acquisire saperi, sviluppare capacità di base ed atteggiamenti positivi verso le sfide, leggere la realtà cogliendone gli elementi essenziali, avere un impatto su di essa, costruire opinioni e artefatti e condividerli, mettersi in discussione, cambiare i propri punti di vista e migliorarsi. Accesso tutor

Didattica per competenze: materiali Circolari Modulistica Albo Eventi Moodle Classroom Sei qui: Home » Didattica » Documenti per la didattica » Didattica per competenze: materiali Esame di Stato Documenti del 15 maggio 2017 Didattica per competenze: materiali Di seguito il materiale ("valigetta delle competenze") utilizzato dalla Prof.ssa Maria Renata Zanchin nei due incontri di formazione sul tema della didattica per competenze, tenutisi in Istituto il 19 marzo e 4 aprile. Login Esci Contatti ITCG Pasini - Via Tito Livio, 1 - SchioCentralino: 0445529902Mail: vitd030008@istruzione.itPec: vitd030008@pec.istruzione.it  Saturday the 1st. <strong>JavaScript is currently disabled. Loading... Una pratica formativa che ha un metodo: Evidence Based Education - Pensiero Critico Agli inizi del 2000 John Hattie svolse un'indagine per il Ministero dell'Istruzione della Nuova Zelanda sull'influenza delle famiglie e delle strutture scolastiche sull'apprendimento degli studenti (ved. bibliografia 2003). Egli notò che venivano investite molte risorse economiche nella costruzione di nuovi edifici e nella riduzione della grandezza delle classi, veniva data molta enfasi al coinvolgimento dei genitori nella gestione delle scuole (ignorando la loro co-responsabilità nel migliorare l'apprendimento dei figli) e, infine, venivano evidenziate le difficoltà degli studenti come se essi fossero "il problema" e come se la scuola "non avesse" questa responsabilità. Egli scrisse (p.2): Interventi di carattere strutturale, o sulle famiglie, o sulle politiche sono come cercare il proprio portafogli, perduto tra i cespugli, sotto un lampione solo perchè è lì che c'è luce. Egli aggiungeva (p.4): Per approfondire andare all'articolo (Hattie 2003).

Insegnare, programmare e valutare per competenze < Me&You < Mondadori Education Il concetto di didattica per competenze comincia ad affermarsi intorno alla metà degli anni ’90, nei documenti dell’Unione Europea, come il Libro bianco sull’istruzione e formazione1 a cura di Edith Cresson, allora Commissario Europeo con delega alla scienza, ricerca ed educazione, in cui si legge: «In tutti i paesi d’Europa si cercano di identificare le “competenze chiave” e di trovare i mezzi migliori di acquisirle, certificarle e valutarle. Viene proposto di mettere in atto un processo europeo che permetta di confrontare e diffondere queste definizioni, questi metodi e queste pratiche». L’idea di competenza deriva dall’ambito lavorativo, dove indica “il patrimonio complessivo di risorse di un individuo nel momento in cui affronta una prestazione lavorativa o il suo percorso professionale”.2 La dimensione della potenzialità e quella della natura integrata della competenza sono fondamentali, perché le ritroveremo anche nell’applicazione al mondo della scuola. 1. 2. 4. competenza digitale

#competenze | Rizzoli Education Il concetto di competenza (vedi Approfondimento 1) è, nella scuola odierna, il criterio regolativo fondamentale del sistema di istruzione. Dal 2007 in poi tutta la normativa ha posto tale concetto al centro di tutto l’impianto curricolare, dalla rilevazione della situazione d’ingresso alla didattica, alla valutazione, alla certificazione degli esiti dell’istruzione. Ciascuna disciplina – con i propri contenuti, le proprie procedure euristiche, il proprio linguaggio – concorre a integrare un percorso di acquisizione di conoscenze e di competenze molteplici, la cui consistenza e coerenza è garantita proprio dalla salvaguardia degli statuti epistemici dei singoli domini disciplinari. Viene perciò ribadito il principio di non contrapposizione tra conoscenze e competenze. Approfondimento 1 – La competenza definita nel Quadro Europeo delle Qualifiche e dei Titoli (Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 aprile 2008)

