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Come attuare il modello "Bring your own device" a scuola

Come attuare il modello "Bring your own device" a scuola
Il nuovo piano nazionale scuola digitale è un documento ampio, organico, ben leggibile e costruito non sulle parole ma su dati e risorse. Ad un excursus iniziale sull’esistente, propone le nuove azioni partendo dai finanziamenti a disposizione e quantificando con chiarezza i tempi e le strategie. Finanziamenti non infiniti, ma importanti e ben integrati fra le diverse fonti e distribuiti in una logica intelligente dell“abbastanza ma non del tutto”. Proprio l’azione #6 del piano raccoglie l’eredità delle “vecchie” classi 2.0 e le trasforma in ambienti per la didattica digitale integrata, pensandoli appunto nella logica della sostenibilità, replicabili potenzialmente in ogni classe di un istituto, previa la presenza di una adeguata connessione e di dispositivi, non solo della scuola ma personali degli alunni. Related:  mobile learningarticoli

Le tecnologie sono ambienti: il caso degli smartphone in classe Poche persone fuori dal mondo della Human Computer Interaction (HCI) ha sentito parlare di Lucy Suchman, nonostante sia un personaggio piuttosto celebre in quanto è l’antropologa che con le sue ricerche ha dato vita al settore di studi che prova a capire in che modo far interagire le persone con le macchine, la HCI appunto, e che oggi viene declinata in campi diversi, come UX/UI design. Alle origini della human computer interaction Al di là del suo – fondamentale – contributo scientifico, c’è un aneddoto che rivela come sia stato necessario ripensare il rapporto con la tecnologia. La storia è nota come il grosso bottone verde delle fotocopiatrici. Nonostante gli ingegneri facessero di tutto per semplificare l’interfaccia di queste macchine, gli utenti avevano grosse difficoltà nel loro utilizzo. Gli smartphone in classe Gli elementi del decalogo sono: 1. Smartphone come ambienti Le tecnologie pur essendo artefatti, agiscono in un orizzonte sociale che le caratterizzano come ambienti.

A Scuola con i videogiochi: il progetto BYOEG (parte 2) Alfonso D'Ambrosio, Serafina Dangelico, Loredana Imbrogno e Sabina Tartaglia * - 04.02.2016 Nel mese di giugno abbiamo deciso di iniziare l’avventura di BYOEG (Bring your own educational game), ovvero creare da zero dei giochi educativi. La nostra idea iniziale vale ancora oggi: basta con pacchetti confezionati da altri, che mal corrispondono ai bisogni reali della classe, ogni docente ha la possibilità di adeguare la lezione alle potenzialità dei propri alunni, ai loro interessi, realizzando un proprio videogioco. Il progetto BYOEG ha alcuni aspetti originali: 1) I giochi vengono costruiti dal basso, ovvero dai docenti e dagli studenti 2) Si utilizzano programmi gratuiti dedicati alla realizzazione di videogiochi 3) I giochi sono educativi, ovvero esplicitamente finalizzati a veicolare conoscenze e competenze. 4) I giochi sono veicolati con precise metodologie didattiche (nel nostro caso IBSE, PBL, Problem Solving, Brain storming, Cooperative learning, Learning by doing)

Trucchi e tecniche per calmare una classe rumorosa Mi è capitato spesso, soprattutto in questo ultimo periodo, di avere conversazioni con alcune colleghe sul tema del silenzio e su come calmare una classe rumorosa. Molte mi hanno chiesto consigli su come gestire le classi un po’ chiacchierone. Non ho bacchette magiche o formule miracolose a disposizione che di colpo possano trasformare una classe rumorosa e chiacchierona in una silenziosa e pacata, però credo che alcune piccole strategie educative o per meglio dire “trucchi” che tutti noi docenti conosciamo, se messe a disposizione di tutti, possano dare un valido contributo e nel tempo dare i risultati sperati. Sappiamo benissimo che la professione di insegnante è tutt’altro che semplice e gestire una classe rappresenta, oggi più che mai, per gli insegnanti una vera e propria sfida. Ci ritroviamo così a dover imparare a gestire la complessità di un gruppo e a trovare metodi di insegnamento sempre più efficaci ed efficienti. Spesso i bambini fanno molto rumore perché sono agitati.

La scuola si apre al BYOD: tutti a scuola con smartphone e tablet - Orizzonte Scuola Bring Your Own Device (BYOD), in italiano “porta il tuo dispositivo”, è un espressione che descrive quelle politiche aziendali che in tutto il mondo consentono agli impiegati di utilizzare i propri dispositivi personali in ambiente di lavoro. Il ricorso a politiche attive per il BYOD in ambito educativo viene espressamente previsto, attraverso una specifica azione, dal Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD), il documento di indirizzo del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca “per il lancio di una strategia complessiva di innovazione della scuola italiana e per un nuovo posizionamento del suo sistema educativo nell’era digitale”. L’obiettivo è quello di “alleggerire” le classi da strumentazioni informatiche costose ed ingombranti, per promuovere una didattica digitale basata sull’integrazione dei dispositivi elettronici personali degli studenti e degli insegnanti (smartphone, tablet e PC portatili) con le dotazioni tecnologiche degli spazi scolastici.

