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Pensieri

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The B-Ja's Stories — Sincronicità. Jack Kerouac on How to Meditate. Vacation and the Art of Presence: Anaïs Nin on How to Truly Unplug and Reconnect with Your Senses. By Maria Popova “As you swim, you are washed of all the excrescences of so-called civilization, which includes the incapacity to be happy under any circumstances.” If leisure is the basis of culture, how can we harness its true rewards given our pathological addiction to productivity? That’s exactly what French-Cuban writer Anaïs Nin — an enchantress of love and life, a woman of extraordinary cultural prescience, and one of the most dedicated diarists of all time — explores in a portion of The Diary of Anaïs Nin, Volume 5 (public library). In the winter of 1947, drained by the bustle and constant striving that drives life in New York, Nin took a holiday in Acapulco, Mexico — still a mostly undeveloped patch of wilderness, on which the Hotel El Mirador had been built as twelve rooms on the edge of a cliff just a few years earlier.

Illustration from a rare first edition of Nin's 1944 short-story collection 'Under a Glass Bell.' Click image for more. Here in Mexico they see only the present. LETTERATURA ANTICA - 3000 a.C. -  1 a.C. Stalker (1979) - A.Tarkovskij - I desideri e la vita. Terapie magiche in Sardegna: un fenomeno senza tempo - La Donna Sarda. Occhi che si incontrano, pupille contro pupille, chi ha il sangue “più forte” colpisce inevitabilmente il più debole.

Lo scatenarsi della crisi è un atto istantaneo e immediato e, quindi, impossibile da controllare. L’aggressione dell’occhio può essere inconsapevole e involontaria e chiunque, potenzialmente, può causarla. Può essere dovuta anche al troppo affetto, al troppo amore ed allora diventa ancora più difficile da guarire. I sintomi che la rivelano sono improvvisi e tra essi vi sono spossatezza e forte mal di testa, ma anche nausea, inappetenza, febbre alta e malinconia. Secondo importanti studi di antropologia medica ("A luna calante", Nando Cossu, ed. Argo), in Sardegna sono oltre 36.000 le persone che si recano dai guaritori per curare questi segnali, poiché si ritiene che siano causati dal così detto “occhio preso”. Ma quali persone hanno la capacità di guarire e come si apprende la pratica della medicina dell’occhio? Il rimedio è la povertà (di Goffredo Parise) | Prismi - Pensieri filosofici.

Pubblico qui un articolo di Goffredo Parise tratto dalla rubrica che lo scrittore tenne sul “Corriere della sera” dal 1974 al ’75 (ora nella bella antologia a cura di S. Perrella, Dobbiamo disobbedire, Adelphi 2013). L’articolo, che apparve il 30 giugno 1974, è un piccolo gioiello di stile e di pensiero di questo autore sovranamente libero e alieno da tutte le chiese e i salotti dell’apartheid politico italiano, e rappresenta oggi forse più che allora una staffilata alla nostra inerzia materiale e morale.

Non mi sembra inoltre privo di qualche collegamento con le riflessioni sulla povertà che Alessandro Bellan ha recentemente condotto su questo blog. «Questa volta non risponderò ad personam, parlerò a tutti, in particolare però a quei lettori che mi hanno aspramente rimproverato due mie frasi: «I poveri hanno sempre ragione», scritta alcuni mesi fa, e quest’altra: «il rimedio è la povertà. Tornare indietro? Il nostro paese si è abituato a credere di essere (non ad essere) troppo ricco.

Terapie magiche in Sardegna: un fenomeno senza tempo - La Donna Sarda. Il rimedio è la povertà (di Goffredo Parise) | Prismi - Pensieri filosofici. "El amor", cuento de Eduardo Galeano. I semi in mano a cinque multinazionali - Terra Nuova. Aldo Carotenuto: il mondo dei sentimenti (1996) Decolonizzare la mente. Intervista con Ngũgĩ wa Thiong’O. Lei ha scelto di non scrivere più in inglese… Ho scelto di non scrivere più, se non per la forma-saggio, in una lingua che cresce sulla morte delle altre lingue.

Come lingua di comunicazione la uso, ovviamente. Ma una lingua non è solo comunicazione, è molte cose altre - stratificazione di immagini in un immaginario, ad esempio, come scrivo in Decolonizzare la mente. La mia decisione di scrivere in lingua gĩkũyũ la presi in prigione, in una cella di massima sicurezza. Venni arrestato il 31 dicembre 1977 e liberato il 12 dicembre del 1978. La ragione del mio arresto era legata al lavoro che stavo facendo, nel teatro di una comunità locale. Rappresentavamo un testo che avevo scritto e quel testo era in gĩkũyũ. Gli scrittori che hanno fatto qualcosa per la loro lingua sono fonte di continua ispirazione per me.

