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Pena di morte

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Custodita senza eccezioni. Come ogni anno, nelle classi terze, affrontiamo l’argomento della pena di morte. In una vi siamo dentro già da un po’, nelle altre stiamo per iniziare. Poco fa è stato rilanciato dai social un brevissimo video di papa Francesco sul tema. Così ne scrive Paolo Petrini su La Stampa: “«Ogni vita è un bene e la sua dignità deve essere custodita senza eccezioni. Mi piace: Mi piace Caricamento... Correlati Una firma storica Difficile non imbattersi in questi giorni nella notizia del viaggio di Papa Francesco negli Emirati Arabi. Bilanci di viaggio A qualche giorno di distanza dal viaggio del papa in Terra Santa posto un articolo di Massimo Faggioli, pubblicato oggi su La Rivista Il Mulino: non è un pezzo di cronaca di quanto è successo, ma una lettura di inquadramento storico del viaggio, per cui lo consiglio alle classi più… Una mano che strozza in guanti bianchi Fonte Venerdì 1 febbraio, come ho già avuto modo di scrivere, ero a Trieste per partecipare a ControMafie, gli Stati generali di Libera.

Messaggio di Papa Francesco al Congresso mondiale contro la pena di morte 2019.02.27. La pena di morte in Europa e nel mondo: i fatti chiave | Attualità | Parlamento europeo. Come l’UE combatte la pena di morte Come parte del suo impegno per difendere i diritti umani, l’Unione europea è il più grande donatore nella lotta contro la pena di morte nel mondo. Tutti i paesi europei hanno abolito la pena di morte in linea con la Convenzione europea dei diritti dell'uomo. L’UE combatte la pena di morte in molti modi. Ad esempio vieta il commercio di merci che potrebbero essere utilizzate per la pena di morte e utilizza le politiche commerciali per incoraggiare il rispetto dei diritti dell’uomo. Inoltre supporta le organizzazioni della società civile nei paesi che ancora applicano la pena di morte, facendo un lavoro di documentazione e di sensibilizzazione. L’Unione europea, come osservatore permanente dell’ONU, sostiene convintamente tutte le azioni che pongono fine alla pena di morte dove è ancora praticata.

Il Parlamento europeo adotta le risoluzioni e ospita i dibattiti che condannano le azioni dei paesi che ancora utilizzano la pena capitale. Pena di morte, è l’Africa ad aprire la via verso la scomparsa dei patiboli. ROMA - Se l’Africa è il futuro del mondo, il mondo del futuro sarà con tutta probabilità senza più patiboli e boia. Sono i Paesi a sud del Sahara a dar l’esempio nella battaglia contro la pena capitale: nel 2017 la Guinea l’ha abolita del tutto, il Gambia si prepara a farlo e nel frattempo si è impegnato in una moratoria, il Kenya ha cancellato la regola che prevedeva la pena di morte come sanzione automatica per l’omicidio, il Burkina Faso e il Ciad si avviano a modificare la legislazione per abrogare la pena capitale.

“E’ davvero il momento che il resto del mondo segua la direzione di questi Stati africani e consegni questa abominevole punizione ai libri di storia”, sottolinea Salil Shetty, segretario generale di Amnesty International, presentando il rapporto mondiale sulla pena di morte 2017. La tendenza è chiara. A parte qualche eccezione, la pena capitale appare in calo un po’ dappertutto. Gli irriducibili: Usa, Cina, Arabia Saudita, Pakistan. La pena di morte nel 2017 - Rapporto di Amnesty International. Pena di morte nel mondo, i dati 2017. Pena di morte: passi in avanti nell’Africa subsahariana In occasione della pubblicazione del rapporto sulla pena di morte nel mondo, nel 2017 a far fare grandi passi avanti alla lotta globale per abolire la pena capitale è stata l’Africa subsahariana, dove si è registrato un significativo decremento delle condanne a morte.

“I progressi dell’Africa subsahariana rafforzano la posizione della regione come faro di speranza e fanno auspicare che l’abolizione di questa estrema sanzione, crudele, inumana e degradante sia in vista”, ha dichiarato Salil Shetty, segretario generale di Amnesty International. La Guinea è diventata il 20° stato abolizionista per tutti i reati, il Kenya ha cancellato l’obbligo di imporre la pena di morte per omicidio e Burkina Faso e Ciad si stanno avviando a introdurre nuove leggi o a modificare quelle in vigore per abrogare la pena capitale. Pena di morte: le tendenze preoccupanti Nel 2017 non sono mancate tendenze preoccupanti circa l’uso della pena di morte.

