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Craft, DIY, makers

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Take a seat. Erstellt am: 17. 11. 2011 - 16:16 Uhr Die D.I.Y. -Bauanleitung für den "Berliner Hocker" aus der Hartz IV Möbelserie. So einen "Berliner Hocker" zu bauen ist wirklich kinderleicht. Jeder, der einen Nagel von einer Schraube unterscheiden kann, kriegt das hin. Le Van Bo - Das Schöne an dieser Konstruktion ist zudem, dass man sie nicht nur als Sitzgelegenheit nützen kann, sondern dass sie sich in mehrfacher Ausführung auch zu einem Regal, einer Sitzbank, einem Sideboard oder einem ganzen Raumtrenner zusammensetzen lässt.

Ohne den richtigen Bauplan geht aber gar nichts. An Kosten musst du für den "Berliner Hocker" etwa 10 Euro einrechnen, an Zeit nicht länger als 15 Minuten. Los geht's! Barbara Köppel Alles, was du brauchst, ist ein Holzbrett (150 x 30 x 1,8 cm) - am besten Kiefer oder Fichte, und wenn möglich mit FSC-Zertifikat aus nachhaltiger Forstwirtschaft - zehn Holzschrauben (40 mm), ein Akkuschrauber, ein Maßband oder großes Geodreieck und ein Stift. Hartz IV Möbel. Bauhaus e ritorno. Questo articolo è stato pubblicato su Domus 962, ottobre 2012 La ragione principale per cui, nel 1954, Max Bill insieme al suo collega Hans Gugelot e al mastro falegname Paul Hildinger progettò per i suoi studenti dell'appena fondata Hochschule für Gestaltung Ulm (HfG) — l'Istituto Superiore per la Progettazione di Ulm, un'istituzione figlia del Bauhaus — una sedia economica, solida e flessibile che nel 1960 pare costasse 11,00 marchi (circa 5,50 euro odierni), era sopperire alle difficoltà economiche delle persone.

Oggi, per comprare quello sgabello in legno d'abete rosso bisogna versare 30-40 volte di più nelle casse di chi ne detiene i diritti. Ma sono cambiati anche il valore non materiale e i destinatari di quei mobili, progettati originariamente per ampliare la fascia di quanti potessero permettersi un arredamento di buona qualità a prezzi bassi. Stefka Ammon, parte della community di Le-Mentzel, durante e dopo il lavoro di costruzione di una sedia "Hartz IV". World Wide Rome. Relazione Mirko Pallera. Le sette anime dei makers. L’improvvisa attenzione dei media per il fenomeno dei Makers è da rintracciare in due eventi principali: World Wide Rome, un grande meeting in stile TED organizzato a marzo da Riccardo Luna – ex direttore di Wired Italia ed oggi tra i principali divulgatori italiani nel campo dell’innovazione e delle nuove tecnologie – e The Future in the Making, mostra organizzata da Domus durante la Design week di Milano.

Ma cosa vuol dire esattamente Makers? Con questo termine si intendono in realtà pratiche, filoni di ricerca e visioni molto diverse tra loro. In senso stretto, con Makers si intende una sottocultura di origine statunitense incentrata sul fai-da- te tecnologico (chiamato da molti D.i.y. 2.0) che si organizza attorno alla rivista Make e che si riunisce in periodiche Maker Faires tenute in tutto il territorio degli Stati Uniti. In pochi anni Arduino si è imposto come uno standard nel mondo dell’arte e del design per le installazioni interattive ed i prototipi tecnologici.

Serpica Naro | Marchio Liberato. Laikingland's Kinetic collection.