background preloader

Le Crociate Oggi

Facebook Twitter

Il Termine Crociata inteso come Guerra Santa ha una lunga storia. In passato ne furono fatte molte e non solo contro i musulmani, ma anche contro varie eresie (Catari) o altre religioni (pagani in Nord Europa).


Nei tempi moderni si fa riferimento al termine spesso come di un'iniziativa quasi dogmatico condotta in modo congiunto e deciso per combattare un qualche fenomeno (crociata contro la droga).
Oggi, le militari azioni occidentali nei paesi arabi vengono presentate spesso dagli integralisti come Crociate. Al tempo stesso in occidente molte persone ritengono sia iniziata una vera guerra santa con l'Islam e sia necessario combattarla con le armi al fronte.
In riferimento al tema delle Crociate è evidente che le vittime di questa guerra attuale rievocano nelle popolazioni Occidentali e Orientai ricordi di quei tempi lontani e delle stragi e incomprensioni che li caratterizzarono.
In realtà il fenomeno è molto complesso e combina lo scontro Sciiti Sunniti, il ritiro degli Stati Uniti dal Medio Oriente a seguito dell'indipendenza energetica, lo scontro tra potenze regionali (Arabia Saudita, Turchia, Siria e Iran), il collasso di nazioni (Iraq, Libia, Siria, ecc.), lo scontro le potenze globali per il predominio sulla regione (Usa, Russia, Europa e Cina), la mancanza di fiducia di vaste fasce della popolazione nei governi, sia in quelli delle democrazie occidentali che nelle dittature medio orientali.

Azioni Militari percepite come Crociate negli ultimi anni

Time to forget the Crusades. French historian Joseph Francois Michaud (1767-1839), in his Histoire des Croisades, affirmed that the Crusades had proven the superiority of Europeans over Muslims and showed the way to the conquest and civilisation of . Shortly thereafter, Louis Philippe, the King of France from 1830 to 1848, commissioned a Salle des Croisades at , replete with monumental romanticised paintings of scenes from the Crusades.

It is perhaps no accident that at the same time the French were embarked upon the conquest of . For numerous French and British of the 19th century and the first half of the 20th, the Crusades were a precursor to their brave new colonial adventures in the Orient. In reaction, Turkish and Arab writers denounced the European colonial enterprise as a re-enactment of the fanaticism and violence of the Crusades. The Crusades have long stirred emotions of admiration or revulsion, from Tasso's epic Gerusalemme Liberata (1580) to Youssef Chahine's film Saladin the Victorious (1963) and beyond. Perché non è una guerra di religione. In questa “guerra asimmetrica” non servono né divisioni corazzate né missili È presto per qualsiasi tipo di deduzione.

Il molteplice attacco parigino è stato un vero e proprio atto di guerra, per molti aspetti più grave ancora dell’attacco alle Twin Towers dell’11 settembre 2001. Tralasciamo ogni considerazione accessoria, che sarebbe ormai superflua, e atteniamoci ad alcuni fatti. Primo: l’IS – prendendo come buona la sua rivendicazione di responsabilità – non è un vero Stato riconosciuto come tale a livello internazionale, per quanto si stia dotando di molti strumenti istituzionali che vorrebbero abilitarlo a comportarsi come tale: è un’organizzazione criminale che sta comportandosi in modo terroristico all’interno di due stati internazionalmente riconosciuti e legittimi, la Siria e l’Iraq, per quanto le loro istituzioni siano a loro volta compromesse e il loro funzionamento problematico.

Islam e guerra di religione. Un j'accuse - Formiche.net. Le terribili stragi e decapitazioni avvenute in Iraq hanno sconvolto i paesi occidentali. La loro angoscia è certo comprensibile, visto che gli ideali del mondo cristiano sono la pace, la democrazia e il rifiuto della pena di morte. Ma è anche superficiale e, in fondo, frutto di ignoranza. Dove c’è Islam, quasi dovunque c’è la guerra. Che è sempre una guerra di religione, come indica la parola Jihad, che significa «lotta» per far trionfare la «sharia», ossia l’unica vera fede.

Si pensi allo sterminio degli yazudi. In nessun paese arabo esiste il razzismo, il nemico non è il nero o il giallo, ma l’infedele, che non va ucciso per motivi etnici, ma religiosi, in quanto, adorando un altro Dio, bestemmia il vero Dio. Occorre distinguere. L’islam moderato è un puro non-senso. L’unità di fede e politica, fondamento di tutta la civiltà islamica, appare oggi in forte ripresa anche in quei luoghi, dove la colonizzazione occidentale aveva condotto a mitigare l’integralismo islamico.