Moratoria sulle esecuzioni: risoluzione Onu approvata a grande maggioranza. Pena di morte | Il 19 dicembre l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato a schiacciante maggioranza la sua sesta risoluzione in favore di una moratoria sulle esecuzioni in vista dell’abolizione della pena di morte, confermando che è solo una questione di tempo prima che la pena capitale sia destinata ai libri di storia. Su un totale di 193 stati membri delle Nazioni Unite, 117 hanno votato a favore, solo 40 hanno votato contro e 31 si sono astenuti.

Gli altri cinque non hanno preso parte alla votazione. La risoluzione, proposta da 89 stati membri guidati da Argentina e Mongolia, è un testo importante e dal considerevole peso politico che stabilisce inequivocabilmente che la pena di morte è un tema di preoccupazione globale per i diritti umani. Dal 2007 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato sei risoluzioni per la moratoria globale sulla pena di morte con una maggioranza di voti favorevoli sempre crescente. Lettera dal braccio della morte. Il Comitato Paul Rouegau, che sostiene i detenuti nei bracci della morte, ha ricevuto da Fernando Eros Caro, condannato alla pena capitale in California, la seguente lettera che pubblichiamo volentieri. Come Fernando, migliaia di condannati alla pena capitale in tutto il mondo hanno bisogno di sostegno e di amicizia.

C’ è bisogno di persone che si attivino, mettendo a disposizione un po’ del loro tempo, per aiutarli e per arrivare all’abolizione universale della pena di morte: ormai sono una minoranza i Paesi attaccati questa macabra istituzione del passato. Visitate il sito del Comitato Paul Rougeau (www.paulrougeau.org) e contattate i suoi membri (prougeau@tiscali.it) per informazioni, chiarimenti, offerte di aiuto ed adesioni.

Ed eventualmente per scrivere a Fernando. Il braccio della morte non è il luogo ideale in cui trascorrere il resto della vita. Almeno, ti dirai, tutta la tempesta interiore e lo stress, e soprattutto l’attesa, finiranno! 24 ORE PRIMA DI MORIRE ( PT-3) 24 ORE PRIMA DI MORIRE ( PT-2) 24 ORE PRIMA DI MORIRE ( PT-1) Il caso di Derek Rocco Barnabei. Pubblichiamo la copia in italiano della trascrizione integrale di una audiocassetta che attraverso la madre, Jane, il giovane statunitense di origine italiana Derek Rocco Barnabei condannato a morte nello Stato della Virginia, ha fatto giungere all'on.

Fabrizio Vigni, deputato Ds che da alcuni anni sta seguendo la vicenda umana e giudiziaria. Nei prossimi giorni la madre di Derek Rocco Barnabei sarà in Italia per sviluppare l'iniziativa di solidarietà, e terrà una conferenza stampa nel pomeriggio di giovedì 2 dicembre '99 nella Sala Stampa di Montecitorio. I sostenitori italiani avevano avviato una campagna di sottoscrizione per la raccolta di fondi utili per la difesa del giovane. Roma, 29 novembre 1999 "Onorevoli membri del Parlamento Europeo, il mio nome è Derek Rocco Barnabei e sono un uomo innocente. Nonostante le prove della mia innocenza, sto aspettando l'esecuzione nello Stato della Virginia. Da sette anni sono in prigione, costretto al silenzio.

Come mi sbagliavo! Grazie. " Arabia Saudita, il regno della caccia alle streghe. A un certo punto, sua figlia “ha cominciato improvvisamente a comportarsi in modo anomalo”. La ragazza si era recata in un centro commerciale di Gedda insieme alla collaboratrice domestica, una migrante dello Sri Lanka. Il padre ha chiamato la polizia, che ha arrestato la donna. Accusa: maleficio. Condanna: decapitazione. La scorsa settimana, mentre il presidente degli Usa Barack Obama conversava amabilmente con le autorità dell’Arabia Saudita, una quarantina di persone (quasi tutte di nazionalità straniera, molte di esse donne) attendevano in carcere di conoscere il loro destino al termine del processo nel quale erano imputate di stregoneria o di arti magiche. Anche se in Arabia Saudita non esiste un codice penale scritto, la loro sentenza – quella sì – è scritta: pena di morte. L’ultima esecuzione risale al giugno 2012, ma cinque “streghe” hanno esaurito gli appelli e rischiano la decapitazione da un giorno all’altro.

Sarà messa a morte la ventiduenne che uccise in Iran il marito violento - Corriere.it. Aveva 15 anni quando si è sposata, a 17 è stata arrestata con l’accusa di aver ucciso il marito. Oggi, a 22 anni, Zeinab Sekaanvand rischia di morire impiccata in Iran. Due associazioni impegnate nella difesa dei diritti umani - «Iran Human Rights» e «Amnesty International» - chiedono alla Repubblica Islamica di sospendere l’esecuzione perché il processo è stato «viziato da gravi irregolarità» e perché la pena di morte è vietata categoricamente dal diritto internazionale nei confronti di chi ha commesso un reato quando aveva meno di 18 anni.