Riforme | Obiettivo 2020 2. Il percorso nazionale delle Riforme L’ultimo scorcio del secolo scorso aveva visto una serie di azioni riformatrici coinvolgere la scuola primaria e secondaria di primo grado e alcune sperimentazioni introdurre a macchia di leopardo elementi di innovazione nella scuola secondaria di secondo grado. Esse andavano nella direzione di una didattica più attiva e coinvolgente e di un’impostazione curricolare per moduli e campi di apprendimento integrati, mettendo a frutto da un lato gli esiti delle teorie e delle ricerche educativo-didattiche in ambito internazionale e nazionale, dall’altro le sperimentazioni e le buone pratiche diffusesi dalla base. Il Primo ciclo di istruzione Il primo biennio della Scuola Secondaria di secondo grado e l’innalzamento dell’obbligo di istruzione Tra le une e le altre vi sono notevoli punti di vicinanza e correlazioni, come mostra la tabella che segue: In primo luogo è da notare che in entrambe le famiglie di competenze è presente l’Imparare a imparare.

Contenuti scolastici, perché innovarli è necessario Proviamo a fare un piccolo sforzo ed uscire dalle secche degli attuali dibattiti attorno al rapporto fra digitale e scuola. Proviamo a dimenticare, almeno per un po’, il decalogo e pure il contro-decalogo sull’uso dei dispositivi mobili in classe. E allarghiamo lo sguardo. Meglio, cambiamo prospettiva e cerchiamo di capire se il tener conto del digitale per quello che è oggi ci può essere d’aiuto sia nel formulare il problema educativo di fondo, sia nell’individuare gli strumenti per affrontarlo. Sì, perché un problema di fondo la nostra scuola (e non solo questa) davvero ce l’ha, ed è quello di essere fortemente dissociata dalla società che la alimenta e per la quale si sente incaricata di operare. Per alcuni questo sarebbe un bene. Ma, attenzione, quella che sollevo qui non è una questione di tecnologie in senso materiale. Leggi: Ripensare l’educazione nella civiltà iperconnessa, che cosa significa Cosa si insegna a scuola: il problema Ancora in Smart Working? Non basta.

DigCompEdu: ecco come dev'essere il docente della scuola digitale Abbiamo da dicembre 2017 la versione definitiva del quadro di competenza DigCompEdu il documento che descrive le competenze di cui deve essere in possesso chi insegna: un documento che è diretta espressione della Commissione Europea (che ha commissionato il lavoro al suo Centro di Ricerca – JRC, Joint Research Center), un documento che recepisce in modo maturo la conoscenza ormai patrimonio delle tante esperienze di Scuola Innovativa digitale realizzate dal mondo della Ricerca e della Scuola. La versione definitiva del framework DigCompEdu riporta tutti gli elementi distintivi descritti nell’articolo comparso su questa rivista a luglio 2017 e modifica in modo sostanziale solo un elemento, quello dell’area di competenza sull’impegno professionale del docente (Professional Engagement) da cui è stata “stornata” la competenza di “gestire dati digitali”. Leggi: Competenze digitali, dall’Europa all’Italia la strategia per uscire dall’emergenza Ue, faro su innovazione e competenze digitali

