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Marialuisa Pellegrino

Leopardi.it. Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi, che fai, Silenziosa luna? Sorgi la sera, e vai, Contemplando i deserti; indi ti posi. Ancor non sei tu paga Di riandare i sempiterni calli? Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga Di mirar queste valli? Somiglia alla tua vita La vita del pastore. Sorge in sul primo albore Move la greggia oltre pel campo, e vede Greggi, fontane ed erbe; Poi stanco si riposa in su la sera: Altro mai non ispera. Dimmi, o luna: a che vale Al pastor la sua vita, La vostra vita a voi?

Vecchierel bianco, infermo, Mezzo vestito e scalzo, Con gravissimo fascio in su le spalle, Per montagna e per valle, Per sassi acuti, ed alta rena, e fratte, Al vento, alla tempesta, e quando avvampa L'ora, e quando poi gela, Corre via, corre, anela, Varca torrenti e stagni, Cade, risorge, e più e più s'affretta, Senza posa o ristoro, Lacero, sanguinoso; infin ch'arriva Colà dove la via E dove il tanto affaticar fu volto: Abisso orrido, immenso, Ov'ei precipitando, il tutto obblia. Testo, parafrasi e note di A Silvia di Leopardi: parafrasi del testo. Il celebre idillio leopardiano è composto a Recanati tra il 19 e il 20 aprile del 1828, e compare poi nei Canti a cura dell’editore Piatti di Firenze (1831).

L'ultimo verso di ogni strofa è sempre un settenario in rima come uno dei versi precedenti. In questo componimento Leopardi rievoca una figura femminile del sua giovinezza, Silvia, morta prematuramente di tisi. Il poeta riflette quindi sull'inevitabile infelicità dell'uomo e sul crollo delle speranze. La giovane, con la sua precoce morte, diventa l'emblema della disillusione dell'età adulta. Metro: Canzone di strofe libere, senza schema fisso. Anche lo schema rimico è libero; con l’unico elemento ricorrente del verso che chiude ogni strofe che è in rima con uno dei precedenti. Silvia 1, rimembri ancoraquel tempo della tua vita mortale 2,quando beltà splendeanegli occhi tuoi ridenti e fuggitivi 3,e tu, lieta e pensosa, il limitaredi gioventù salivi? Errori tecnici o di contenuto? I "Canti" di Giacomo Leopardi: parafrasi de "Il sabato del villaggio"

Canzone recanatese composta con ogni probabilità sul finire di settembre del 1829 (più precisamente, dal 20 del mese in poi) e poi confluita nell’edizione Piatti dei Canti (Firenze, 1831). Metro: Canzone di strofe libere, movimentata da rime, assonanze e rime al mezzo. Errori tecnici o di contenuto? Giacomo Leopardi, "Il sabato del villaggio": commento, metrica e riassunto della poesia. Introduzione Il sabato del villaggio di Leopardi viene composto nel mese di settembre del 1829. Il componimento è una canzone libera in endecasillabi e settenari, raggruppati in quattro strofe di lunghezza differente. La lirica è divisa in due parti asimmetriche (come sarà nella Quiete dopo la tempesta, composta nello stesso periodo, anche se in quel caso le due parti sono di uguale ampiezza). Anche tematicamente le due liriche sono simili: entrambe, infatti, trattano del piacere, inteso leopardianamente come l'attesa speranzosa di un bene. Analisi del testo Parte prima: il paesaggio del “Sabato del villaggio”Nella prima parte del Sabato del villaggio (vv. 1-37) viene descritta una scena di vita quotidiana in un paese, nell'atmosfera serale di un sabato primaverile, quando gli abitanti si preparano con ansia al giorno di festa.

All'interno di queste descrizioni, fortemente intrise del sensismo leopardiano, l'autore inserisce un breve quadro paesaggistico della notte che scende: [...] Parafrasi canto notturno di un pastore errante dell'asia di giacomo leopardi please!!? | Yahoo Answers. Migliore risposta: O luna, cosa fai tu nel cielo? Dimmi silenziosa luna, cosa fai? Sorgi di sera e vai contemplando i deserti; infine poi scompari. Non sei ancora sazia di ripercorrere sempre gli stessi percorsi? Non ti sei ancora nauseata, sei ancora desiderosa si osservare queste valli? La vita del pastore somiglia alla tua vita. Si alza alle prime luci dell’alba , spinge il gregge attraverso i campi, e vede greggi, fonti d’acqua ed erbe; poi giunta la sera si riposa ormai stanco: altro non spera.

Dimmi, o luna: che valore ha per il pastore la sua vita, la vostra vita per voi? Fonte/i: Classificazione richiedente Segnala abuso. L'Infinito (Giacomo Leopardi) voce: Vittorio Gassman.