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Il caso Alex Schwazer

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Schwazer e Vardy, diavoli in paradiso. Spesso alle spalle di uomini fatti Santi c’è un trascorso di grandi peccatori.

Schwazer e Vardy, diavoli in paradiso

Dal nobile e godereccio Paolo al giovane e sfrontato Francesco, passando per l’avventuriero e miscredente Agostino è possibile trovare un discreto numero di personaggi condotti dalle loro bravate sino davanti alle porte dell’Inferno e poi, dopo radicale auto trasformazione, finiti nei posti più alti del Paradiso. Oggi questo genere di operazione viene definita “outing”. Preferisco il vecchio e comprensibile termine di “pentimento”. Quando è sincero e non strumentale, come accade nelle pieghe di realtà camorriste e mafiose, deve essere celebrato al pari di un miracolo. “Penso che in Italia io sia uno dei pochi ad aver pubblicamente chiesto scusa. Purtroppo era vero. Carolina Kostner lascerà lo sport agonistico e sposerà Alex Schwazer.

Rai di Silvia Tozzi Carolina Kostner e Alex Schwazer hanno festeggiato ad aprile scorso cinque anni d’amore.

Carolina Kostner lascerà lo sport agonistico e sposerà Alex Schwazer

Ebbene sì, non si sono mai lasciati, anche se in molti hanno creduto che la pattinatrice avrebbe lasciato il fidanzato dopo lo scandalo sul doping che lo ha travolto nell’estate del 2012. Così non è stato e ora, intervistata dal settimanale Oggi, Carolina conferma che con Alex l’amore c’è e va a gonfie vele, tanto da avere progetti di vita insieme: "Sì, nel mio futuro c’è spazio per Alex. Se hai una relazione con qualcuno, ce l’hai perché vedi un futuro, no? Carolina agli europei di Tallin L'atleta è ora alle prese con la preparazione per le Olimpiadi di Sochi 2014, ma puntualizza che non intende sacrificare tutta la sua vita per lo sport, come se gli errori commessi dal fidanzato le avessero insegnato molto da questo punto di vista, e infatti precisa: "Adoro pattinare e le Olimpiadi mi motivano a tornare in pista ogni giorno, ma faccio lo stesso anche per le altre gare. Doping, Schwazer: 3 anni e mezzo di stop "Non penso a quando rientrare.

Milano, 23 aprile 2013 Emessa la sentenza del Tribunale: lo stop dal 30 luglio 2012.

Doping, Schwazer: 3 anni e mezzo di stop "Non penso a quando rientrare

Alex potrebbe rientrare per le Olimpiadi di Rio, in programma dal 5 al 21 agosto 2016. Schwazer fa marcia indietro «Voglio tornare a gareggiare» - Sport - Alto Adige. Alex sul suo profilo Facebook: «Ho ripreso ad allenarmi perchè lo sport fa parte della mia vita» «Voglio promuovere i valori sani e puliti dell’agonismo.

Schwazer fa marcia indietro «Voglio tornare a gareggiare» - Sport - Alto Adige

Io non sono quello dell’estate del 2012» di Marco Marangoni BOLZANO. «Ho ripreso ad allenarmi perché lo sport fa parte della mia vita e voglio contribuire, forte della mia drammatica esperienza, a promuovere valori sani e puliti nello sport. Vorrei che un giorno la gente si ricordasse del vero Alex, che non è quello dell’estate 2012». Non è la prima volta che, dopo la riscontrata positività all’Epo, il campione olimpico di Pechino 2008 della 50 chilometri di marcia esprime sentimenti di nostalgia nei confronti dello sport.

Il lungo messaggio di Alex si conclude con una dedica ai napoletani che si erano sentiti offesi per le parole scritte nella e-mail destinata al medico federale Fiorella (“… sono altoatesino, non sono napoletano”). Non solo Schwazer. L’anno nero del doping. Ci sono due date drammatiche nello sport italiano “ferito a morte” dal doping: il 5 giugno 1999 e il 6 agosto 2012.

Non solo Schwazer. L’anno nero del doping

La prima data, è il giorno in cui a Madonna di Campiglio per ematrocrito alto (52%, appena l’1% oltre il limite di tolleranza) venne arrestata la corsa del “Pirata” Marco Pantani. Non era doping, ma i francesi 15 anni dopo asseriscono - con tanto di commissione scientifica parlamentare -: Pantani prese l’Epo nel 1998 quando vinse il Tour de France (facendo “doppietta” con il Giro d’Italia). La seconda data nefasta e indelebile, invece parla di positività subito acclarata da parte del marciatore Alex Schwazer, campione olimpico a Pechino 2008. «La mia carriera finisce qui», disse all’indomani dell’outing choc - «ho preso l’Epo» - che lo ha costretto al congedo da carabiniere e alla perdita immediata di tutti gli sponsor (la Ferrero in primis). Ma soprattutto per lui, fine della corsa. Alex Schwazer, il dramma della fragilità. Il doping è antisportività, è slealtà con gli altri e con se stessi, è la morte dei valori sani, ma può essere in alcuni casi anche il baratro profondo di chi si sente fragile e impreparato ad affrontare le pressioni e le aspettative, di chi è forte nel fisico e nelle prestazioni atletiche ma è troppo debole mentalmente per reggere il gap tra i propri muscoli e la propria razionalità e, in un grido soffocato dalla paura di ammetterlo a sè stesso, ricorre alle scorciatoie più dannose, senza pensare alle conseguenze ancor più devastanti dei problemi iniziali.

Alex Schwazer, il dramma della fragilità

Alex Schwazer risponde perfettamente a questo identikit, come lui stesso ha raccontato nella prima intervista televisiva rilasciata dopo lo scandalo doping, alla trasmissione televisiva “Le Invasioni Barbariche” condotta da Daria Bignardi su La 7. Alex Schwazer, il dramma della fragilità | © Stefania/Getty Images. RIVOLUZIONE Atletica: Niente Nazionale per i dopati, record dopo i test. RIVOLUZIONE per l’Atletica leggera italiana.

RIVOLUZIONE Atletica: Niente Nazionale per i dopati, record dopo i test

Il Consiglio Federale, riunito a Roma e presieduto da Alfio Giomi ha deciso all’unanimità, che “Da oggi chiunque incorra in squalifiche pari o superiori ai 2 anni, sulla base delle normative antidoping vigenti, perderà il diritto a vestire la maglia azzurra“. Dunque niente Nazionale per i dopati (difficile prendere squalifiche inferiori ai 24 mesi). Ora resta da capire se la norma è retroattiva: in tal caso Alex Schwazer, il nostro squalificato di lusso, non potrà più gareggiare a livello internazionale!

Altra decisione: “Da ora in poi i record italiani assoluti su distanze superiori agli 800 metri verranno ratificati solo dopo test antidoping che includano sia l’analisi del sangue sia l’analisi delle urine“. Il Consiglio ha anche approvato la Carta Etica dell’Atletica Italiana, documento promosso dalla Commissione atleti nel quale sono poste le norme di condotta delle diverse tipologie di soggetti che vivono il movimento.