Il non-problema dei cellulari in classe: l'esempio vale sempre più del divieto È di qualche giorno fa la notizia che in Val d’Aosta è stata approvata la mozione per cui l’assessore competente solleciterà i Dirigenti scolastici a inserire nei regolamento delle loro scuole il divieto di usare i telefonini in classe. Dal nostro punto di vista psicopedagogico il vero tema non è tanto lo smartphone di per sé, oggetto ormai entrato a far parte della nostra quotidianità, ma l’uso che se ne fa e soprattutto il significato che assume per i preadolescenti e gli adolescenti di oggi. La scuola è il luogo dell’educazione per eccellenza e a nostro parere non può ammettere l’uso di smartphone o tablet che non abbiano una finalità strettamente legata all’apprendimento. In questo senso possono essere preziosi alleati per studiare, fare ricerche e imparare in modo diverso da come si faceva una volta, altrimenti rappresentano solo dei potenti distrattori. A scuola tuttavia i ragazzi possono sicuramente sopravvivere anche senza, come del resto abbiamo fatto tutti noi prima.

20 ways to use a tablet in the classroom | Teacher Network Whatever model of Android or iOS tablet you have available, it’s a hugely versatile tool when it comes to educating and entertaining children. Here are some of the best apps and features you can make use of in the classroom – some of which you have to pay for and others that are free. 1 Dive into 360-degree videos This is the most basic form of virtual reality, a full sphere of video centred on the spectator who can view an environment in any direction. The content works with VR headsets but is also available through browsers and mobile devices. 2 Get creative with photo taking The Android and iOS camera apps are simple enough to use and can be deployed to record anything from a field trip diary to the results of a science experiment or a class art show. 3 Make music – no experience required 4 Record radio shows and podcasts Alternatively, you can make music (or indeed any kind of audio) and then use a tablet to record it. 5 Make immersive and interactive notes 8 Start up a class blog

Apprendimento significativo mediato dalla tecnologie | Rivista Scuola IaD Abstract Le continue e complesse trasformazioni che caratterizzano la “liquidità” della società attuale, generano, rispetto al passato, nuovi valori e stili di vita, che determinano un cambiamento delle modalità conoscitive e comunicative dell’individuo. In questa nuova prospettiva sociale la visione costruttivista del sapere, in particolare quella del costruttivismo socio-culturale, fornisce una risposta affinché l’individuo possa divenire protagonista responsabile della sua crescita personale e sociale, attraverso un impegno durevole per tutto l’arco della vita. Il modello di apprendimento significativo presentato in questo contributo intende proporsi come una via praticabile nel contesto formativo e scolastico, per promuovere nello studente la competenza intesa come “saper agire, reagire e co-agire pensando”, per aprirsi responsabilmente all’apprendimento del futuro e costruire e co-costruire una cittadinanza consapevole. 1. 2. D. 3. Figura 1. L’individuo, però, non agisce mai da solo.

Niente dispositivi tecnologici? Introduzione al B.Y.O.D. B.Y.O.D. è l’acronimo di Bring Your Own Device, ovvero “porta il tuo dispositivo” ovvero tablet, smartphone, notebook, etc. Il BYOD è nato in ambito aziendale, ed è tutt’oggi una tendenza molto in voga; ci sono addirittura degli studi che affermano che entro i prossimi tre anni quasi il 40% delle aziende non fornirà più dispositivi tecnologici ai propri dipendenti. Il motivo è presto detto: risparmio. Perché comprare centinaia di iPhone se i dipendenti ne hanno già uno? Riduzione dei costi e personale felice di poter continuare ad usare un oggetto tecnologico che già conoscono e padroneggiano; questi sono i punti di forza in ambito aziendale. Anche a scuola, soprattutto nei paesi del nord Europa e negli Stati Uniti, il BYOD sta riscuotendo sempre più successo, e le motivazioni non si discostano troppo da quelle che hanno portato le aziende a dire di sì ai propri dipendenti. Non tutti i dispositivi degli studenti sono compatibili tra di loro (Apple VS Android VS Windows?)

La scuola rilanci la sfida delle tecnologie: uno smartphone per gli "svogliati" I dirigenti scolastici ricevono le lamentele dei docenti e sono facilmente presi tra due fuochi: non è raro infatti che qualche genitore contesti i “sequestri” di apparecchi, spesso la contromisura d’elezione contro l’uso dilagante. Si va dalla “cassettina” sulla cattedra (nella quale finiscono però spesso o il telefono della nonna o quello, rotto, dell’anno precedente) ad armadietti hi-tech (come quelli esposti durante l’ultima edizione di Didacta, a Firenze) passando per soluzioni più “morbide” come tenerli spenti e dentro lo zaino, oppure ancora spenti ma sul banco, in bella vista. Il lato oscuro dello smartphone in classe I problemi sono di vario tipo e gli usi impropri hanno diverse gradazioni di gravità: si va dalla semplice distrazione, alle copiature durante prove di verifica, all’accesso a contenuti non adatti fino alla diffusione non autorizzata di immagini e video riguardanti la vita della scuola per giungere ai fenomeni di cyberbullismo. In fondo, perché dovrebbero farlo?

BYOD - Bring Your Own Device Bring Your Own Device - BYOD Employees or students bring personally owned mobile devices (laptops, netbooks, tablets, smartphones, etc.) to their workplace or educational institution and use those devices to access corporate, institutional and other information, applications and services. This initial guide, an online version of which will be regularly updated, has been developed by European Schoolnet as part of the work of Ministries of Education in its Interactive Classroom Working Group (ICWG). It is designed to provide school leaders, local education authorities and other decision makers with information about current Bring Your Own Device (BYOD) trends, options and examples from schools in Europe as well as relevant lessons from BYOD implementations in schools in other parts of the world. This website includes access to the guide, including the report and the country case studies. The full report is also downloadable as a PDF document. Presentation Webinar 16 Dec 2015 Executive summary

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