La Guerra di Religione

Libia, Al Thani: 'Mondo intervenga o Isis arriva in Italia'. Renzi: 'Per ora no guerra' Le potenze mondiali intervengano o l’Isis arriverà in Italia. E’ l’allarme lanciato da Abdullah Al Thani, premier del governo di Tobruk, quello che tra i due esecutivi al potere in Libia è riconosciuto dalla comunità internazionale (l’altro è il Congresso nazionale libico, a maggioranza islamista, che ha sede a Tripoli). “Abbiamo informazioni confermate che Al Qaeda e lo Stato islamico sono a Tripoli e vicino Ben Jawad – ha detto il primo ministro libico – chiedo alle potenze mondiali di stare a fianco della Libia e lanciare attacchi militari contro questi gruppi”.

Se le potenzi non interverranno, “questa minaccia si trasferirà nei Paesi europei, specialmente in Italia“. Francia ed Egitto si muovono per chiedere una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu e Matteo Renzi frena sull’ipotesi di un intervento militare immediato: “La vicenda è problematica”, ha detto il premier al Tg5, ma “non è il momento per l’intervento militare.

Loaded: 0% Progress: 0% Pubblicità. Al Qaeda in Siria: «Risponderemo ai raid, la guerra arriverà in Occidente» The enduring influence of the Crusades. On July 15, 1099 — 915 years ago to the day —Jerusalem fell to the knights of the First Crusade, launching a powerful metaphor for the apparently implacable civilizational conflict between Islam and Christianity. The abbreviated version of the story goes something like this: A Western army invades a Middle Eastern country, relying on military technology to shock and awe a numerically superior Muslim opponent. After achieving a seemingly decisive victory, the triumphant invaders set out to build a new state based on the prevailing European political model. The parallel is crude and reductive yet remains popular with both Muslim extremists and American conservatives alike. So instead of rehashing an old narrative 915 years after it happened, let’s consider the odd story of how the Crusades, in all their messy historical detail, became a lasting symbol for Muslim-Christian relations.

An even greater irony goes back a thousand years to the Crusades themselves. La grande guerra tra sciiti e sunniti. Che cosa ci trattiene oggi dal definire i focolai di guerra che infiammano tutto il Medio Oriente come l’inizio di una grande “guerra di religione”? Certo, la storia insegna che le guerre, anche quelle religiose, sono innescate da motivazioni politico-economiche (si vedano le Crociate). Resta il fatto che la “guerra di religione” sia ormai una realtà non soltanto in Siria ma anche in Iraq (e presto potrebbe estendersi al Libano). Una guerra che ha per protagonisti i due rami opposti dell’Islam, sunnismo e sciismo, e che almeno in parte spiega sia la nascita delle Primavere arabe sia dei conflitti che ne sono seguiti.

Ora, nonostante l’Occidente stenti a comprenderlo o riconoscerlo, sunniti e sciiti si considerano alternativi gli uni agli altri e né gli uni né gli altri accettano del tutto i confini nazionali nei quali si ritrovano. I Paesi coinvoltiOggi, dopo quattordici secoli in cui poco è cambiato da questo punto di vista, sembra profilarsi una “Guerra dei Trent’anni” dell’Islam. Perché parliamo di sciiti e sunniti? Soprattutto negli ultimi mesi, ma in generale quasi sempre quando si parla di cosa succede in Medio Oriente, si discute della rivalità e degli scontri tra sciiti e sunniti, i due principali rami dell’Islam. La questione è diventata di grande interesse per la stampa occidentale soprattutto da quando è iniziata la cosiddetta “primavera araba” nei paesi mediorientali e nordafricani, che ha visto spesso uno dei due rami dell’Islam contrapporsi all’altro per la conquista del potere. Ancora oggi se ne sta parlando per la situazione molto instabile dell’Iraq, per esempio, e ancora di più per quello che sta succedendo in Siria.

Il gruppo che riuscì a imporsi fu quello dei sunniti, anche se Ali governò per un periodo come quarto califfo, il titolo attribuito ai successori di Maometto. La divisione tra i due rami dell’Islam divenne ancora più forte nel 680 d.c., quando il figlio di Ali Hussein fu ucciso a Karbala, città del moderno Iraq, dai soldati del governo del califfo sunnita.

I promotori della parola Crociata come Guerra di Religione

Le Crociate: uno scontro militare, uno scontro religioso...o solo questione di punti di vista? - Medievale.it. E dunque veniamo al punto focale di questo articolo. Cosa, finalmente, significa crociata? Le risposte possono essere numerose e di vario senso. Ma occorre necessariamente restringere il campo delle ipotesi praticabili. Nel nostro vocabolario odierno il termine in esame, crociata, assume fondamentalmente due ordini di connotazioni, una positiva e l'altra negativa. Nel primo caso l'interpretazione del nostro vocabolo fa riferimento ad attività di carattere necessario che debbono essere poste in essere in ordine al conseguimento di un risultato di larga positività; in altre parole si fa allusione alla obbligatorietà di un'azione rivolta al soddisfacimento di un'esigenza comune e generalizzata.

In questa accezione forte è l'eco del Romanticismo ottocentesco che vide nelle Crociate medievali il frutto di un puro entusiasmo religioso e delle volontà di trasportare in Oriente la civiltà cristiana e il messaggio della cultura occidentale. Come avviene sovente, in media stat virtus.