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Studiare con la linea del tempo - Didatticarte

Studiare con la linea del tempo - Didatticarte
Ho già parlato dell’apprendimento attraverso mappe concettuali e mappe mentali, della capacità di prendere appunti e del metodo di studio in generale. Oggi voglio continuare a parlare di apprendimento efficace attraverso l’uso delle linee del tempo (timeline in inglese). Spesso si trovano già pronte sui libri ma credo che la realizzazione autonoma di una linea del tempo possa costituire un buon esercizio per ricomporre la sequenza o l’evoluzione di una disciplina, qualunque essa sia. Si possono fare a mano ma è molto più efficace crearle con degli appositi software. Vi posso segnalare Tiki-Toki e Timetoast. Ma in rete potete trovarne molti altri… La linea del tempo, qualunque stile grafico abbia, dovrà contenere quattro elementi visivi: – un sistema per definire la traiettoria temporale (convenzionalmente corre da sinistra verso destra) – elementi che definiscono vari punti o segmenti sul tracciato temporale – titoli o immagini che definiscono ogni evento Related:  art for meed artistica

Cinque regole per realizzare una lezione efficace - Didatticarte Come deve essere una lezione di Disegno e Storia dell’Arte completa ed incisiva? Sicuramente deve essere ben costruita, con il giusto equilibrio tra teoria e pratica realizzato sfruttando tutte le strategie didattiche possibili. Non esiste una ricetta unica, naturalmente, ma un complesso di tecniche e metodi da utilizzare in base alla situazione della classe e alla disponibilità di strumenti tecnologici. In ogni caso l’obiettivo deve essere sempre lo stesso: far comprendere agli studenti il linguaggio visivo e insegnare loro ad interpretare le immagini (ma una versione più completa degli obiettivi è indicata dalla tassonomia di Bloom). Alle scuole superiori ogni lezione deve prevedere una parte di contenuto che deve necessariamente essere trasmesso con modalità “tradizionali”. Se dovessimo, ad esempio, parlare della sezione aurea, dovremmo introdurre il concetto matematico e geometrico attraverso una prima fase di didattica frontale. Regola n. 4 – Far analizzare le opere agli studenti.

Il museo della luna di Luke Jerram Una luna di 7 metri di diametro sta viaggiando in giro per il mondo grazie al progetto Museum of the Moon, ideato dall’artista britannico Luke Jerram (1974). La gigantesca installazione, che consiste in una sfera illuminata dall’interno su cui vengono proiettate delle immagini ad alta risoluzione della superficie lunare fornite dalla NASA, è stata finora esposta in molteplici location: in Francia, Belgio, Regno Unito, India e Cina. In ogni occasione, l’opera viene modificata per adattarsi nel modo migliore possibile al contesto. “Sin dall’inizio della storia umana”, commenta l’artista, “la luna è stata una specie di ‘specchio culturale’ delle nostre idee, convinzioni e modi di vedere il mondo. Il museo della luna ci permette di osservare le differenze e le similitudini culturali nei diversi paesi.

Cronaca di un compito in classe di storia dell'arte C’è chi prepara le fisarmoniche. C’è chi mette biglietti nel vocabolario. C’è chi scrive le risposte sul banco. Tutto inutile… io li frego tutti! Quello di oggi, ad esempio. Primo esercizio in ‘stile Marzullo‘: fatti una domanda e datti una risposta. A parte il fatto, evidente, che bisogna conoscere la risposta corretta, occorre avere una tale confidenza con l’argomento da riuscire ad immaginare dei distrattori (cioè le alternative non esatte) che siano possibilmente plausibili o parzialmente veri. La verità è che è più difficile fare le domande che dare le risposte! Il secondo esercizio è dedicato a Lorenzo Ghiberti e alle sue due porte per il Battistero di Firenze. In questo caso si tratta di un’operazione di sintesi. Un linguaggio familiare, per i ragazzi, ma non frequente in ambito scolastico. Non me lo sono inventato io. Terzo esercizio: la mappa sulla cupola di Brunelleschi. Ho già parlato dell’efficacia dell’organizzazione visiva del sapere. Ma il compito non finisce qui.