Anche io, nel mio piccolo, ho fatto la mia scelta. Il gĩkũyũ fa di me un combattente. Decolonizzare la mente è comunque scritto in inglese, non è una contraddizione? Scritture del disastro, arte e solitudine nel tempo della fine dell'arte (parte prima) Abitiamo un mondo che vive in un collasso quotidiano, in un lento e inesorabile arresto del pensiero davanti a crisi improvvise, disastri ambientali, sfide tecnologiche, cambiamenti climatici, fanatismi religiosi che sembrano non avere mai fine.

Siamo come esseri che vivono in un’attesa di un evento irreversibile, una catastrofe d’immane portata. Il terrore ormai fluisce ovunque dalle città alle reti telesatellitari, dalla periferia al centro, dal Medio Oriente all’Europa aggiungendo maggiore sgomento e senso di insicurezza alle nostre già precarie condizioni esistenziali. Ora a essere minacciate sono anche le nostre conquiste democratiche, la tradizione illuminista, l’idea stessa di società civile e la medesima libertà di espressione, baluardo delle democrazie occidentali .

L’attesa si fa angoscia verso il futuro che si fa sempre più incerto, insicuro. La scrittura così come anche l’arte appaiono non più mondi fecondi da cui poter ripartire, ma come terre desolate. Elenco immagini.

Natura

Memoria. Home Page - S&F_scienzaefilosofia.it. Perché il cervello ama i rituali. Nei più freddi giorni invernali, quando gli altri si stringono nei cappotti, alcuni intrepidi nuotatori sfidano il gelo per tuffarsi nelle acque ghiacciate dei fiumi di Europa, Cina, Russia e Nord America. Che cosa li spinge a una simile "follia"? La passione che il cervello umano ha per i rituali, complesse sequenze di azioni apparentemente senza senso che si ritrovano in ogni cultura.

Perché li seguiamo, incuranti di ogni logica? Senso di appartenenza. Secondo Cristine Legare, psicologa dell'Università del Texas ad Austin, i rituali «aiutano a definirci come gruppo, riflettono i valori di un gruppo e dimostrano l'attaccamento comune al gruppo». Per un animale sociale come l'uomo, sentirsi parte di una "famiglia" più grande è indispensabile: ecco perché siamo nati con la propensione a seguirli.

Una strana affinità. Se lo fai tu, ti seguo. Tutti lo fanno, lo faccio anch'io. Collante sociale. Paura di restare soli. La fede non c'entra. Abitudini che uniscono. Linkiesta. Il 21 dicembre è il solstizio d’inverno. Che significa che chi abita nell’emisfero settentrionale avrà la notte più lunga dell’anno. Ma quella del 21 dicembre 2014 sarà anche la notte più lunga di tutta la storia della Terra. In ogni punto dell’emisfero settentrionale, come spiega Vox.com, il periodo di buio di stanotte sarà leggermente più lungo di ogni altro solstizio precedente, almeno da quando la Terra ha cominciato la sua rotazione. Perché il 21 dicembre 2014 sarà la notte più lunga di sempre La ragione di questo primato è che la rotazione della Terra sta rallentando nel tempo.

Ogni anno, stimano gli scienziati, la durata di un giorno cresce dai 15 ai 25 milionesimi di secondo. Potrebbe sembrare una piccolissima porzione di tempo (nell’arco della nostra vita, per intenderci, vedremo crescere il giorno di circa due millisecondi), ma significa comunque che si aggiunge un secondo in pochi anni. (Wikipedia) Perché durante il solstizio d’inverno c’è la notte più lunga dell’anno. Elogio della depressione 1 | Persona cattiva. Quello che sto per dire è frutto della mia esperienza personale, e non ha nessun riscontro scientifico. Mi assumo la piena responsabilità delle mie affermazioni che non pretendono di essere universali: l’effetto dei farmaci antidepressivi dura quattro mesi.

Certo, i mesi più belli della vostra vita, ma poi? Di nuovo: voglia di dormire, tristezza generica, inappetenza/bulimia, difficoltà a uscire di casa, no prospettiva di futuro, senso di fallimento. Da oggi – in base alla mia esperienza personale, personalissima – vi fornirò soluzioni per affrontare il vostro malessere, poiché è illusorio pensare di combatterlo: la vita fa schifo, il mondo è cattivo, la morte vicina. Punto 1: Disagio in mezzo alla folla? Costruitevi un habitat confortevole all’interno di casa vostra. Il palinsesto televisivo è di grande aiuto. Avere delle trasmissioni di riferimento. Quello che succede là dove voi non ci siete. Ricordate i vostri tredici anni? Nel vostro mondo non ci sono conseguenze.

