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Storia del passante dimenticato

01 july 2012

Storia del passante dimenticato

Passavo da quella strada per caso, quando mi accorsi che a terra, da un lato della strada, c'era qualcosa. M'avvicinai cauto, giusto quel tanto per capire che quel "qualcosa" era qualcuno. Un uomo o una donna; non saprei dire. In ogni caso, un essere umano. Stava male, evidentemente, ma non avrei saputo dire il perché. Se fosse colpito da una malattia o ferito. E, in questo caso, se investito da un'auto, o colpito da qualcosa; anche da un colpo d'arma da fuoco.Gli stessi miei dubbi, mi accorsi, erano anche delle altre persone che man mano, sempre più numerose, s'erano avvicinate a quel poveretto che soffriva. I dubbi a poco a poco uscirono fuori da ognuno di noi e li mettemmo in comune. Dapprima timidamente; poi con sempre maggiore convinzione. Ne nacque un dibattito, a tratti anche vivace, in cui ognuno sosteneva la propria tesi. "È stata una macchina a investirlo; mi pare evidente dalla posizione del corpo", sosteneva uno. "Ma no! E allora? Questo foro d'ingresso? Non è forse il segno di un proiettile?", replicava l'altro. "Si, ma questo ematoma sulla fronte? Potrebbe essere d'un corpo contundente", segnalava un terzo. E così via tutti gli altri. Ne nacque un contraddittorio in cui si alzò anche il tono della voce, ma sempre denso di cose intelligenti e pervaso di un alto senso civico. Insomma, ognuno diceva la sua sul perché quella persona giacesse là per terra e quasi nessuno ipotizzava stupidaggini. Certo, qualcuno fece cenno anche ai poteri deviati; ma chi se la sentirebbe di escluderlo?Il tizio, intanto, mentre il dibattito andava avanti serio e fattivo, spirò; anche se questo lo si apprese soltanto giorni dopo. Nessuno ci aveva fatto caso al momento. Fu sicuramente una cosa spiacevole, ma bisogna essere realisti. Non si può pretendere che tutti siano sensibili; intelligentemente sensibili. Qualcuno rischia sempre di guastare il bel clima della festa