Dieci usi dello smartphone nelle mie lezioni Non volevo scrivere questo articolo, perché mi sembra di dare più importanza al mezzo che al fine, ma mi pare che sia urgente fare un po’ di chiarezza su quella che sta passando come la morte dell’istruzione, per non dire la fine del mondo: l’apertura del MIUR verso l’uso del cellulare per scopi didattici. Che poi mi viene pure da ridere… io faccio usare il cellulare da anni e con ottimi risultati raccontandolo ampiamente in questo blog, ma all’improvviso tutti diventano esperti di didattica e sono pronti a proclamare ai quattro venti che lo smartphone rende stupidi e manipolabili (digitandolo compulsivamente sul loro cellulare). E allora vi racconto dieci utilizzi efficaci dello smartphone che ho sperimentato durante le ore di disegno e storia dell’arte, giusto per parlare di cose concrete. 2 – Leggere un articolo dal blogSpesso interrompo la presentazione per andare online a cercare un articolo del blog scritto apposta per approfondire un argomento.

Palermo, Galleria Regionale di Palazzo Abatellis - Musei d'Italia Musei d'Italia 2014, Terza puntata Il terzo appuntamento di quest'anno di "Musei d'Italia" ci porta per la prima volta al sud e lo fa con uno dei musei più interessanti e ben organizzati della Sicilia: la Galleria Regionale di Palazzo Abatellis a Palermo. Accanto a celeberrimi capolavori della storia dell'arte (come il "Trionfo della morte" o la splendida Annunciata di Antonello da Messina), il visitatore potrà trovare opere di capitale importanza per lo sviluppo dell'arte in Sicilia (come le sculture di Francesco Laurana e dei Gagini, Domenico e Antonello, oppure le pitture di Vincenzo da Pavia e di Riccardo Quartararo). E oltre a loro, opere di artisti di primissimo livello, come Mattia Preti, Giorgio Vasari e Luca Giordano. Eccoci a una nuova puntata della nostra rubrica “Musei d'Italia”! La Sicilia è una di queste terre incantevoli, ricca di storia e di bellezze paesaggistiche. Un museo da non perdere per tutti gli appassionati d'arte siciliani e non. Ilaria Baratta

L'arte dell'illustrazione, quando le immagini comunicano Avete presente le istruzioni per il montaggio di un mobile Ikea? Quelle che vi permettono di montare anche una casa intera o la Torre Eiffel con una sola brugola? Scherzi a parte, la cosa interessante è che sono istruzioni puramente grafiche. E non è semplice riuscire a spiegare le varie fasi di assemblaggio solo con le figure! Provate ad immaginare di dover spiegare per iscritto il montaggio del classico scaffale Billy senza usare una sola figura! Ovviamente non vale per qualsiasi forma di comunicazione. In effetti ci sono molti “libri senza parole” che dimostrano il contrario. … parlo di veri e propri testi “per adulti”. Non servono parole; come un abile regista l’illustratore ci guida in un film muto, dove i primi piani si alternano agli scorci di città e gli sguardi dicono già tutto. Un racconto che sembra uno storyboard cinematografico. Per un anno abbiamo letto ogni settimana un capitolo de Il giorno della civetta cercando di raffigurarne le persone, gli atteggiamenti, i luoghi.

