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Architettura e Poesia

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Ascoltando “Un sopravvissuto di Varsavia” Un sopravvissuto di Varsavia oratorio per voce recitante, coro maschile e piccola orchestra Testo e Musica di Arnold Schoenberg op. 46 [ 11 - 23 agosto 1947 ] Spartito in PDF Video di Saskia Boddeke & Peter Greenaway I cannot remember everything.

Ascoltando “Un sopravvissuto di Varsavia”

I must have been unconscious most of the time. Non posso ricordare ogni cosa Devo essere rimasto privo di conoscenza il più del tempo. The day began as usual: reveille when it still was dark. Il giorno cominciò come al solito: sveglia quando era ancora buio. I must have been unconscious. Un sopravvissuto di Varsavia - A. Schoenberg (testo) "UN SOPRAVVISSUTO DI VARSAVIA", op.46 per voce recitante, coro maschile e orchestra.

Un sopravvissuto di Varsavia - A. Schoenberg (testo)

Arnold Schoenberg (Vienna 1874 - Los Angeles 1951) Berlino, 1925. Daniel Libeskind: l'architettura della metafora. Fancisco, per il Centro convegni Maurice Wohl dell'Università Bar-Ilan a Tel-Aviv, l'architetto ha lasciato alle sue spalle costruzioni strabilianti e cariche di significati, come il Museo ebraico danese a Copenaghen , l' Imperial War Museum North a Manchester, La University Post Graduate Centre a Londra e persino un monumento in Italia, chiamato "Memoria e Luce", a ricordo delle Twin Towers, a Padova .

Daniel Libeskind: l'architettura della metafora

In tutti questi edifici Libeskind ha lasciato l'orma della sua genialità, ma nel Museo di Berlino supera se stesso: attua gli insegnamenti della scuola decostruttivista per elaborare un messaggio universale, per portare alla memoria un vuoto storico e donare agli uomini “un emblema di speranza” . (1) Il Decostruttivismo è un movimento nato in Russia negli anni '20, ma ripropostosi negli anni ’70 con diversi intendimenti e finalità. Daniel Libeskind. Nasce in Polonia nel 1946, figlio di due deportati ebrei sopavissuti ai campi di sterminio nazisti.

Daniel Libeskind

Studia pianoforte in Israele, all'età di 13 anni emigra negli Stati Uniti e a 17 anni (1965) ottiene la nazionalità statunitense. Si diploma in architettura alla "Cooper Union for the Advancement of Science and Art" di New York nel 1970 e consegue il diploma di perfezionamento in Storia e Teoria dell'Architettura in Gran Bretagna, alla "School of Comparative Studies"presso la Essex University nel 1972.

E' stato docente e ha tenuto corsi presso numerose università di Stati Uniti, Europa e Giappone ed è stato, dal 1978 al 1985, direttore del Dipartimento di Architettura della "Cranbrook Academy of Art" a Bloomfield, nel Michigan. Jüdisches Museum Berlin - sito ufficiale. Informazione in Italiano.

Jüdisches Museum Berlin - sito ufficiale

Il Museo Ebraico di Berlino. Foglie cadute - Berlino Museo Ebraico. Jewish Museum Concept. Das jüdische Museum Berlin. Architettura e Olocausto. Museo Ebraico a Berlino - Matteo Zambelli. Note Tutte le immagini sono di Matteo Zambelli. (1) Antonino Saggio, "La rivoluzione informatica", in Costruire n°180, maggio 1998, pp.156-159.

Museo Ebraico a Berlino - Matteo Zambelli

Cfr. Antonino Saggio, "Nuove sostanze. L'informatica e il rinnovamento dell'architettura", in Il Progetto 6, gennaio 2000, pp. 32-35 e Antonino Saggio, "HyperArchitettura", p. 82, in Luigi Prestinenza Puglisi, HyperArchitettura. Jüdisches Museum (Wikipedia) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Jüdisches Museum (Wikipedia)

Coordinate: Facciata del museo Il Museo Ebraico di Berlino (Jüdisches Museum Berlin) è il più grande museo ebraico in Europa. In due edifici, uno dei quali è un ampliamento appositamente progettato dall’architetto Daniel Libeskind, una collezione permanente e svariate esposizioni temporanee raccontano due millenni di storia degli ebrei in Germania. Collezione permanente[modifica | modifica sorgente] Due millenni di storia degli ebrei in Germania presenta la Germania dal punto di vista della minoranza ebraica. Le mostre temporanee[modifica | modifica sorgente] Le mostre temporanee presentano un’ampia gamma di temi, epoche e generi.

Architettura e memoria della Shoah: l’opera di P. Eisenman a Berlino. Page 1 Page 2 4N. 6 - 2008Il primo concorsoIl primo concorso per la realizzazione del nuovoMemoriale agli Ebrei d’Europa assassinati fu in-detto nel 1994 e fu un evento internazionale chevide la partecipazione di ben 528 progetti, chespaziavano da quelli più propriamente architetto-nici a quelli puramente concettuali, mostrando di-versi tipi di sensibilità estetiche.

Architettura e memoria della Shoah: l’opera di P. Eisenman a Berlino

Quello che sem-brò essere una costante in molte soluzioni propo-ste, fu il ricorrere a dimensioni colossali: la vastitàdello spazio e i grandi numeri sembravano esse-re assolutamente necessari a sottolineare l’enor-mità delle atrocità compiute in passato. Page 3 Page 4. Berlino Monumento all'Olocausto.

Architetture sensibili - Isabella Pezzini. Berlin - Memorial Sites and Jewish Museum. Architettura come metafora. Museo Ebraico a Berlino AUTORE:Diego Angeloni MEDIA: by courtesy of Jewish Museum Il punto di forza del Museo Ebraico di Berlino progettato da Daniel Libeskind, sta nella volontà di rendere immediatamente chiaro il messaggio che l’architetto si fa carico di comunicarci; attraverso il ricorso all’allegoria l’edificio stesso, con la sua teatrale contorsione di volumi, con i suoi spigoli taglienti, sta lì come monito verso le generazioni future.

Architettura come metafora

Tale forza catalizzatrice delle coscienze attira un afflusso di pubblico senza precedenti. Quando il museo venne inaugurato era completamente vuoto, gli allestimenti non erano pronti e quindi non c’erano opere esposte al suo interno; ma il museo da solo, con i suoi studiati percorsi di dolore e poi di purificazione, con i suoi colpi di scena patetici e tragici, fu sufficiente, più di qualsiasi allestimento, a far “rivivere” la tragedia dell’Olocausto alle migliaia di persone paganti per vedere un museo vuoto.

Poesie di internati. Le poesie esposte nella mostra “La Shoah e la Memoria”, composte nel lager durante la prigionia o successivamente da sopravvissuti e da parenti di internati, sono tratte dal volume The Auschwitz Poems pubblicato dal Museo Statale di Auschwitz-Birkenau nel 1999.

Poesie di internati

I testi sono stati tradotti per la prima volta in italiano, su licenza del museo polacco, da Marilinda Rocca (curatrice, insieme al Prof. Olocausto, Architettura, Poesia.