(To be continued) Perché tendiamo a procrastinare e come si fa a smettere. Procrastinare non fa male. Che cosa può succedere se, invece che finire di lavare i piatti subito, lo si fa dopo una mezz’ora su Facebook? Niente. Il problema è quando si procrastinano decisioni importanti, sulla salute ad esempio (“La dieta? Comincio domani, anzi, lunedì”) o sull’economia (“La riforma? La applichiamo l’anno prossimo”). Una delle cose più misteriose, al riguardo, è allora capire perché si procrastina. Vox si è interrogato al riguardo ed è venuta fuori una serie di cose interessanti. Perché si procrastinaPrima di tutto, non è (solo) colpa di incapacità di organizzare il proprio tempo o la propria volontà: è una cosa che coinvolge una sfera più profonda delle emozioni umane. Sembra che la chiave sia tutta “nell’eccessivo potere del bambino di sei anni che è dentro di noi” e nel contrasto tra “sé presente” e “sé futuro”. Come smettere di procrastinareImparare a immaginarsi di più nel futuro.

Cominciare a fare qualcosa subito. Totò - Intervista - Oriana Fallaci. Non si piace, dice. Ma si vuole bene da sé. È altezza imperiale, e tante altre cose. Ma deve tutto al personaggio di Totò. Si sarebbe pure fatto frate, se non ci fosse il piccolo impedimento della castità. Tra tristezze e una grande ironia, il più grande comico italiano si racconta.

ORIANA FALLACI. Principe, Le porgo i miei rispetti e i miei omaggi... Ma le altre altezze imperiali e non come La trattano? Lei dice sempre bene. La Sua modestia mi lascia smarrita. E allora mi dica: perché recita in quei brutti film? Duecentoventi cani?!? Lei non ha una gran stima degli uomini. E quando nacque questo Suo odio per i caporali, principe? Principe: io non La ho mai vista ridere. Lei è un animale notturno, lo so: non va a letto prima dell’alba e si sveglia quando il sole è già alto. No: una scena da uomo solo. La sua casa è stata vuota ben poco, e La si è sempre vista a braccetto di splendide donne. E Lei, principe, sa esser fedele? Giuro di no, principe. No, principe. Dica: è superstizioso? Vuoi sapere chi produce i prodotti che compri? Allora la tua firma è necessaria. Cambiamo il Regolamento Europeo. Coscienze in Rete | 2014.

Manca poco meno di un mese all'entrata in vigore del Regolamento UE che elimina l'indicazione dello stabilimento di produzione dalle etichette e che quindi non ci consentirà più di capire chi è il produttore. La petizione è arrivata a 18.000 firme di tanti consumatori che chiedono che questa informazione rimanga e che venga estesa in tutta Europa. Ricordiamo che Ioleggoletichetta è nata grazie a questa informazione che ci consente di capire chi produce un prodotto! Stiamo inviando il seguente testo ai marchi della Grande Distribuzione Italiana (Coop, Conad, Selex, Esselunga, Eurospin, Lidl, Sigma, Pam Panorama, Auchan, Carrefour, Iperal, Crai, Despar, Sisa, Simply, ecc...), sperando che vogliano sostere tale iniziativa e che si impegnino a continuare a scrivere sull'etichetta lo stabilimento di produzione e possibilmente anche il nome dei produttori dei loro prodotti Private Label, indipendentemente dall'entrata in vigore del Reg. 1169/2011 che elimina tale obbligo.

Continuate a firmare. Noam Chomsky, “ecco 10 modi per capire tutte le menzogne che ci dicono” Noam Chomsky, padre della creatività del linguaggio, definito dal New York Times “il più grande intellettuale vivente”, spiega attraverso dieci regole come sia possibile mistificare la realtà. La necessaria premessa è che i più grandi mezzi di comunicazione sono nelle mani dei grandi potentati economico-finanziari, interessati a filtrare solo determinati messaggi. 1) La strategia della distrazione, fondamentale, per le grandi lobby di potere, al fine di mantenere l’attenzione del pubblico concentrata su argomenti poco importanti, così da portare il comune cittadino ad interessarsi a fatti in realtà insignificanti.

Per esempio, l’esasperata concentrazione su alcuni fatti di cronaca (Bruno Vespa é un maestro). 2) Il principio del problema-soluzione-problema: si inventa a tavolino un problema, per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. 3) La strategia della gradualità. 9 tecniche per gestire le discussioni - PSIKHÉ. Ci sono persone con cui sappiamo che ogni discussione diventerà faticosa e stressante, quindi preferiamo non parlarci affatto. Tuttavia alle volte la discussione è inevitabile. Per questo Gregory Jantz, fondatore del Center for Counseling and Health Resources in Edmonds, ha stilato 9 tecniche utili per gestire le discussioni difficili. #1 Poniti un obiettivo. Sembra banale ma non sempre quando parliamo sappiamo dove vogliamo arrivare o cosa desideriamo ottenere.