Rubistar: il sito che aiuta a costruire rubriche di valutazione La programmazione per competenze dovrebbe ormai essere (anche se purtroppo non è così) una realtà nelle nostre scuole, soprattutto se pensiamo che le otto competenze chiave europee sono state sancite tramite la Raccomandazione 2006/962/CE del Parlamento europeo addirittura il 18 dicembre 2006. Progettare per competenze significa però anche valutare le stesse attraverso rubriche di valutazione che vanno costruite dai docenti. Per farlo ci viene in aiuto uno strumento a mio avviso molto valido: Rubistar. Si tratta di un sito disponibile in inglese o in spagnolo (io però ho accettato il consiglio del mio pc “Vuoi tradurre questo sito?” e devo dire che la traduzione non è affatto malvagia); occorre registrarsi per poi procedere alla creazione della nostra rubrica selezionando “Crea rubrica” e scegliendo di che tipo di valutazione si tratta (“Progetti orali”, “Prodotti”, “Multimedia”, “Scienze”, “Matematica”, ecc). E’ disponibile in rete una guida in italiano realizzata da Emiliano Pancaldi.

Valutare e competenze | Libertà di Educazione Valutare è un atto di responsabilità professionale altamente qualificato e nello stesso tempo complesso e delicato, soprattutto a scuola. Si tratta di un’operazione di attribuzione di valore a fatti, eventi, oggetti e simili, concernenti gli apprendimenti individuali e di sistema. Si configura come processo dinamico, continuo, contestualizzato, sintetico, in tre fasi: osservare e raccogliere informazioni, formulare giudizi, prendere decisioni. In quanto tale implica un lavoro sistematico, collegiale, adeguato al contesto e ai protagonisti della valutazione. Valutare per promuovere competenze. Queste modalità e queste scelte quando si valuta per la competenza sono caratterizzate dal rispetto della natura e della funzione stessa della valutazione come opera comune, aperta e diversificata rispetto ai fini. « La valutazione è ciò che forse più profondamente influenza il “che cosa” si apprende, il “quando” avviene l’apprendimento e il “chi” apprende» ( Weeden et alii, 2002 p.9).

Il curricolo per competenze è l’antitesi del sapere disciplinare? Nell'ambito del nostro "speciale" Di nuovo conoscenze vs competenze!, questo importante contributo, prendendo spunto da un recente libro di Mario Castoldi, ripropone con forza il tema dei rapporti fra competenze, curricolo disciplinare e pratiche didattiche. Troppo spesso recenti impostazioni metodologiche, soprattutto se malintese e applicate superficialmente, stanno allontando i processi di insegnamento/apprendimento dalle epistemologie disciplinari e dai loro compiti prioritari verso soluzioni riduttive e fuorvianti. Molti esperti di didattica generale e di didattica digitale ritengono che l’interpretazione più adeguata del curricolo per competenze sia possibile con approcci alle conoscenze di tipo globale e/o interdisciplinare. Una concezione riveduta della pedagogia per obiettivi Emblematico è in questo senso il libro di Mario Castoldi Costruire unità di apprendimento. I saperi disciplinari strumenti e non fini. ​Il curricolo verticale per competenze Cortine fumogene Bibliografia

SCUOLA/ Le competenze non cognitive sono la "persona intera" che abbiamo smarrito Il lungo e articolato intervento della professoressa Zanello mi ha spinto a portare un contributo al dibattito, senza nessuna intenzione di avviare un dialogus fidei contra infideles (le competenze disciplinari acquisite in dieci anni di latino restano indimenticabili), ma piuttosto per esprimere un punto di vista, supportato da molti esiti di ricerca, che si confronta con quello, certamente diffuso fra i docenti, che l’autrice diffusamente documenta. SCUOLA/ Soft skills, tutti i rischi di una nuova omologazione culturale Vorrei partire da una citazione, trovata in un testo di Giovanni Cominelli, che mi ha molto colpito: la scuola, così com’è, è “una struttura dissipativa del capitale umano delle sempre più scarse generazioni giovani”, generazioni che consumano il presente in modo compulsivo e depressivo, come documenta una recente ricerca della Swg. SCUOLA/ Maturità ormai inutile, lo certificano i dati Invalsi Sileri "Green pass per evitare lockdown"/ "Docenti non vaccinati?

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