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Teatro ebook

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Carnevale maschere della tradizione italiana | Maestra Mary. Arlecchino, Beppe Nappa, Brighella, Burlamacco, Capitan Spaventa, Dottor Balanzone, Fagiolino, Gianduja, Gioppino, Colombina, Meneghino, Meo Patacca, Pantalone, Pierrot, Pulcinella, Rosaura, Rugantino, Sandrone, Stenterello, Tartaglia. La maschera di ARLECCHINO è di tradizione italiana, proviene dalla Lombardia. E’ tra le maschere più famose. Nato a Bergamo, è molto conosciuto per il suo vestito di “cento” colori. Il suo vestito è così colorato perché, essendo povero, i suoi amici, in occasione del Carnevale, gli regalano dei pezzi di stoffa avanzati dai loro costumi, in modo che possa averne uno anche lui. Arlecchino da colorare Per fare un vestito ad arlecchino ci mise una toppa Meneghino, ne mise un’altra Pulcinella, una Gianduia, una Brighella.

BEPPE NAPPA Beppe Nappa fa parte di quelle maschere che nascono tra sei e settecento con la Commedia dell’arte e le sue caratteristiche, come nel caso di tutte le maschere di carattere, si sono sedimentate nei secoli. Gianduja da colorare. STORIAdellaLETTERATURA.it - La storia della letteratura italiana scritta da Antonio Piromalli - Capitolo 13, paragrafo 6.

La riforma del teatro e l'arte popolare di Goldoni Vivissima «inclinazione» teatrale in tutta la sua vita ebbe Carlo Goldoni1 (1707-93) tanto da avere fatto, egli scrisse, in ogni occasione e perfino nei passatempi «abbondante provvisione di materia atta a lavorare pel Teatro». Il rapimento dell'«insuperabile forza» teatrale lo legò sempre alla vocazione anche quando per necessità di vita fu nella cancelleria criminale del podestà di Chioggia o di Feltre e scrisse intermezzi, melodrammi, tragicommedie, commedie musicali. L'abbandono dell'avvocatura, dopo la recita a Livorno della commedia La donna di garbo e l'incontro con il capocomico Medebac, lo fa diventare poeta di teatro professionista nel veneziano teatro di S. Angelo dove fa recitare la Vedova scaltra iniziando la riforma del teatro comico.

Caduta una sua commedia promette nel 1751 di scrivere sedici commedie nuove in un anno. L'influsso democratico di Goldoni sul pubblico fu grandissimo. Commèdia dell'arte nell'Enciclopedia Treccani. Commèdia dell'arte Enciclopedie on line commèdia dell'arte Genere teatrale nato in Italia alla metà del Cinquecento, e vivo fino alla fine del Settecento.

Le sue caratteristiche, molto particolari, entusiasmarono il pubblico fin dalle origini: gli attori non recitavano testi, ma improvvisavano i dialoghi in scena; vi erano 'tipi fissi', cioè personaggi che tornavano da uno spettacolo all'altro (come Arlecchino, il Capitano, Brighella ecc.); alcuni dei personaggi portavano sul volto maschere di cuoio e sulla scena si intrecciavano dialetti e lingue differenti. il 'commercio del teatro' Precedentemente, fino a che gli attori non cominciarono a unirsi in 'compagnie dell'arte', gli spettacoli erano di tutt'altro tipo: acrobati, ciarlatani, narratori che si esibivano in fiere o mercati, o durante il carnevale. Tipi fissi e improvvisazione. Biblioteca della Letteratura Italiana. Carlo Goldoni La vita e le opere I "domestici" spettacoli. Carlo Goldoni nacque a Venezia il 25 febbraio 1707 da Margherita Salvioni e da Giulio, medico di professione; una famiglia benestante, in cui la passione per il teatro risaliva al nonno paterno, che era solito organizzare recite nella propria villa di campagna.

E furono proprio alcuni "domestici" spettacoli di marionette ad accendere nel fanciullo il primo entusiasmo per le rappresentazioni sceniche. A dodici anni aveva già letto diversi autori comici e composto una commediola. Gli studi giuridici. Nel 1719 Carlo raggiunse il padre, che nel frattempo si era trasferito a Perugia, e cominciò a seguire corsi di grammatica e retorica presso il locale collegio dei gesuiti. Direttore del San Giovanni di Venezia. La sua prima opera degna di nota è il Momolo cortesan (1738), ribattezzato poi L’uomo di mondo, di cui era interamente scritta solo la parte del personaggio principale. L’incontro con Medebach. Goldoni | La riforma del teatro nel 1700. Venezia assiste nel XVIII secolo alla parte terminale di una crisi dell'economia e della politica, avvertita comunque anche nel corso del 1500, acuitasi durante il secolo successivo a causa della egemonia degli ottomani, che terminerà attraverso il documento di Campoformio, con la cessione della Repubblica indipendente.

Insieme, o conseguentemente, a ciò si assiste al contraltare di una cultura cittadina fervida e molto considerata in tutta Europa. La Repubblica è infatti un vero e proprio polo culturale europeo nel corso del 1600 e del 1700. Si tratta di una meta imprescindibile nell'ottica del grande tuor, ed è reputato il centro dello svago e della messa in scena teatrale, oltre a rappresentare una roccaforte per quei pensatori contrari alle teorie assolutistiche che andavano diffondendosi in quel periodo.