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Analisi strategia social di 100 aziende italiane « Big Jump Big Jump. La ricerca Brands & Social Media, ideata da OssCom – Centro di ricerca sui media e l’Università Cattolica del Sacro Cuore, è partita dalla duplice esigenza di mappare la strategia social e la presenza aziendale sulle nuove piattaforme digitali e quella di individuare, comprendere e definire i criteri attraverso i quali analizzare tali piattaforme senza ridurne la loro complessità come strumenti di comunicazione e di interazione.

Analisi strategia social di 100 aziende italiane « Big Jump Big Jump

Sono state studiate le comunicazioni corporate/istituzionali dei principali brand presenti sul mercato italiano al fine di integrare le ricerche esistenti. Su un campione di 108 imprese, divise in 5 settori merceologici (Consumer Electronics, Automobili, Banche e assicurazioni, Retail, Servizi energetici e telecomunicazioni), sono stati analizzati una serie di parametri in grado di restituire, non solo l’effettiva attività del profilo aziendale ma anche il livello di interazione dei vari profili.

Sono stati elaborati: Conclusioni. Con i Social Network non si vende? Errore clamoroso! Il digitale ha rovesciato il tradizionale modello di percorso lineare che portava i consumatori ad acquistare.

Con i Social Network non si vende? Errore clamoroso!

I Social Media hanno certamente giocato un ruolo in questo processo, un ruolo più sottile ma non di indirizzamento del cliente all’acquisto diretto. Secondo la ricerca realizzata da L2 Think Tank si è evidenziato quello che ormai tutti conoscono, ovvero, che dai social non arriva traffico utile all’acquisto. Tra tutte le sorgenti di traffico, i motori di ricerca (inutile dire che si parla di Google) hanno dominato, portando il 35,5% del traffico ai venditori, seguito da navigazione diretta sul web (33,9%) ovvero gente che conosce il sito o è consigliata da amici, i referrals (18,4%) e-mail (8,7%). I social media hanno sviluppato solo il 2,4% del traffico, sopra solo gli annunci display, ormai giudicati come inutili dal mondo intero, che ha portato l’1,1% dei visitatori sui siti di vendita al dettaglio.

Cosa viene da pensare leggendo tutto questo? Siamo tutti social media manager. 7-curiosi-stratagemmi-utilizzati-dai-brand-per-rendere# 1.

7-curiosi-stratagemmi-utilizzati-dai-brand-per-rendere#

Sagmeister & Walsh. Ogni sette anni, puntualmente, il designer Stefan Sagmeister dello studio Sagmeister & Walsh (venuto proprio di recente alla ribalta delle cronache “creative” per aver scelto di far posare nudo il suo staff per alcuni scatti ufficiali) chiude il suo studio di New York per 365 giorni per permettere a tutti i colleghi di rinfrescare le prospettive creative. Ogni sette anni da dipendente, insomma, uno è omaggio. Nel video sotto, il designer motiva le ragioni della sua scelta raccontando la sua visione di “tempo libero”. 2. Google dà notoriamente ai suoi tecnici e ingegneri la possibilità di dedicarsi, un giorno a settimana (il famoso 20%), ad un progetto extralavorativo a loro scelta. 3. Come Google, anche la compagnia di software Hubspot è nota per la sua pioneristica policy aziendale. La multinazionale americana 3M e il suo “15% di tempo libero" precedono in realtà l’idea di Google di una ventina d’anni. 5. 6. 7.

Kontor Records Back to vinyl-The Office Turntable_film. Dieci miti da sfatare. Piero Angela: maestro di copywriting - Leonardo Guerrini. Le regole per costruire un contenuto social perfetto e quando presentarlo [infografica. Quando si gestisce una pagina business sui social, dopo una lunga fase di definizione del target e dei contenuti da pubblicare, diventa quasi un rito raccogliere i frutti della fase iniziale, che può durare un paio di mesi, e iniziare a comprendere meglio quali contenuti hanno raccolto maggior interesse per il pubblico di riferimento e lavorare perfezionandoli.

Le regole per costruire un contenuto social perfetto e quando presentarlo [infografica

Come si capisce se un contenuto è interessante? Sicuramente la risposta del pubblico è l’elemento fondamentale. Numero degli iscritti (naturali), interazioni (like, retweet, +1, repin), commenti ma soprattutto condivisioni on platform ci aiutano a capire il successo dell’attività social nelle singole piattaforme ma a questo, quando si parla di business, va associata una attenta misurazione del traffico verso il sito tramite i più comuni strumenti di analytics. Quando si creano contenuti per i social, infatti, è sì importante divertire e interessare ma anche proporre, offrire spunti e novità.

Esiste una ricetta del post perfetto? 1.