Invece è fondamentale avere uno scopo e inseguirlo durante la conversazione. A volte è utile persino esplicitare il tuo obiettivo all’interlocutore. Per esempio, se hai intenzione di parlare con la tua ragazza per chiarire dopo un litigio, dovresti iniziare il discorso proprio esplicitando il tuo intento. #2 Usa “io” anziché “tu”. Il modo migliore per far arretrare sulla difensiva qualcuno è puntare il dito indice e sciorinare una sfilza di “tu non fai questo” e “tu non fai quello” . #3 Prima di tutto poni delle domande. Bibliografia. Antifragile. Cioè avvantaggiato da caos e fallimento. Vuoi avere più successo? Usa l'intelligenza emotiva.

Hillman: "Sto morendo ma non potrei essere più impegnato a vivere" «Sto morendo, ma non potrei essere più impegnato a vivere». Così aveva scritto, nella sua ultima mail. E così l'ho trovato, quando sono andata a salutarlo per l'ultima volta nella sua casa di Thompson, nel Connecticut, pochi giorni prima che morisse: il fantasma di se stesso, ma incredibilmente vitale; il corpo fisico ridotto al minimo, quasi mummificato, tutto testa, pura volontà pensante.

Restare pensante era la sua scommessa, la sua sfida. Per questo aveva ridotto al minimo la morfina, a prezzo di un'atroce sofferenza sopportata con quella che gli antichi stoici chiamavano apatheia: un apparente distacco dalla paura e dal dolore che traduceva in realtà un calarsi più profondo in quelle emozioni. L'unica cosa che contava era analizzare istante dopo istante se stesso e quindi la morte come atto oltre che nella sua essenza. «Oh, sì. Morire è l'essenza della vita». Com'è morire? E' una condizione perseguita dai mistici. Comunque non credo non ti sia rimasta nessuna ambizione. In che senso? Che tempo che fa 2014-2015 - Massimo Recalcati ospite a Che tempo che fa del 02/11/2014. 9 bufale sugli immigrati: smentite dai numeri. Ripubblichiamo da esseblog Negli ultimi tempi fra le provocazioni di Salvini, i blitz di Borghezio e Casapound, le aggressioni in autobus o per strada ai danni di africani accusati di portare l’Ebola, gli scontri di Tor Sapienza, le esternazioni di Grillo circa il trattamento da riservare a chi arriva dal mare, il clima attorno agli stranieri si è di nuovo fatto abbietto e a tratti pericoloso.

Ho voluto allora confutare punto per punto le argomentazioni più usate dai razzisti a vario titolo, tanto per fare chiarezza e dimostrare che il razzismo rimane un basso istinto che va semplicemente educato e soppresso e non ha alcuna ragione razionale per essere professato. 1) “Vengono tutti in Italia” Gli stranieri in Italia sono poco più di 5 milioni e mezzo, ossia l’8% della popolazione. 2) “Li manteniamo con i nostri soldi” Gli stranieri con il loro lavoro contribuisco al Pil italiano per l’11% , mentre per loro lo stato stanzia meno del 3% dell’intera spesa sociale. 3) “Ci rubano il lavoro” Genio in “Enciclopedia dell' Arte Antica” Gigi Riva, l'uomo che è quello che non riusciamo a essere - Sardiniapost.it. Online la Mappa dell’Italia che Cambia! | Viaggio nell'Italia che… Cambia!

Prinz Marcus von Anhalt. Daniela Panosetti. Apocalittico sarà lei. Intervista a Umberto Eco. Branson cancella l'orario di lavoro: "Contano i risultati, non il tempo in ufficio" LA TEORIA DELLE FINESTRE ROTTE. Tre sedicenni vincono la fiera della scienza di Google con un progetto per combattere la fame nel mondo. Cinque sensi. Philosopher Jacques Derrida Interviews Jazz Legend Ornette Coleman: Talk Improvisation, Language & Racism (1997) Open Culture. Focus. Julian Assange: Google è diventato malvagio. Por qué Steve Jobs y otros CEO prohíben a sus hijos usar demasiada tecnología. Basta con l’educazione “artistica” Ma cos’è questa crisi – Le Nuvole - Blog - L’Espresso. How I see myself seen. Il Web ci sta uccidendo. Il chiacchiericcio che rende schiavi. Quattro inediti di Valerio Grutt | Poetarum Silva. C’è della fotografia in quella follia « Fotocrazia. Treccani.it - Photos du journal. Nove progetti di Google che possono cambiare il mondo.

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