Vi racconto il pavimento cosmatesco di Westminster Porfido rosso, serpentino verde, giallo antico e marmo bianco. Con questi quattro tipi di pietra i maestri marmorari della famiglia romana dei Cosmati hanno realizzato nel Lazio i pavimenti geometrici più belli del Medioevo (ma forse di tutti i tempi). In particolare, quelli della Cattedrale di Santa Maria Annunziata di Anagni e della cripta di San Magno sono due degli esempi più raffinati e completi (nonostante alcuni rifacimenti moderni). E non è un caso che questi pavimenti cosmateschi si trovino proprio in quella città: Anagni, infatti, dette i natali a ben quattro papi tra l’XI e il XIII secolo ed era il loro luogo di villeggiatura preferito. Una località importante, dunque, tanto da essere chiamata “la città dei papi”. Il pavimento, realizzato tra il 1224 e il 1227, presenta una fascia centrale in cui si ripete per cinque volte il motivo a quinconce (o quincunx) formato cioè da un cerchio centrale con altri quattro cerchi negli angoli. Un tappeto con geometrie molto complesse.

The Art of Rendering: How to Create an Emotive Architectural Sketch in Photoshop Alex Hogrefe is the creator of Visualizing Architecture, a blog dedicated to educating people in the art of architectural visualization. He is also part of rendering studio Design Distill, generating unique and compelling illustrations for architects around the world. I used to draw a lot when I was younger and all but stopped sometime in college. When manually hand-drawing an illustration, I would start by laying out the line work of the building. Next, I would calculate the shadows and rough those into the drawing. With the line work and shadows set in place, I would then begin lightly shading in the perspective. The last step of hand drawings consisted of adding in the background shading and landscape. There are also a lot of subtle things going on in the above image that aren’t immediately obvious. All said and done, each of these images took about two hours. This post first appeared on Alex Hogrefe’s blog Visualizing Architecture. 7 Magical Demonstrations of Hyper-Real Environments

Vi racconto il Tempio della Concordia “Eccolo il tempio miracoloso, detto della Concordia, quasi ancora intatto con tutte le sue colonne, i suoi frontoni, le sue scalinate, solenne, pieno di grazia e di forza e di bellezza, nella sua magnifica ossatura e nel suo stile dorico…” Così lo scrittore Giuseppe Longo descrive il tempio greco più famoso della Sicilia. Che sia un miracolo è fuori da ogni dubbio! Ha resistito per oltre 2400 anni ad ogni cambiamento. Ha visto passare davanti alle sue pietre Romani, Bizantini, Arabi, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi. Ha sentito le bombe degli alleati cadere poco distante, ad Agrigento, nel luglio del ’43. Eppure sta ancora là, immobile, a godersi il panorama e lasciarsi fotografare come un’attrice in passerella… Certo, non era così ai tempi della Magna Grecia. L’ipotesi cromatica fatta dagli esperti e stampata sulle impalcature dell’ultimo restauro è davvero sconvolgente! Il tempio della Concordia, in particolare, fu innalzato nel 430 a.C. ed è un esempio di dorico maturo.

Quello che c'è prima dell'arte: il caso Fontana “Tra le molte virtù di Chuang-Tzu c’era l’abilità nel disegno. Il re gli chiese il disegno d’un granchio. Chuang-Tzu disse che aveva bisogno di cinque anni di tempo e d’una villa con dodici servitori. Dopo cinque anni il disegno non era ancora cominciato. ‘Ho bisogno di altri cinque anni’ disse Chuang-Tzu. Questa storia, narrata da Italo Calvino nelle sue celebri Lezioni americane, mi è tornata in mente pensando a come spiegare in classe Lucio Fontana. Ma cosa c’entra l’antico filosofo taoista con un artista del Novecento? Il racconto di Calvino, infatti, si sofferma sull’attesa, ben dieci anni, prima della estemporanea realizzazione. Ma se Chuang-Tzu era così bravo perché non ha fatto subito il disegno? Certo il taglio nella tela fatto da Fontana con il cutter sembra molto lontano dal perfetto granchio cinese. Ciò che sta dietro una delle “attese” di Fontana è la parte più importante dell’opera. Quella non era mai stata messa in discussione. Che ne dici, ci stai riflettendo?