Zeinab Sekaanvand è cresciuta in una famiglia povera e conservatrice di etnia curda della provincia dell’Azerbaijan occidentale, l’estrema punta nordovest dell’Iran. Per sposarsi era scappata di casa, sognando una vita migliore. Ma il marito Hossein Sarmadi aveva cominciato a picchiarla. Lei si era rivolta alla polizia, che non ha mai indagato sulle denunce di abusi. Il Papa: «Pena di morte inammissibile»  | Mondo | www.avvenire.it. «Non c'è pena efficace senza speranza». Lo ha detto Papa Francesco nel video messaggio inviato a Oslo, in Norvegia, in apertura del sesto Congresso mondiale contro la pena di morte, promosso dalla ong francese Ensemble contre la peine de mort e dalla World Coalition Against Death Penalty, di cui fanno parte circa 140 organizzazioni da tutto il mondo.

«La punizione per interesse personale - ha proseguito Papa Francesco -, senza uno spiraglio di speranza, non è una punizione, ma una forma di tortura». E tornando sulla speranza il Papa ha definito «un segno di speranza» il fatto che l'opinione pubblica stia manifestando «un'opposizione crescente alla pena di morte, anche come mezzo per legittimare una difesa sociale - ha aggiunto il Pontefice -. Oggi la pena di morte è inaccettabile, per quanto grave sia il crimine di cui si macchia chi lo commette. È un'offesa all'invito l'abilità della vita e della dignità dell'uomo. Non rende giustizia alle vittime ma fomenta sentimenti di vendetta». Ride the lightning – oradireli. Electric chair, old sparky, gruesome gertie, yellow mama, death chair, old smokey: sono modi di dire la condanna a morte su sedia elettrica negli Stati Uniti.

C’è un gruppo musicale famoso in tutto il mondo, i Metallica, che hanno usato l’immagine di cavalcare un fulmine. Il brano è “Ride the lightning”. Si parte da un condannato che, in base alle accuse, è colpevole ed è già legato alla sedia elettrica: nell’aria aleggia la morte e non si capacita che la cosa stia succedendo a lui. Se la prende col boia o con lo stato, chiedendogli chi lo abbia reso Dio per permettergli di togliere una vita. La morte si sta avvicinando e le sensazioni sono forti e fugaci, come i pensieri, in questo percorso che segna l’inizio della fine.

Il sudore è freddo, gelato, le mani fanno chiudere le dita, la morte di dipana e il condannato si trova da solo insieme alla propria coscienza. Colpevole secondo le accuse, ma dannazione, non è giusto C’è qualcun altro che mi controlla Mentre osservo la morte spiegarsi. Una vita rubata – oradireli. Ne abbiamo lungamente parlato in terza. La notizia è di poco fa, trovata qui. Ricorda molto il caso di Hurricane. “Glenn Ford ha 64 anni e ha trascorso gli ultimi trenta in un braccio della morte della Louisiana accusato dell’omicidio, nel 1983, del proprietario di un negozio di gioielli, Isadore Rozeman, per cui lavorava.

Ne è uscito l’11 marzo 2014, dichiarato innocente in seguito alla presentazione di nuove prove secondo cui Ford non era nemmeno sulla scena della rapina. Nel 1984, una giuria di soli bianchi aveva condannato Ford, che è afroamericano, alla pena di morte, anche se lui si era sempre dichiarato innocente. “Siamo molto lieti di vedere Glenn Ford infine scagionato, e siamo particolarmente grati che l’accusa e il giudice si siano attivati per liberarlo rapidamente”, hanno detto alla Cnn Gary Clements e Aaron Novod, gli avvocati di Ford. Mi piace: Mi piace Caricamento... Una vita da uragano – oradireli. E’ il mio compleanno. Compio 75 anni. Sono stato un pugile, a un soffio dal diventare campione del mondo dei medi; anzi, per 15 riprese lo sono stato, la durata della sfida contro Joey Giardiello nel 1964.

E come me la pensavano anche gli spettatori e i giornalisti presenti all’incontro. Ma non i giudici che con verdetto unanime mi diedero sconfitto. Mi chiamo Rubin Carter, mi chiamavano Hurricane. Denzel Washington mi ha interpretato in un film, Bob Dylan mi ha dedicato questa canzone. La pistola spara nel locale notturno, entra Patty Valentine da una camera soprastante la sala e vede il barista in una pozza di sangue. Patty vede tre corpi stesi a terra e un altro uomo chiamato Bello, che si muove furtivamente. Nel frattempo, lontano in un’altra parte della città, Rubin Carter e un paio di amici girano in auto. Alfred Bello aveva un complice che aveva un conto in sospeso con la polizia. Alle 4 del mattino fermarono Rubin, lo portarono in ospedale e su per le scale. Mi piace: