Centrafricana, nuove violenze spingono migliaia di persone verso il Ciad. ROMA - L’UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati, sta registrando e aiutando migliaia di nuovi rifugiati in arrivo nel Ciad, soprattutto donne e bambini in fuga da un recente riacutizzarsi delle violenze nel nordest della Repubblica Centrafricana.
Si stima che dalla fine di dicembre siano arrivati nel Ciad meridionale più di 5.000 rifugiati, in fuga dagli scontri tra i gruppi armati Mouvement national pour la libération de la Centrafrique (MNLC) e Révolution et Justice (RJ) nella città di Paoua. Somalia – atlante guerre. Situazione attuale e ultimi sviluppi La Somalia è il tipico caso di Paese dove la sinergia perniciosa di guerra e cambiamenti climatici produce i suoi effetti più devastanti.
All’insicurezza, al gran numero di sfollati interni ai confini (2,6milioni) e di rifugiati all’estero (900mila), alla carenza di tutti i servizi sociali, i somali devono aggiungere le ricorrenti e sempre più frequenti carestie dovute alla siccità. Nella primavera del 2019 le Nazioni Unite hanno lanciato l’ennesimo appello per assistere 2,2milioni di persone in emergenza, stimando che entro settembre la popolazione a rischio alimentare arrivi a 4,5milioni.
La malnutrizione colpisce centinaia di migliaia di bambini. In fuga dall'Eritrea: da cosa scappano i migranti che arrivano in Europa. Gli eritrei sono una delle nazionalità più numerose tra i migranti che arrivano in Italia dall’Africa.
Secondo i dati più recenti del Ministero dell’Interno, dal 1 gennaio 2018 sono arrivati sulle nostre cose 2.233 eritrei (dato aggiornato al 15 giugno 2018), secondo solo ai tunisini (2.946), e seguiti dai sudanesi (1.202). Sono circa 5.000 gli eritrei che ogni mese fuggono dal loro paese. Cosa succede in Venezuela? In Venezuela sono in atto ormai da alcune settimane delle violente proteste di piazza contro il governo del Presidente Nicolás Maduro.
Sono dovute a diversi fattori che hanno cominciato a manifestarsi diversi anni fa, e soprattutto alla gravissima crisi sociale, economica e politica del Paese. Ma partiamo dall’inizio. Venezuela, 30 milioni di persone in stato di insicurezza alimentare. BRUXELLES - Il 28 e 29 ottobre, la capitale belga ha ospitato la Conferenza di Solidarietà internazionale sulla crisi migratoria venezuelana, indetta da Unione Europea, Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), per accendere i riflettori sul più grande esodo di massa della storia moderna in America latina.
Quattro milioni e mezzo di persone in fuga. Dal 2015 a oggi, più di 4,5 milioni di persone hanno lasciato il Venezuela, convergendo nei paesi confinanti, tra cui Colombia (33,36%), Perù (19,18%) ed Ecuador (7,3%). Bangladesh: le cause e i numeri dell'emigrazione. Tra le comunità di cittadini stranieri residenti in Italia quella bengalese è tra quelle che negli ultimi anni sono cresciute più rapidamente.
Il paese asiatico è infatti uno dei paesi con il più alto tasso di emigrazione al mondo, a causa di molti e diversi fattori cronici che spaziano da povertà e disoccupazione fino alla violenza politica e ai cambiamenti climatici. Ad oggi solo Siria e India superano il Bangladesh per tasso di emigrazione netta: la differenza tra il numero di chi ha lasciato il paese e quello di chi vi è arrivato o ritornato. Myanmar, oltre 400.000 Rohingya in fuga, il 60% sono bambini. COX'S BAZAR (Bangladesh) – I camion dell’UNICEF, che stanno trasportando acqua e kit igienico-sanitari di emergenza per migliaia di bambini rohingya, sono diretti verso Cox’s Bazar, grande città del Bangladesh, dove si trova una delle spiagge naturali di sabbia più lunga al mondo a circa 150 km a sud di Chittagong, lo scalo portuale più grande del paese e seconda città del Bangladesh, con 6.500.000 abitanti.
Situazione Generale dell'Afghanistan (MST) La situazione generale in Afganistan.
Il paese e la popolazione hanno subito per molti anni la guerra contro l'occupazione sovietica, la povertà, le malattie, la siccità. Negli anni Novanta il 9% della popolazione è stato ucciso nei conflitti, il 50% dei villaggi è stato distrutto, il 25% delle strade e 300 ponti sono stati distrutti. Il paese è oggi lacerato da una guerra civile che oppone il governo dei Talebani, che controlla circa il 90% del territorio, alla Northern Alliance che controlla le regioni settentrionali, le maggiori aree agricole.
Guerra civile siriana. La guerra civile siriana (in arabo: الحرب الأهلية السورية, al-Ḥarb al-ahliyya al-sūriyya), o crisi siriana, ha avuto inizio il 15 marzo 2011 in Siria con le prime dimostrazioni pubbliche contro il governo centrale, parte del contesto più ampio della primavera araba, per poi svilupparsi in rivolte su scala nazionale e quindi in una guerra civile nel 2012; il conflitto è tuttora in corso.
A causa della posizione strategica della Siria, dei suoi legami internazionali e del perdurare della guerra civile, la crisi ha coinvolto i Paesi confinanti e gran parte della comunità internazionale. La delicata composizione religiosa ed etnica dei siriani[72] si è fortemente riflessa negli schieramenti in campo. L'accezione "guerra civile" per descrivere il conflitto in atto è stata usata il 15 luglio 2012 dal Comitato Internazionale della Croce Rossa, che ha definito la crisi siriana un «conflitto armato non internazionale»[86].