Pennellate, tessere e pixel: questioni di risoluzione - Didatticarte In pratica, in ogni sua manifestazione, l’attività dell’uomo tende ad ricercare il massimo risultato con il minimo sforzo. Un principio di economia delle energie vitali che – anche se in modo abbastanza relativo – è presente anche nell’arte. Seguono questa regola, ad esempio, tutte quelle forme d’arte estremamente stilizzate, realizzate con pochi segni essenziali. È chiaro che lo sconosciuto scultore cicladico o il pittore Lucio Fontana non hanno operato in questa direzione per fare meno fatica (lo so che per Fontana avete qualche dubbio…) ma per cercare una forma di espressione in più possibile sintetica. È proprio un modo di guardare al mondo: andare per sottrazione, eliminare il superfluo, cercare la sostanza. È come se i primi si allontanassero perdendo i particolari, e i secondi si avvicinassero (perdendo l’insieme?). Poi c’è una via di mezzo (ed è di questa, in realtà, che voglio parlarvi). Ed anche Leonardo usava il disegno in questo modo.

L'arte di spiegare l'arte S-piegare: togliere le pieghe. È questo il senso che mi piace dare a questo verbo. Quando s-piego in classe un movimento artistico, la poetica di un autore, il significato di un’opera, quello che faccio è cercare di spianare le increspature, di lisciare la superficie perché possa essere osservata e compresa da chi ascolta. Ma come funziona questa storia delle pieghe? Cioè: quali sarebbero le pieghe in un argomento di storia dell’arte? In verità sono proprio tante, forse più delle parti lisce! La “piega” più subdola, quella che non si schiaccia neanche con il ferro da stiro, è quella del linguaggio. Spesso credo di utilizzare termini condivisi e comprensibili. Mi è capitato parlando dell’arte barocca e definendola “teatrale” e “scenografica“. Per tentare di spianare questa grossa increspatura ho preso l’abitudine di interrompermi ad ogni parola-chiave che pronuncio e chiederne subito il significato ai miei studenti. Ma la spiegazione non è solo quella che faccio io agli studenti.

D'apres e citazioni d'arte - Didatticarte Copiare. Una pratica considerata disdicevole nella scuola e nella vita. Ma se la copia non è plagio, anzi si arricchisce della personalità e dello stile del secondo autore, allora diventa espressione di creatività, diventa un “d’apres“, una citazione colta ed originale. Lo hanno fatto anche i più grandi artisti senza che per questo la loro levatura ne sia stata diminuita. Persino un pittore introverso come Magritte si è dedicato, con non poca ironia, alla citazione dei grandi del passato. Guardate cosa ha fatto alla povera Madame Récamier (1800) di Jacques-Louis David! Stessa sorte paradossale hanno avuto i personaggi affacciati sul balcone di Edouard Manet (che a loro volta citavano alcuni celebri balconi di Goya). Tuttavia questa vena irriverente nasce solo nel Novecento, con il Dada e il Surrealismo. È in questo senso che Lorenzo Lotto ridisegna la Cacciata dall’Eden di Michelangelo alla Sistina: non per “aggiornarla” ma per carpirne i segreti dell’originale composizione.

Un'incredibile struttura di archi, colonne e cupole scolpita in filo metallico Segui Keblog su Facebook: Torniamo a parlare del talentuoso artista italiano Edoardo Tresoldi. Scultore e scenografo, Tresoldi realizza strabilianti sculture di filo metallico. Da allora ha svolto differenti interventi artistici in spazi pubblici, tra cui un lavoro di street art in collaborazione con Gonzalo Borondo, un mix di pittura e scultura, per l’Università Bicocca di Milano. L’ultimo lavoro realizzato da Tresoldi si trova ad Abu Dhabi. Altre info: Edoardo Tresoldi | Behance | Facebook | Instagram | YouTube | Designlab Experience

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