Massimoespy
Parigi, 13 novembre 2015: il racconto della strage. PARIGI - La chiamano l'Estate di san Martino.
E la sera di Parigi è mite. La temperatura è di 15 gradi. Assenza di vento. Allo Stade de France, banlieue nord di Saint-Denis, è in programma alle 21.00 l'amichevole Francia-Germania. I caffè hanno i tavolini all'aperto. Da settimane non si trova più un solo biglietto. Alle 20.30, il ministro è di ritorno a Place Beauveau, sede del Ministero dell'Interno. A duecento metri da Place Beauvau, il presidente François Hollande sta lasciando l'Eliseo diretto allo stadio. Almeno nove uomini si salutano per l'ultima volta e salgono su tre macchine di colore nero. In avenue Jules Rimet, il vialone che costeggia il settore est dello Stade de France, un giovane siriano è chiuso in un bomber nero. Le autorità greche lo hanno fotografato, gli hanno preso le impronte digitali e riconosciuto un lasciapassare temporaneo nello spazio di Schengen.
Ahmad non ha il biglietto. Il cronometro del tabellone segna il minuto 10 della partita. Undefined [x] La strage di Parigi: la notte più buia - Speciali. Un attacco terroristico senza precedenti ha assediato Parigi, a meno di un anno dalla strage di Charlie Hebdo, nella notte del 13 novembre 2015.
Un commando di attentatori kamikaze ha colpito sei volte in 33 minuti, sparando all'impazzata sulla folla, in strada e nei locali, soprattutto fra giovani che stavano trascorrendo il venerdì sera fuori casa. Un attacco di terroristi senza precedenti in Francia: almeno 129 i morti e oltre 300 feriti. Sette terroristi sono morti, sei sono riusciti ad azionare la loro cintura esplosiva e a farsi saltare come sognano i "martiri" della jihad, gridando "Allah è grande", uno - all'interno del teatro della carneficina, il 'Bataclan' - non ha fatto a tempo ed è stato eliminato dalle teste di cuoio. Un'auto, una Seat nera 'Leon', ha portato alcuni terroristi davanti a quattro ristoranti. Parigi: il branco di lupi, lo Stato Islamico e quello che possiamo fare. Di fronte alla strage di Parigi, il primo atteggiamento giusto è dolore e lutto per le vittime assieme a tutta la nostra solidarietà e commozione per un paese fratello e una città simbolo della convivenza e dei valori europei.
Subito dopo, è opportuna la più totale e ferma condanna per tali barbari attentati che nulla può – nemmeno indirettamente – giustificare. È indispensabile essere uniti nel ripudio assoluto del jihadismo e del terrorismo islamico contemporanei, chiedendo a tutti, musulmani inclusi, di far propria una incondizionata e radicale riprovazione. Infine occorre mettere in campo tutta l’intelligenza, la lucidità e la calma possibili, al fine di capire ciò che sta accedendo per trovare le misure adeguate. È da irresponsabili mettersi a gridare o agitarsi senza criterio: occorre prima pensare e comprendere bene. Se i barbari sono tra noi, c’è un’origine di tale vicenda, una sua evoluzione e – speriamo presto – un rimedio. Siamo in guerra? Tutto ciò va fatto contemporaneamente. Integrislamico. ISIS: le radici. L’attacco a Charlie Hebdo, l’aereo russo esploso, l’attentato di Beirut, le stragi di Parigi.
E non solo. E’ una lunga scia di terrore quella lasciata dai militanti dell’Isis. Ma che cosa è davvero lo Stato Islamico? Quali sono le sue radici? Ospiti, in studio, gli storici Franco Cardini e Alessandro Barbero, esperti del secolare confronto fra Islam e Occidente, e membri del Comitato Scientifico del programma. “Non faremo l’ennesima analisi della situazione attuale, parleremo di storia– dice il professor Barbero - Cercheremo di capire quanta storia, quanto uso della storia, quanta reinvenzione della storia c’è dietro a chi ha commesso i fatti di Parigi. In collegamento da Nancy, inoltre, lo storico francese Gilles Pécout: non potendo essere presente a causa delle misure di sicurezza decise dal governo francese, ha voluto portare comunque la propria testimonianza e la sua riflessione, anche come alto funzionario del ministero francese dell’Education nationale. Isis: un anno fa nasceva il "Califfato" Era il 29 giugno 2014 quando un uomo vestito di nero e con la barba lunga si presentò al mondo con il nome di Abu Bakr al-Baghdadi dichiarando di essere il leader del "Califfato", un territorio compreso tra Siria e Iraq, caduto nelle mani dei fondamentalisti islamici.
Nel suo discorso il leader destituiva di ogni legittimità i gruppi jihadisti diversi dall'Isis. In molti risponderanno positivamente alla "chiamata". Altrettanti, come gli affiliati di al Qaeda, almeno nei primi mesi di vita del "Califfato", ne dichiareranno l'illegittimità. Ridisegnare i confini geografici del Nordafrica L’annuncio del “ritorno del Califfato” da parte di Ibrahim al-Badri (vero nome di al- Baghdadi), autoproclamatosi califfo, ha riesumato, per la prima volta dalla fine dell’Impero ottomano, la presenza di un’entità statuale che si autodefinisce Stato Islamico, su una superficie pari a quella della Gran Bretagna, autosufficiente economicamente e radicata nel territorio.
Isis: capiamo che cos'è/2. Il numero di Limes da cui è stata estratta una selezione di articoli qui proposti Lo stato Islamico visto da vicino Origini e struttura del ‘califfato’ a cavallo di Siria e Iraq, ormai capace di autofinanziarsi.
Un peculiare sistema di welfare offre servizi e relativa sicurezza in cambio della sottomissione al rigorismo religioso. Che fare? L'Amaca di Michele Serra's Photos - L'Amaca di Michele Serra. Questionario. Shuluq - Storia del Medio Oriente: La Siria.