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Acqua (Water Economy)

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La leggenda dell'acqua che fa venire i calcoli renali. "Per carità, ma che sei matto? Bevi l'acqua del rubinetto? Non sai che l'acqua di Roma è piena di calcare? Ti possono venire i calcoli! " Ecco, questa è una delle frasi che insieme a "Che ore sono? " e "Attivo o passivo? " sento ripetere con più frequenza. Non siamo ferri da stiroSe non si usa acqua demineralizzata, dopo pochi giorni sulla piastra del ferro da stiro appaiono delle incrostazioni bianche. Devo dire con molta tristezza che spesso questa leggenda dell'acqua del rubinetto che favorirebbe la formazione dei calcoli è rafforzata dagli stessi medici. "Eh, ma me l'ha detto il medico! La maggior parte dei medici non ci provano nemmeno a cercare di sradicare la superstizione relativa all'acqua in bottiglia.

Volete una prova del fatto che bere la Panna, la Sant'Anna, la Lilia, la Ferrarelle o qualsiasi altra acqua in bottiglia non è un rimedio alla calcolosi? Cosa sono e come si formano i calcoli renali I calcoli renali sono, purtroppo, un'esperienza che hanno avuto in molti. - Contratto acqua, Comitato Italiano Contratto Mondiale sull'acqua. La maxi diga che fa tremare il governo colombiano - Video - Corriere TV. La maxi diga che fa tremare il governo colombiano Il nodo della discordia è il progetto idroelettrico «el Quimbo» che inonderà 8.500 ettari per produrre energia di Bruno Federico BOGOTA' - Con la massiccia diffusione (ad oggi più di un milione di riproduzioni) de «il video che il governo non vuole che vediamo» nella piattaforma Youtube, il conflitto che contrappone gli abitanti di cinque municipi della regione del Huila, al sud della Colombia, alla spagnola Endesa (una controllata Enel) e allo stesso governo colombiano, è diventato una questione nazionale e internazionale.

IL PROGETTO DEL QUIMBO - Il nodo della discordia è il progetto idroelettrico «el Quimbo» che inonderà 8.500 ettari delle migliori terre agricole della regione del Huila per produrre energia in parte destinata all'esportazione e in parte alla copertura dell'aumento del fabbisogno interno in vista di numerosi progetti minerari ed energetici. Www.waterfootprint.org/Reports/Hoekstra-et-al-2012-GlobalMonthlyWaterScarcity.pdf. Water footprint and virtual water. Acqua minerale con troppo arsenico, scatta il ritiro in Europa ma in Italia non si avvertono i consumatori.

Allerta Il 14 marzo 2012 il ministero della Salute ha inviato una comunicazione al sistema si allerta rapido europeo (Rasff) segnalando il ritiro dal mercato italiano di una marca di acqua minerale naturale con un’eccessiva quantità di arsenico. La segnalazione è pubblica solo perchè le bottiglie sono esportate in Portogallo e in questi casi la norma europea prevede l’obbligo di informare il Rasff. In Italia non c’è stata nessuna comunicazione, nulla è stato detto ai consumatori che non hanno alcun modo per scoprire quale sia il marchio e il lotto delle bottiglie sotto accusa. Certo tutto lascia supporre che il pericolo non sia grave, ma diffondere la notizia è una questione di rispetto nei confronti dei cittadini.

In altri Paesi europei le notizie delle allerta vengono divulgate in rete da parte delle stesse aziende o da parte delle autorità sanitarie che le raccolgono e le diffondono. Roberto La Pira Foto acqua: Photos.com Tags: acqua minerale, allerta, arsenico, rasff. Case dell'acqua e "Ban the bottle", due iniziative per ridurre i consumi di minerale, presentate al Forum di Marsiglia. Lo scorso anno, in Italia sono state consumate 6 miliardi di bottiglie di plastica (*) per imbottigliare acqua minerale. Il nostro paese è ai primi posti per quanto riguarda l’utilizzo di acqua in bottiglia, con una stima di 11 miliardi di litri bevuti. I conti apparentemente non tornano, ma considerando che le bottiglie hanno una capacità soprattutto di 1,5 o 2 litri e che ci sono 2 milioni di bottiglie di vetro veicolate dai ristoranti alla fine si arriva a quota 11 miliardi. Per limitare i consumi spesso esagerati e immotivati si stanno diffondendo pratiche virtuose, che segnano un’inversione di tendenza.

Un esempio di questo nuovo comportamento è quello di migliaia di cittadini che ogni giorno, in molte parti d’Italia, si recano alla Casa dell’acqua più vicina per riempire le bottiglie. Questi impianti rappresentano un piccolo ma concreto esempio di sostenibilità, grazie al quale le abitudini di migliaia di persone cambiano. Un esempio Foltran Luca Foto: Photos.com. Water Economy: emergenza acqua tra disponibilità ed interessi economici.

In pratica una persona su sei ha meno di 20 litri d’acqua dolce al giorno, che secondo la FAO è la quantità minima giornaliera per assicurare a una persona i bisogni primari legati all’alimentazione e alle condizioni igienico-sanitarie. Di acqua apparentemente ce n’è tanta, ma la domanda aumenta di anno in anno in misura insostenibile se si considerano le reali disponibilità del pianeta. Anche perché l’acqua che noi consumiamo consapevolmente ogni giorno, non è tutta quella in realtà utilizziamo, anzi: ne è solo una piccola parte (non più dell’1%). Infatti ai 20 litri “evidenti” dobbiamo aggiungerne altri 2-5000, ossia quelli necessari per produrre il nostro cibo, insomma una sorta di acqua “virtuale” che è inglobata in ogni prodotto (e non solo quelli alimentari).

Si parla propriamente di “impronta idrica”, per indicare tutta l’acqua virtuale contenuta in ciò che acquistiamo: un valore che nasce dalla somma di diverse componenti.